di
Andrea
"Masini"
Sono le 11.00 del mattino e stiamo
scavando sulla terra nera; Libero è davanti a me a pancia all’aria, dietro di
me c’è soltanto Gigi che butta fuori la terra che gli passiamo noi due...
Una settimana fa eravamo riusciti a
togliere tutti i sassi che ostruivano una micidiale strettoia ad L, il flusso
dell’aria non sembra costante, quindi scaviamo in cerca di un probabile
secondo ingresso, che risolverebbe l’enigma di questa corrente insolita di Montebuono.
Questa mattina piove, il gruppo
elettrogeno si è ingolfato e il demolitore è inutilizzabile... Libero lì
davanti scava come un’ossesso, vengono fuori piccoli sassi, terra e qualche
osso, forse l’uscita è vicina...
Siamo senza casco per guadagnare
spazio nel cunicolo angusto, devo anche ripararmi dai calci che Libero per
forzare la strettoia mi da in faccia, finalmente riesce a passare, la voce
arriva incerta: “Dammi la mazzetta...”, entra anche Gigi, io resto dietro e
continuo a levare terra per rendere più facile il passaggio... Sento Libero che
rimane indietro, Gigi più avanti sta’ ispezionando le strettoie, ne trova una
che torna indietro e sento la sua voce dietro di noi... era quella che ci aveva
bloccato sabato scorso... Gigi va, rompe delle stalattiti e forza un’altra
strettoia...: “Si allarga...”.
Io non ho ancora passato la
strettoia con la terra, poi finalmente anche Libero passa la strettoia con le
stalattiti, mi chiedono di prendere la macchina fotografica rimasta dove stavamo
scavando... passo ancora la strettoia, poi rientro di nuovo, poi ancora la
strettoia con le stalattiti.
Ci siamo; qui dentro, nonostante gli
undici anni della grotta non c’era mai stato nessuno; La grotta anche se
piccola procede da tutte le parti... Siamo frastornati, cerchiamo di orientarci
nel nuovo labirinto, cercando la prosecuzione tra molti cunicoli abbastanza
stretti, poi due scivoli scendono, io ne imbocco uno che si stringe troppo, di
fianco a me scende Gigi e poco dopo lo sento oltre la strettoia; esclama
continuamente, io e Libero lo seguiamo con ansia, poi usciamo in una sala
discreta, intorno almeno tre pozzi e noi la seguiamo con la nostra
immaginazione... I pozzi sono franosi, noi non abbiamo l’attrezzatura perché
speravamo di trovare solo il secondo ingresso , invece eccoci qui... E’ la
prima volta per tutti e tre nessuno si era mai trovato a tu per tu con
l’esplorazione vera con sotto i piedi quel ben di Dio di mistero...
Sono le tre del pomeriggio quando
usciamo, raggiungiamo gli altri e raccontiamo tutto; Sono increduli anche i
“vecchi” che hanno trovato Montebuono molti anni fa...
Oggi è lunedì, sono passati già
due giorni, ieri gli altri sono tornati lì con l’attrezzatura, ma io non li
ho ancora sentiti; ...per me sotto quei pozzi potrebbe esserci ancora di tutto e
l’attimo di attesa si sta’ prolungando, sto ancora vivendo con eccitazione
quell’ora di sabato mattina...
Domani, con i rilievi, i racconti,
le foto, quel nuovo ramo sarà solo un pezzo di grotta come tante altre...