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BUCHI CHE SOFFIANO

 

Lo studio dello scambio d'aria tra l'esterno e l'interno delle cavità è stato sempre un campo molto delicato, così come la ricerca di sviluppi all'interno di grotte conosciute inseguendo le misteriose vie del vento... ma andiamo con ordine.

La zona che da Narni và verso sud, lungo la Via Flaminia e la Tiberina prima, sulla Strada Calvese poi, fino ad arrivare a Montebuono, è ricca di fratture e fessurazioni: in molti casi si tratta di strettoie impraticabili e le grotte, tutte strettissime e ad andamento pressochè orizzontale, si sono formate attorno a diaclasi all'altezza della primordiale linea di costa, ma tutte le aperture sono interessate da notevoli flussi di aria, quasi inspiegabili viste le dimensioni delle cavità.

La maggiore corrente d'aria della zona è senza dubbio quella dell'ingresso della Grotta di Montebuono, ma notevoli flussi d'aria si riscontrano anche in Località Aravecchia, presso la "soffiatora", cioè un'apertura impraticabile che si apre sulla strada dopo l'abitato, ostruita da numerosi massi sconnessi che impediscono praticamente lo scavo. Nei pressi, all'interno del Fosso Renaro, lungo il sentiero che da Villa Santa Maria va a Poggiolo, un'altra piccola apertura soffia impetuosa, così come all'interno del Fosso di Poggio, appena dietro il paese, un altro buco strettissimo ci fà sognare con il suo respiro. Le correnti d'aria sono spesso ingannevoli e per quante disquisizioni si possano fare, è impossibile determinare collegamenti di microfratture a così grandi distanze, quindi, a nulla valgono le ipotesi di camini entro cui l'aria si raffredda, dove sopra entra aria calda, sotto esce aria fredda ecc.., l'aria è influenzata in particolar modo dalla pressione atmosferica esterna, e le altre implicazioni sono minime.

Diverso è il discorso delle correnti d'aria all'interno della grotta, dove, vista la stabilità dell'ambiente, è possibile effettuare ricerche sistematiche che, a parte casi eclatanti, non portano quasi mai a scoperte di nuovi rami.

Ancora una volta si cita la Grotta di Montebuono, ad andamento labirintico, dove per molti anni il nostro gruppo si è avventurato lungo quella che ormai era definita la via classica della cavità, ma ogni volta era impossibile non accorgersi della differenza d'aria tra le prime due strettoie e il resto della grotta. La "colpa" della corrente insolita era data all'intricato sviluppo di rami paralleli, molti non praticabili, oppure ad un ipotetico secondo ingresso, posto più in basso, visto che in alto non c'era proprio nessuno sviluppo. Alcuni anni fà, per caso Gigi infilò la testa in una piccola apertura laterale tra le strettoie dell'ingresso e si accorse che tutta l'aria usciva da quel buco... ci infilammo a turno nel buco togliendo i detriti e trovammo.. la parte nuova della grotta di Montebuono, con qualche centinaio di metri di sviluppo, ma nella stessa grotta, in una zona lontana dall'ingresso, chiamata "l'onda", di nuovo si avverte una leggera corrente d'aria che, secondo prove fatte da noi insieme a Carlo Gatti del Gruppo Grotte Pipistrelli di Terni, soffia trasversalmente allo sviluppo principale della grotta, infilandosi in una diaclasi praticabile solo per una ventina di metri, verso il centro della montagna e non all'esterno...

Purtroppo l'empirismo di tale tecnica è ben noto, ma spesso l'aria aggiunge un motivo di attrazione e curiosità alla ricerca speleologica, arrivando a toccare anche l'immaginario delle persone che vivono nei pressi delle cavità.