Massiccio del Canin

Concluse le operazioni in campo per la “Fase 2” del Tracerkanin Project, buoni risultati dalle analisi e dai campionamenti delle acque monitorate

Analisi preliminare dei risultati

Alpi Giulie – Con la predisposizione dei siti che dovevano accogliere le strumentazioni, la discesa di due profondi abissi, l’iniezione dei traccianti e il controllo e monitoraggio dei risultati, si sono concluse il 13 agosto le operazioni in campo della “Fase 2” del Tracerkanin Project.

TracerKanin é un progetto internazionale, che coinvolge Enti e speleologi di Italia e Slovenia, mirato allo studio idrogeologico del massiccio carsico del Monte Canin/Kanin nelle Alpi Giulie, con una serie di multi-tracer test su una vasta area carsica che si estende per 120 chilometri tra Italia e Slovenia.

Questa “Fase 2” ha interessato il versante meridionale del massiccio sloveno, con iniezione di due traccianti nell’abisso Renejevo Brezno e nel Skalarjevo Brezno: due grotte profonde più di 1000 metri, sul cui fondo scorrono corsi d’acqua ipogei.

All’esterno, in Val Raccolana, Val Resia e nella Conca di Bovec in Slovenia, sono state effettuate misure fisico-chimiche e sono state poste sonde fluorimetriche, autocampionatori e sonde multiparametriche in una serie di sorgenti e corsi d’acqua, per raccogliere i traccianti immessi nei fiumi sotterranei.

Il multi-tracer test ha avuto successo: le prime analisi dei dati raccolti dicono che i traccianti immessi nelle grotte hanno raggiunto le sorgenti Boka e Bocic, ai piedi del Canin/Kanin meridionale, confermando l’esistenza di un collegamento ben noto agli speleologi nella letteratura idrogeologica.

I campioni raccolti vengono analizzati in laboratorio

Ma, quel che conta maggiormente, saranno tutte le informazioni sulle concentrazioni dei traccianti nelle acque e sui tempi di restituzione.

Questi dati forniranno un importante tassello per la conoscenza idrogeologica del massiccio del Canin che, sempre di più, si rivela essere caratterizzato da sotto-bacini sotterranei e interconnessi.

Come nella prima fase del progetto che si é svolta sul versante italiano, le condizioni ambientali per il multi-tracer test sono state ottimali: con un periodo non interessato da precipitazioni, e perciò con acque tracciate circolanti in un acquifero in regime non influenzato da piene.

Proprio l’assenza di precipitazioni i tempi di restituzione del tracciante con il passaggio delle acque dalle grotte conosciute alle sorgenti, sono risultati più lunghi del previsto.

Il progetto Tracerkanin nato tra gli speleologi, comprende una partnership formata da Centro di ricerche carsiche “C. Seppenhofer” APS (Gorizia, Italy), Commissione Grotte “E. Boegan” SAG-CAI (Trieste, Italy), Karst Research Institute, ZRC SAZU (Postojna, Slovenia), Società Adriatica di Speleologia (Trieste, Italy), ZRJL Ljubljana Cave Exploration Society (Ljubljana, Slovenia), con il coordinamento del Laboratorio speleologico e di tecniche fluorimetriche APS (Farra d’Isonzo, Italia).

Il successo delle operazioni mostra chiaramente che progetti complessi, in speleologia, possono essere affrontati e realizzati ormai solo da team fortemente motivati, che si aggregano e forniscono gli specifici apporti in risorse umane, strumentali e economiche.

Riccardo Corazzi & Rino Semeraro