Di Marina Abisso
Si è chiuso anche il 21° Campo InGrigna!
Un’esperienza straordinaria di amicizia ed esplorazione e rilievo di vecchie e nuove cavità.
La Grigna settentrionale ha ospitato speleologi di diversa provenienza, italiani e polacc
Esplorazioni grandi e piccole: Le Bambine Crescono sono state portate a -630m, L’Abisso delle Spade, è stato rilevato con WLD e arricchito di un nuovo ramo, il Pozzo del Dito e il Tigre sono stati rivisti, con pulizia di residui lasciati nel primo.
Una miriade di “piccole” grotte è stata rilevata dopo lo scioglimento dei nevai del Bregai. Ci si è spostati vicino al Rifugio Brioschi per una nuova grotta su frattura che sarà presto riesplorata.
Si è rivisto il P30 con 3 ingressi, ingresso più alto della zona. Ci si è spostati anche sulla Via dei 50, verso il passo della Capra, su pareti poco agevoli che nascondevano un P20 impostato su frattura, un traforo, dieci metri di freatico un’altra piccola grotta e, inaspettatamente, un’ampia galleria freatica, 5905, che sisviluppa per oltre 200 m: una vera stranezza per la Grigna: tutto è stato rilevato ed è già a catasto.
Ed è stato conferito alla rifugista del Bogani il Premio Custode delle Terre Alte, assegnato dal CAI – Comitato Scientifico a seguito di segnalazione di InGrigna! e del CAI SEM.
Riflessioni e riepilogo a fine del 21° Campo InGrigna! 2023
Vecchi e nuovi fascini delle formazioni geologiche e degli ambienti sotterranei
La Grigna Settentrionale, maestosa e imponente, è la regina delle Prealpi Lombarde.
Situata a nord del Lago di Como, si innalza con vette affilate e pareti rocciose a picco, vero paradiso per chi ama escursionismo e arrampicata, o semplicemente il riposo attivo.
E paradiso speleologico: un susseguirsi di doline e grotte che attirano speleologi da tutto il mondo in cerca di avventure sotterranee.
Luogo di bellezza naturale incontaminata, offre sensazioni indimenticabili per chi decide di frequentarla, ma crea dipendenza.
Non serve scrivere per essere poeti, non occorre creare qualcosa per essere artisti, nemmeno essere forti speleologi per stare in compagnia di chi – davvero – lo è.
Quindi, ecco il mio secondo campo speleologico in Grigna!
Si arriva carichi come muli e si scopre sempre che qualcosa di fondamentale è rimasto a casa o al parcheggio: pazienza.
Montaggio delle tende e visita al Rifugio Bogani, nostro asilo, dove salutiamo Mariangela con la sua famiglia: Enrico, Erica con Luca e i tre inarrestabili Mirko, Michele e Mattia, con Sergio ed Ambra.
La mattina dopo, in Grigna, si dissolve la notte (mai del tutto oscura): rivela un mondo limpido, a cui senti di appartenere.
Quindi, tutti al lavoro.
Tra impressioni ed esplorazioni, parto disordinatamente con il resoconto delle attività.
Le Bambine Crescono: crescono, poco alla volta, e stavolta arrivano a -630m.
Simona Manzini, Lele De Rose, Giorgio Pannuzzo e Gianluca Perrucchini continuano la loro opera.
Scendendo, hanno sistemato alcuni armi e messo due deviatori, per tenere le corde fuori d’acqua.
Lastricato il fondo del cunicolo fangoso dove si erano fermati la scorsa volta, hanno proseguito imperterriti fino al richiamo dei cappelletti in brodo di Simona: speleologi duri!
E’ stato riarmato il pozzo sceso tre settimane prima, ed anche il saltino che segue, di partenza angusta.
Qui parla Marco: “Sotto parte un bel meandro in discesa dove va via l’aria. Dopo pochi metri un altro saltino, e si arma anche questo: ancora un meandro, meno spazioso, ma non per molto, grazie a Gianluca. Ancora un saltino, che si arma con l’ultimo spezzone di corda.
Il meandro riprende ampio e si sale sopra massi crollati. Si passa ad armare un passaggio in discesa con blocchi fatti appositamente cadere: qui l’aria si infila tra i blocchi crollati e si vede nero”.
Giorgio e Gianluca sono tornati al movimento terra (e pietre), per aprire un passaggio di pochi metri, armato a massi.
Il meandro da qui continua sotto un basso passaggio di roccia molto fratturata, che in breve diventa un comodo passaggio.
In libera sono passati avanti, seguendo il meandro sempre in discesa. In libera un traverso.
Dopo un un intaso sbloccato, è proseguita la rincorsa dell’aria, finché un saltino non superabile senza corda (finalmente) ha fermato i nostri eroi.
Il rilievo è completato fino a -630 m: vedere nel buio non dovrebbe essere possibile, ma l’oscurità delle Bambine – lo sappiamo – porterà ben oltre il nostro sguardo.
WLD, W Le Donne (sempre, ma anche gli Uomini): Florian, dalla Svizzera con furore, è sceso in solitaria ad Utopia e si è infilato nel ramo “Ungabalunga”, arrivando circa a – 400 m.
A WLD anche i polacchi Fryrkapunk e Kaja, nella seconda settimana, sono scesi in esplorazione sotto il campo base.
Non è mancata l’attività di rilievo e revisione di alcune piccole (per la Grigna) grotte sulla cima della PIancaformia (5899 e 5900, 9287), poi sul Bregai (1622, 1602 ed altri buchi, vicino alla zona dell’Abisso delle Spade).
Tra questi, il grottino dietro alla rientranza usata come magazzino delle Spade ed un pozzo a neve subito lì davanti: un sogno, a km 0. E poi la 1644, in crescita per lo sciogliersi della neve, con il fondo cosparso di ordinate palline di grandine, e una nuova piccola cavità, la Grotta dell’Uomo Addormentato: -20 m quasi sul sentiero, per dire cosa nasconde qui la roccia, con l’aiuto del ghiaccio.
E ancora la 1657, già esplorata due anni fa: disostruita, attraversata e giuntata a sorpresa. Un bel pozzo con due finestre. Ora 1657 e 1605 formano un unico sistema.
“Per parlare di record, Abbiamo fatto la giunzione meno profonda della Lombardia”, scrive Andrea Maconi “ma l’importante è divertirsi e documentare”.
E così è davvero, al di là delle battute! Oltretutto, l’attività di revisione (ci sono centinaia di grotte da rivedere), in un ambiente come quello della Grigna, è importante anche a causa de rapido scioglimento della neve, che apre nuovi varchi e/o scioglie punti interrogativi.
Il volume di neve perso in pochi anni è davvero impressionante.
5894: sotto il Rifugio Brioschi, era stata avvistato da Lele durante una precedente uscita: l’ingresso è stato reso agibile, così da accedere a pozzo su frattura, che si ferma su intaso a -20m.
C’è tanta aria in aspirazione in fondo, quindi è programmata una prossima esplorazione per superare l’intaso.
Al Tigre, completato l’anno scorso, è stata data un’ulteriore occhiata: rivisto e poi disarmato, passando davanti alla fredda bocca delle Bambine Crescono.
Abisso delle Spade: 54 ore di punta per Andrea Maconi, Felicita Spreafico, Alex Rinaldi e Gianluca Selleri.
Il gruppo ha esplorato le zone di WLD dei Freatici di Sx di -1100m oltre il sifone (dov’era la pompa), indossando le mute stagne a -750m.
Di lì, cunicoli e pozzi fangosi fino a -980m, dove inizia l’attività di rilievo.
Gira che ti rigira, ecco un ramo attivo e un camino, poi un freatico e un pozzo, rilevando 300m nuovi, alla profondità di -1250m, forse un nuovo, ennesimo fondo di WLD.
La prima punta a W Le Donne entrando dalle Spade.
Completamento del rilievo per collegare finalmente le due grotte. Primo meno 1000m per la fortissima Felicita e scoperta di un nuovo ramo, “I promessi sposi”: ottobre è alla porte, e una cerimonia (sia pure versione montana) anche.
P30 con 3 ingressi. Un avvicinamento un po’ emozionante, superato in scioltezza (dagli altri), porta al P30 con 3 ingressi: qui si dovevano arrampicare due camini a -70 e armarli, ma i luoghi erano già stati fixati ed esplorati: bellissimo comunque, con disarmo totale e ritorno meno avventuroso, su pratoni e dal Bregai.
Via dei 50, verso il passo della Capra: la ricerca si è spostata anche sul versante del passo dello Zapel, cercando un buco segnalato da un alpinista, Lorenzo Festorazzi.
Trovata in un versante improponibile (nomen omen passo della Capra…), la grotta si è rivelata un P20 impostato su frattura.
Sono stati trovati un traforo, dieci metri di freatico tagliato, un’altra piccola grotta e, inaspettatamente, un’ampia galleria freatica, 5905, che si sviluppa per oltre 200 m, quasi tutti orizzontali: una vera stranezza!
Il tutto è stato rilevato. Andrea e Felicita sono tornati altre due volte, armando la 5893 trovata poche settimane prima: molta aria, P15, P9, P6 e poi un meandro non transitabile: belle morfologie di pozzi e ciotoli sul fondo.
Pozzo del Dito: Alex, Fryrkapunk e Kaja con Andrea ha proseguito le esplorazioni nell’attivo di -600. 24 ore di punta: tre pozzetti bagnati hanno fatto sperare, ma uno stretto meandro ha dato lo stop a -680m, con disarmo eroico fino a -550 m.
Ritorno un paio di giorni dopo per un intervento di pulizia: al campo base a -220m (davvero poco utile), sono stati tirati fuori 2 sacchi di corde e altro materiale di risulta lasciati da altri speleo, certo non altrettanto attenti all’ambiente carsico.
Pozzo delle Taccole (nelle vicinanze del Rifugio Brioschi, scendendo dalla Bocchetta del Releccio): è stata valicata una fessura del Pozzo dove si erano fermati i precedenti esploratori.
Attraversato un P22 coperto da colate calcitiche (non comune per la Grigna) e poi uno stretto cunicolo fino a che è diventato impercorribile, si è raggiunta la profondità di -50m.
Premio Custode delle Terre Alte (bando CAI https://csc.cai.it/premio-custodi-delle-terre-alte/).
Per Mariangela, detta Mari, che gestisce con la bella famiglia il Rifugio Bogani, una meritata sorpresa: InGrigna!, con il CAI SEM, ha proposto il suo nominativo nel bando nazionale del CAI – Comitato Scientifico Centrale – Gruppo Terre Alte che individua in Italia ogni anno 5 Custodi delle Terre Alte, da inserire in un apposito Albo per la loro dedizione alla difesa delle tradizioni locali.
La candidatura di Mari è stata accettata e, la sera di Ferragosto, abbiamo potuto consegnare alla Custode del bosco dei larici millenari un attestato CAI che, quale Custode delle Terre Alte, la premia per l’impegno instancabile a tutela del territorio e dei valori culturali ed ambientali della Grigna, per la semplice e ospitale accoglienza, per la resilienza dimostrata anche nei momenti difficili dell’emergenza sanitaria, ed anche per l’amicizia e per le sue uniche e inimitabili patole (ravioli di Esino preparati a mano).
Sabato 26 termina il campo, e già si aspetta con ansia il prossimo: un’esperienza meravigliosa, tra Lombardi, Svizzeri, Liguri e Polacchi.
Tra chi scorda l’imbrago (ma se lo costruisce), chi si addormenta all’imbocco della grotta, chi prepara un ottimo risotto sulle pietre, chi porta il pesto fatto in casa per la compagnia, chi fa saltare i chiodi, chi torna indietro, c’è spazio per tutti, qui in Grigna, vicino ad alcuni (i più) che sono, davvero, fortissimi.
Agli amici del Bogani, Mariangela, Enrico e famiglia, va il nostro ringraziamento, come sempre, per la logistica, le cene succulente ed abbondanti e l’amicizia.
Hanno partecipato: Alex Rinaldi, Andrea Maconi, Felicita Spreafico, Marco Corvi, Simona Manzini, Emanuele De Rose, Gianluca Perucchini, Gianluca Selleri, Giorgio Pannuzzo, Marina Abisso, Andrea Roccatagliata, Ombretta Dell’Acqua e “i Polacchi”, Fryrkapunk e Kaja.
Marina Abisso
SpeleoClub Ribaldone
26/8/2023