Anno “record” per il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico. Nell’arco del 2020 sono stati oltre 10.000 gli interventi effettuati su tutto il territorio nazionale, nonostante le pesanti restrizioni e i lunghi mesi di lockdown dovuti all’emergenza epidemiologica da COVID-19. Oltre 450 le vittime in montagna.

Sono state 10279 le missioni compiute dal Soccorso Alpino e Spelologico durante l’anno 2020 di cui 7658 in terreno impervio, con l’impiego di 43247 soccorritori, pari a 29.459 giornate, sfiorando le 200.000 ore totali di impiego. Sono state oltre 450, purtroppo, le vittime in montagna.

L’attività del Soccorso Alpino e Speleologico è stata particolarmente intensa durante la scorsa estate – ha dichiara Maurizio Dellantonio, presidente nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico – Nonostante i lockdown non ci siamo fermati nella preparazione e l’addestramento, consapevoli che saremmo stati chiamati ad un impegno corposo nei mesi successivi. Ci siamo messi anche a disposizione delle strutture di Protezione Civile, durante l’emergenza. Abbiamo studiato nuovi e efficaci protocolli d’intervento in chiave di contenimento del rischio biologico, per garantire la sicurezza delle persone soccorse e limitare i contagi fra i nostri operatori.- continua Dellantonio – Posso dire con orgoglio che grazie all’impegno del nostro personale, e grazie alle dotazioni e i DPI acquistati, non abbiamo riscontrato casi di contagio durante le nostre operazioni di soccorso.

Dalle analisi emerge che le persone soccorse sono state 9824 di cui: 3635 illesi (37 %), 4093 feriti leggeri (41,7%), 1313 feriti gravi (13,4%), 228 feriti in imminente pericolo di vita (2,3%), 465 deceduti (4,7%) e 90 dispersi (0,9%).

Tra le attività che hanno generato le chiamate di soccorso alpino, il primo posto è occupato dall’escursionismo, con 4579 casi (46,6%), seguono lo sci alpino, la mountain bike (7,0%), l’alpinismo, che registra 494 infortunati (5%), seguito da altre voci numericamente meno importanti.

Le cause che hanno innescato la chiamata di soccorso, cadute e/o scivolate, su tutti i terreni, occupano la testa della classifica con 4604 casi (46,9%), seguite dalla voce “incapacità” (28,4%), che comprende fra l’altro situazioni quali: perdita di orientamento, sfinimento, ritardo. Al terzo posto troviamo i malori, con 1158 infortunati e 356 chiamate di soccorso invece (3,6%) dovute alle pessime condizioni meteo.

Fondamentale è stato l’impiego del mezzo aereo, effettuato soprattutto con gli elicotteri operanti nelle basi operative del SUEM, protagonisti di 3123 missioni di soccorso alpino; in 1044 interventi è stato utilizzato l’elicottero della Protezione civile, principalmente per quanto riguarda la regione Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia. Il 2,8% delle operazioni sono stati concluse con l’apporto di mezzi dei Vigili del Fuoco, seguiti poi da altri aeromobili dell’Amministrazione pubblica: Guardia di Finanza, Aeronautica Militare, Polizia di Stato, Esercito e Carabinieri.

Per quanto riguarda l’attività speleologica si sono registrati quattro incidenti che hanno coinvolto quattro appassionati di esplorazione in grotta, fortunatamente senza vittime.

Tutti i dati sono consultabili sul sito del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Spelologico all’indirizzo www.cnsas.it

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