Un incontro per ricordare il grande scienziato ligure e la storia della speleologia locale
Il prossimo 12 aprile, alle ore 17, la Sala Ghio Schiffini della Società Economica di Chiavari ospiterà un incontro a cura dell’Associazione Il Bandolo, del CAI Chiavari e del Gruppo Speleologico Issel.
L’evento ha due parti:
- “Arturo Issel – Testimonianze e memorie di un grande scienziato e geologo ligure“, dedicato ad Arturo Issel, celebre geologo e scienziato ligure, figura centrale nella storia della geologia e della speleologia italiana.
- “Gruppo Speleologico Chiavarese: una storia degli anni ’70“, occasione per ripercorrere la storia del Gruppo Speleologico Chiavarese, con particolare attenzione agli anni Settanta, un periodo di intensa attività esplorativa e scientifica sul territorio.
Interverranno Marco Marchesini e Mauro Valerio Pastorino, speleologi e storici del Gruppo Speleologico Issel, che porteranno contributi scientifici e personali sulla figura di Issel e sul contesto speleologico dell’epoca.
L’iniziativa, gratuita, è organizzata con il patrocinio dell’associazione culturale “Il Bandolo”, e si rivolge a studiosi, appassionati di scienze naturali e storia locale, ed a tutta la cittadinanza interessata a riscoprire il patrimonio scientifico e umano della Liguria.
IL GRUPPO SPELEOLOGICO CHIAVARESE
Negli anni ’70, il Gruppo Speleologico Ligure “Arturo Issel” (G.S.L. Issel) aveva ampliato le proprie attività nella zona dell’Alta Val Graveglia, in provincia di Genova. Durante questo periodo, alcuni membri del G.S.L. Issel, tra cui Yves Palazzolo, avevano aperto la sezione chiavarese del gruppo. Questa sezione si era dedicata all’esplorazione e allo studio delle cavità presenti nel territorio, contribuendo significativamente alla documentazione e alla conoscenza del patrimonio speleologico locale.
La parte dell’incontro del 12 aprile presso la Società Economica di Chiavari dedicato al “Gruppo Speleologico Chiavarese: una storia degli anni ’70” si propone di ripercorrere queste esperienze, evidenziando il contributo del gruppo allo sviluppo della speleologia nella regione e ricordando le figure chiave che ne hanno fatto parte.
ARTURO ISSEL: UNA VITA TRA SCIENZA, ESPLORAZIONE E ARCHEOLOGIA
Arturo Issel (1842–1922) è stato un geologo, paleontologo, archeologo e naturalista ligure, tra le figure più significative della scienza italiana tra XIX e XX secolo. Nato a Genova, dedicò la sua vita allo studio delle scienze della Terra e delle origini dell’uomo, con un approccio multidisciplinare che integrava geologia, speleologia, antropologia e archeologia. Nei suoi viaggi, raccolse dati, fossili e manufatti che contribuirono alla comprensione delle ere geologiche e delle prime culture umane. Fu anche docente universitario e autore di numerosi studi scientifici, molti dei quali ancora oggi considerati fondamentali.
Grazie alla sua visione e capacità di collegare dati, luoghi e culture, contribuì in modo decisivo alla nascita di una scienza preistorica italiana, radicata nello studio dei territori e aperta al dialogo con il mondo scientifico europeo.
Le ricerche di Issel nelle Arene Candide, punto di riferimento dell’archeologia mediterranea e europea
Uno dei suoi contributi più celebri riguarda gli scavi nella grotta delle Arene Candide, vicino a Finale Ligure, nella seconda metà dell’Ottocento. Qui Issel condusse ricerche pionieristiche che portarono alla scoperta di importanti reperti del Paleolitico superiore, tra cui il celebre “Giovane Principe”, una sepoltura preistorica risalente a circa 24.000 anni fa.

(da http://archeoliguria.beniculturali.it/Le_Arene_Candide_un_archivio_della_preistoria_ligure_nel_territorio_del_finalese.pdf)
Arturo Issel, fondatore dell’Istituto di Geologia dell’Università di Genova e poliedrico scienziato, nel giugno del 1864, in compagnia di Adolfo Perez, per primo si rese conto delle potenzialità del sito. Le prime campagne di scavo avvennero dieci anni dopo, con Yeats Brown Montagne, console britannico a Genova, e lo zoologo Victor Brooke, anche per provvedere a rinvenire reperti utili al nascente Museo Nazionale Etnografico e Preistorico di Roma (il Museo “Luigi Pigorini”). Tra il 24 agosto e il 3 settembre 1876 intraprese un nuovo scavo ed ancora uno nel 1877. L’ultimo scavo fu nel 1884, con il Capitano Enrico Alberto D’Albertis. Don Pietro Perrando si occupò delle Arene Candide a partire dagli anni compresi fra il 1867 ed il 1874 e vi tornò dopo gli scavi di Issel del 1874. Alle Arene Candide Don Perrando trovò la prima delle cosiddette “lampadine”, “piccole terre cotte, simili per la materia ai cocci più rozzi, che sembrano pipe a cui manca parte della cannuccia e col ricettacolo del tabacco più voluminoso del consueto” (ISSEL 1908).
Nicolò Morelli, sacerdote e allievo di Issel, effettuò uno scavo nella Caverna nel 1883, e tornò sul sito con Issel e poi senza di lui, fino al 1886. Estrasse numerose sepolture neolitiche e la prima statuina fittile ritrovata in Liguria (DE PASCALE 2008, pp. 233-241). Gli scavi del secolo XIX misero in luce un grande quantità di materiale, che ne attesta la frequentazione tra il Neolitico e l’età tardo antica. Tali materiali confluirono per lo più al Museo di Archeologia Ligure di Genova e in parte al Museo Pigorini di Roma.
Le campagne si interruppero, e la riapertura avvenne quasi per caso.

Nel 1939 venne fondata la Soprintendenza Archeologica per la Liguria. Luigi Bernabò Brea, archeologo classicista, il primo Soprintendente nominato, giunse nel Finalese con Luigi Cardini, membro dell’Istituto Italiano di Paleontologia Umana, per esaminare il territorio da tutelare. Alla stazione ferroviaria di Borgio Verezzi, il Sindaco del paese e il Direttore del locale Museo, data la forte pioggia, suggerirono agli studiosi di non recarsi in altura, per motivi di sicurezza.
Scelsero così di visitare la vicina Caverna delle Arene Candide, già nota e parzialmente scavata nell’Ottocento, ma ritenuta esaurita. E qui scorsero grandi lingue di terra che si addossavano alla parete in giacitura primaria, ancora da scavare. Si diede avvio alle ricerche che subito individuarono la grotta come punto di riferimento dell’archeologia mediterranea e europea (FOTO 2).
Il grande risultato dell’opera di Issel nelle Arene Candide non solo segnò l’inizio dell’archeologia preistorica ligure, ma gettò anche le basi per metodi di scavo più scientifici, anticipando l’archeologia moderna. Le sue osservazioni stratigrafiche e il rispetto per il contesto dei ritrovamenti rappresentarono un passo avanti rispetto agli standard dell’epoca.
Marina Abisso ONCN – TAM
“Arturo Issel – Testimonianze e memorie di un grande scienziato e geologo ligure – Gruppo Speleologico Chiavarese: una storia degli anni ’70”
Associazione culturale Il Bandoloo
Interventi: Marco Marchesini e Mauro Valerio Pastorino del Gruppo Speleologico Issel
Dove: Sala Ghio Schiffini – Società Economica di Chiavari, Via Ravaschieri 15
Quando: 12 aprile 2024 – Ore 17:00
Ingresso libero