Partiamo da Vicenza armati sopratutto di buona volontà….l’idea è di sistemare qualche armo fatto dai giovani esploratori e se possibile riprendere da dove hanno lasciato.
Il ramo laterale non l’ho mai visto e sono curioso di capire se la strada giusta è quella. Traverso e dentro la finestra e un mondo nuovo si apre.Non ci si aspetta una forra con tanto di marmitte il tutto inserito tra due pareti bianche e frastagliate sino alle porte di Thanaussen dove invece la grotta torna alle sue consuete fattezze..un meandro stretto e sinuoso. Sostituiamo un paio d’armi e mettiamo una corda dove non c’era per aiutare la progressione con i sacchi e arriviamo alla strettoia disostruita.
Buon lavoro ma fatto un pò troppo su misura e il mio corpo massiccio mi fa tribolare e solo l’esperienza mi aiuta ad uscire indenne..chissa’ come sarà il ritorno ma ci penserò dopo.Magia superata la strettoia la grotta si approfondisce e si ingigantisce e da qui in poi tranne un saltino da 8 metri è tutto vergine.
Aiutandoci armiamo i salti successivi inventando qualcosa di strano tipo un deviatore con cordino direttamente dentro una soglia di roccia per recuperare materiale ma le nostre speranze si esauriscono in fondo ad una frana di ghiaia e fango….Proviamo a risalire ma niente tutto tappa.
Sembra ancora una volta che la strada per la bigonda sia chiusa ma così non è. Usciamo dopo qualche ora e torniamo in pianura un pò delusi senza contare però del forte entusiasmo dei giovani esploratori.
Tornano quindi loro per 2 o 3 uscite e decidono di esplorare la grotta da cima a fondo ( tranne il Pozzo Mortale)..e dopo aver messo una pietra sopra al ramo inferiore si inoltrano dove ero arrivato io e qualche metro prima iniziano a risalire. Gianki li stimola a far da soli e così con un lungo traverso un pò hard arrivano in una piccola saletta anche questa piena di ghiaia e fango.
Questa spedizione di cui trovate traccia sul sito GRUPPOGROTTETREVISIOL.ORG ha avuto alcuni momenti anche simpatici tipo il passaggio del geologo parancato o il colpo di fortuna di aver individuato la prosecuzione.
Si quando meno te lo aspetti c’è sempre uno speleo curioso che inizia a ravanare su dei sassi e apre un varco.
Lateralmente al meandro si apre un pozzo di 5/6 metri dal quale esce un’aria ghiacciata in quantità notevole tanto da far desistere anche i più coraggiosi.
Torniamo sul posto io e Gianki ( promettendo di non esplorare oltre il lavoro dei giovani) e risolviamo alcuni armi per rendere agevole il percorso.
prima dell’ultimo salto in discesa si trova una corda che risale per una trentina di metri e ti porta nella parte superiore del meandro.Qui anche se sei ben alto traversi molto agevolmente sino ad una saletta completamente chiusa dove forse si può installare un bivacco di emergenza( bisogna andarci quando piove per capire).
Qualche metro prima uno stretto passaggio immette in un fusoide che scende di 4 o 5 metri dove la grotta prosegue.
L’ingresso del nuovo pozzo è stretto e si apre sul duro calcare ma esce un’aria fotonica che percorre comunque tutto il meandro fin quasi alla uscita.
Qui finisce per ora l’esplorazione perchè altre due uscite per disostruire non hanno ancora avuto ragione della strettoia che apre la strada.
Il generale inverno ha chiuso la strada ammantandola di neve per lasciar posto agli appassionati di sport invernali e raggiungere l’ingresso diventa un’impresa tipo spedizione polare.
Aspettiamo la primavera e vediamo cosa ci riserva il futuro.
La grotta per ora ha uno sviluppo di 600 metri e si approfondisce di circa cento metri….quindi si deve pedalare per esplorare….non presenta difficoltà se non in 2 o 3 punti dove è stretta ma ancora per poco anche perchè meno si tribola meglio è.
Le potenzialità sono molte e chi aveva siglato l’ingresso senza più esplorare forse qualcosa aveva intuito… Oggi la grotta la stanno esplorando giovani speleologi che spero si prendano belle soddisfazioni a me rimane il gusto di averla trovata e di partecipare un passo indietro in questa nuova avventura
To Be Continued……Claudio Barbato