Da un mesetto arrivano dai giornali notizie più o meno credibili su una scoperta misteriosa al di sotto del Colle del Melogno, nell’entroterra savonese, ma finora con Scintilena avevo sempre avuto molta cautela nel divulgare notizie clamorose, voci, leggende, finchè non mi sono deciso a chiedere direttamente agli amici del Gruppo Speleologico Savonese DLF e subito ci risponde Gianmario Grasso con una relazione esaustiva e certa della scoperta, dello stato delle esplorazioni e della probabile natura delle opere sotterranee trovate. Buona lettura:

“A Pian dei Corsi, alle spalle di Savona, a metà degli anni ’60, con l’avvento della guerra fredda, venne edificata una base radio americana. Lo sviluppo della tecnologia satellitare e la fine della guerra fredda, resero inutile questa installazione, che come molte altre basi in Europa, venne smantellata agli inizi degli anni ’90. Restarono però le numerose leggende che raccontavano di elicotteri che di notte sorvolavano il Finalese, dopo essersi riforniti da navi americane, ancorate al largo della costa, o di grossi camion che sparivano nella montagna, o ancora di piattaforme nei boschi che si aprivano per farne uscire dei missili. Leggende che facevano pensare ad un utilizzo ben diverso della base in questione.

Ma quanto di vero ci fosse in questi racconti, non era ancora dato saperlo, nonostante, fin dai primi giorni dopo la partenza degli americani, in molti si fossero interessati alle ricerche di sotterranei nascosti.

Qualche anno fa, una giovane escursionista ed il suo fidanzato si imbattono casualmente in un’apertura e ne riferiscono a Claudio Arena, redattore del sito di ricerche storiche Fortezzesavonesi.com. Claudio Arena, insieme a due speleologi della Commissione Cavità Artificiali del Gruppo Speleologico Savonese DLF, decidono quindi di approfondire la cosa scendendo nel cunicolo.

Dopo una discesa di circa 60 metri, attraverso quella che si è poi rivelata un’uscita secondaria di servizio, i tre entrano così in quello che, dal rilievo effettuato, risulta essere un sistema labirintico della lunghezza di circa 800 metri, con gallerie a volta, scavate nella roccia e rivestite in cemento, che si dirigono in varie direzioni e terminano su altri ingressi murati e stanze di aerazione. Altre stanze di varie dimensioni compongono poi il sistema, una di queste ha dimensioni molto maggiori delle altre (circa 200 m2, per 11 m di altezza) e doveva sicuramente rappresentare il centro operativo del sistema sotterraneo che si è scoperto in realtà essere un progetto militare italiano e più probabilmente legato ad un differente utilizzo di quello che poi invece divenne un semplice teleposto (ancora oggi in funzione) dell’Aeronautica Militare, sul Mt. Settepani. Un complesso quindi mai portato a definitivo compimento, la cui realizzazione, quasi contemporanea a quella della base americana di Pian dei Corsi (dati raccolti nel sito collocano parte dei lavori al 1956 e testimonianze di ex militari che pare abbiano partecipato ai lavori dell’epoca, la collocano tra il 1952 ed il 1957) unita alla segretezza di quanto stava avvenendo su quelle alture alla vigilia della guerra fredda, hanno evidentemente poi alimentato il mito che i sotterranei riguardassero la base americana di Pian dei Corsi. Il tempo ed i passaparola hanno fatto il resto.

Quello che è certo è che quelle alture, non importa quali, furono davvero scelte per qualcosa di imponente e segreto e che i racconti degli anziani del posto erano in gran parte veri.”
Gianmario Grasso
(Fortezzesavonesi.com & Gruppo Speleologico Savonese DLF)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *