di Maurizio Anselmi

GSSG TRIESTE



Il progetto di realizzazione del tratto ferroviario del Corridoio 5 sotto il Carso Triestino, dopo un periodo di oblio e nonostante le notizie di stampa contraddittorie che proclamano la mancanza di fondi, è tornato -sembra- in discussione.


Il giorno 24 novembre si è tenuta a Roma, presso il Ministero per i Beni Culturali, una riunione con i responsabili del progetto delle RFI.

Il Ministero haindetto la riunione perchè la Soprintendenza ha espresso un parere fortemente critico sulle opere.

Al tavolo erano rpesenti solo i responsabili della RFI (pochissimo diponibili al dialogo e ad affrontare la questione in termini generali), due funzionari del Ministero, il Soprintendente Martines ed il sottoscritto in qulità di funzionario della Soprintendenza di Trieste.

Non è stato possibile introdurre modifiche al progetto, e per questo adesso la Soprintendenza richiederà integrazioni e studi sull’impatto paesaggistico facendo il proprio lavoro.

PERO’ trattandosi di opere sotterranee l’impatto pesaggistico può essere messo in dicussione sotto il profilo di competenza della Soprintendenza perchè l’oggetto (il sottosuolo) può non essere consideratro vincolato.

Premetto che allo studio è allegato un lavoro del prof. CUCCHI dell’Univesità di Trieste, redatto a regola d’arte sotto il profilo strettamente professionale. Il fenomeno carsico è inquadrato correttamente ma non vi sono valutazioni di carattere generale e progettulae: cioè la consulenza è stata affidata DOPO che il progetto è stato deciso senza che fosse, invece, la valutazione dei vincoli ambientali a pilotare la scelta del tracciato.

Lasciando perdere la valutazioni personali, ritengo che il problema vada affrontato in termini diversi e molto seriamente:

1- le gallerie passano a poca distanza dei laghi carsici di Doberdo’ e Pietrarossa alimentati proprio dalla falda sotterranea. Per essi lo studio esclude modificazioni ed alterazioni del regime idrico

2.- le gallerie intercettano di sicuro solo sette grotte accatastate, la qual cosa è asolutamente insignificante se confrontata con l’interezza del fenomeno carsico (circa cinquemila grotte accatastate). E’ possibile ovviamente che un numero imprecisato di cavità venga alla luce durante il cantiere, anche in zona freatica, tenendo conto del fatto che nel tratto dopo l’Abisso Massimo verso Trieste tutto il tragitto è sotto la quota di escursione del livello piezometrico

3.- vengono interessate sicuramente dai cantieri e dalle opere d’arte zone ancora intatte e di interesse ambientale: laghetti delle Mucille, Iamiano, falde del Monte Hermada, Grande dolina della grotta del Pettirosso, solo per citarne alcuni.

4.- verso la Slovenia (udite udite) le galleria passano sotto il paesi di Bagnoli della Rosandra e il Monte Carso e più avanti l’atipiano di Beca e Ocisla. Penso che i danni all’acquifero in questa zona sono assolutamente certi.

Bisogna che eminemti personalità e studiosi attivi neol campo facciano sentire la loro voce in modo motivato: potrebbe essere anche che tutto vada bene così com’è, in caso contrario dobbiamo farci sentire presso i Ministeri, la Regione, i Comuni non per generiche proteste, ma affrontando temi concreti in termini scientifici.

Mi rivolgo alla SSI ed in particolare alla presidenza perchè si renda interprete del problema intervendo in prima persona e facendo intervenire personalità in grado di aiutarci a studiare il problema (un docente sarebbe perfetto).

Il progetto è pubblico è può essere studiato nei dettagli, io ne ho già una buna conoscenza che metto a disposizione.

Ritengo che bisogna fare presto e avvalersi del nostro status di Associazione che svolge tutela ambientale: il WWF ha già redatto un ottimo documento di osservazioni, ma noi possiamo fare meglio nel campo della geologia e speleologia.

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