Notizia di Francesco De Grande (OSM Sottosopra – Modena)

La Val Serenaia dal 2000 in poi – Apuane settentrionali (LU)
Ovvero perchè nel marmo è più difficile esplorare che nel calcare selcifero?

Forse non tutti sanno che da circa dieci anni la Val Serenaia, una volta
considerata la cenerentola delle generose (speleologicamente parlando) Alpi
Apuane sta riservando grossissime sorprese. La prima sensazionale scoperta è
stata fatta tra il 1994 e il 1996, quando venne esplorata la

Buca del Pannè,
cavità di grandi dimensioni interemente sviluppata nei calcari selciferi
(oggi è un vero e proprio sistema con 4 ingressi, circa 600m di dislivello e
oltre 5 km di sviluppo), considerati fino a quel momento non idonei a
contenere un così vasto vuoto ipogeo. Un po’ più in alto, a 1700m di quota,
c’è un altra grotta, la Buca dei Canneggiatori (-380 per oltre 1 km di
sviluppo) che non fa parte del sistema (almeno per ora).
La seconda scoperta è relativa al percorso sotterreneo delle acque, che
contrariamente ad ogni ipotesi fino ad allora formulata, trovano la loro
risorgenza a Nord, presso l’abitato di Equi Terme, ad una distanza in linea
d’aria di oltre 7 km. Poi in anni più recenti le colorazioni effettuate in
Carcaraia dalla Federazione Speleologica.Toscana (FST) confermavano il
percorso delle acque (Saragato-Ariaghiaccia e recentemente Mani Pulite),
aumentando ancor di più le dimensioni dell’ipotetico bacino d’assorbimento
che alimenta Equi. Le nostre ricerche si sono così spostate verso i marmi
che affiorano sul lato nord-ovest della valle, marmi purtroppo gravemente
“disturbati” dal frenetico lavoro di estrazione del marmo (oggi ancor più
grave in quanto la produzione di ghiaia dal marmo genera una modalità di
estrazione se possibile ancor più selvaggia, tanto va tutto macinato in
frantoio!).
Nella fascia del marmo sono state individuate decine di cavità, piccole e
grandi. Dalla Buca Giovo (-20) all’Approfitterol (-150). Solo tre di queste
sono però diventate abissi di un certo rilievo (nell’ordine: anno 2000, Buca
Libre -300; anno 2001, Abisso Tuttelame -305; anno 2003 – Buca Nuova (nome
provvisorio) -315). Quest’ultima è ancora in esplorazione e al contrario
delle altre buche (ingressi bassi con forti correnti d’aria che
disgraziatamente si perdono ad una certa profondità, terminando in strettoie
impraticabili) qui l’aria c’è sempre, e per di più da -250 inverte
decisamente puntando ad un ulteriore ingresso basso. La cosa che ci lascia
un po’ perplessi è che, diciamo così, va nella direzione “sbagliata”, e cioè
mentre tutti sappiamo che l’acqua va a nord e quindi tutte le buche che si
trovano in un area più a nord della Carcaraia e del Pannè (come queste) sono
più interessanti, queste tre si dirigono (tutte e tre!) verso sud-sud-ovest.
So già che chi non è esperto di Apuane ci sta capendo poco o nulla, ma è
come se il marmo di val Serenaia volesse smentire quello che i calcari
selciferi ci hanno confermato, come se volesse prendersi una rivincita e
portarci più a sud, alla sorgente del Frigido! Una specie di girotondo delle
acque, un simil Acquafan di Riccione.
Certo, queste sono solo ideuzze per scherzare un po’; ancora non si può dire
nulla, quest’ultima buca può sempre invertire il suo senso di marcia,
trovare altre fratture importanti e dirigersi a nord (in fondo ci sono oltre
700 di dislivello prima di toccare la quota della risorgente, e le acque che
da Carcaraia vanno ad Equi (270 slm) si muovono certamente a una profondità
maggiore del nostro misero 1000m slm). E’ sicuramente presto per parlare di
colorazioni anche nei marmi di Serenaia, anche se…

Per la cronaca: la Buca Nuova è stata trovata nella caldissima estate del
2003, scavando letteralmente fra i sassi lungo un canale appena dentro il
bosco, inseguendo il filo d’aria fredda che ne usciva. Si sviluppa per 540
metri con una sequenza classica pozzo meandro pozzo, e scende per 315m.
A -130 si incontra un primo sifone alla base di un p15. Traversando il pozzo
senza scenderlo si raggiungono altri ambienti che portano al primo vero
meandro fossile (-250). A – 300 si torna sull’attivo. L’esplorazione è
condotta dal binomio emiliano (OSM Sottosopra di Modena / GSPGC Reggio
Emilia) e dal GSL Lucca. Come al solito non mancano i nostri amici di
Catania, sempre presenti, quando possono, alle esplorazioni in val Serenaia.

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