Il Giro d’Italia si avvale in tutti i tratti in cui vi sia particolare pericolo come lo sterrato o gli strapiombi, del supporto di sicurezza dei Tecnici del CNSAS, il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e speleologico per garantire la sicurezza dei partecipanti e del pubblico. In questa edizione un mezzo del Soccorso Alpino Nazionale con tre tecnici di soccorso è sempre al seguito dei corridori per intervenire immediatamente se ce ne fosse la necessità, come purtroppo accadde, ma con un esito favorevole due anni fa quando in Lombardia vicino a Bergamo un corridore spagnolo precipitò per 80 metri in un dirupo venne poi salvato dal soccorso alpino e dall’elicottero del 118. Ad una prima parte di percorso pianeggiante e di salita è seguita una tratta in discesa per Croce di Fighine con diversi dirupi che costeggiavano la strada sterrata. In tale tratto quattro squadre del SASU, il Soccorso Alpino e Speleologico dell’Umbria, hanno fatto presidio, ma, a 13 km dal traguardo, un ciclista ha perso il controllo, sembra per manovra errata di scambio borraccia, finendo rovinosamente al suolo e riportando ferite al volto. Prontamente soccorso dagli uomini del SASU e dal medico di gara, il ciclista è stato messo in breve su barella spinale della delegazione SASU e trasportato con l’auto medica dell’organizzazione all’ospedale di Orvieto per accertamenti e cure.

Grazie ai corsi di Speleo Trauma Care i tecnici di Soccorso sono stati in grado di eseguire il log roll e di assistere in maniera egregia l’equipe medica nel luogo di lavoro.

 

Silvia Sigali Parasecolo

Addetta stampa SASU

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