Non è ancora ufficiale, la notizia viene da Speleomania, postata in Inglese e ripresa da un forum francese:
Due Speleologi Ucraini hanno raggiunto e superato i -2000 metri di profondità con la terza spedizione in quest’anno nella stessa grotta Caucasica. L’abisso Krubera-Voronja non è solo la grotta più profonda del mondo; nell’immaginario speleologico rappresenta un confine che venti anni fa sfiorava le fantasticherie di Giulio Verne, abbiamo raggiunto e superato i due chilometri, per l’esattezza 2050 metri di profondità. Già nell’esplorazione di questa estate avevamo ipotizzato la possibilità di infrangere il muro, con un articolo di agosto che documentava il record mondiale di profondità.
I materiali impiegati sono gli stessi usati dagli speleologi di tutto il mondo: Corde di nylon, caschi e attrezzi comuni. L’apertura delle frontiere e le condizioni economiche migliori stanno aprendo la strada alla speleologia in luoghi remoti del mondo: L’Asia e l’America Latina riservano ancora grandi sorprese e gioie per gli esploratori del buio, gli ultimi cartografi, gli ultimi amanti dell’ignoto.
Le tecnologie moderne hanno ormai mappato l’intera superficie terrestre, rimangono inesplorate solo alcune zone del Sudamerica e poche lande desolate delle Regioni Polari; Anche per gli abissi marini esistono ormai profili più che dettagliati. Lo Spazio offre occasioni alle esplorazioni, ma il gusto della scoperta in questo campo non è appannaggio di comuni mortali se escludiamo gli osservatori dilettanti, ma le enormi spese da sostenere bloccano sul nascere la diretta esplorazione.
All’uomo curioso non resta che cercare nelle viscere della terra: In Italia l’ultima frontiera sono le Alpi che ci stanno progressivamente svelando le loro meraviglie nascoste. Nel mondo oltre all’Asia, all’America Centrale e Sud America c’e’ ancora da cercare nel ghiaccio; stupefacente e incredibile, nei ghiacciai tra i crepacci e i “mulini glaciali” , veri e propri abissi, si snodano chilometri di gallerie, effimere e passeggere, perchè possono richiudersi nel giro di poco tempo. L’osservazione di queste cavità glaciali stà dando origine alla glaciospeleologia, una scienza molto utile soprattutto per monitorare i cambiamenti del clima e dell’atmosfera terrestre nel corso dei millenni.
L’esplorazione e la scoperta, vecchie quanto l’uomo, raggiungono oggi nel nostro campo un traguardo ambito e sognato. Due chilometri di profondità. Agli autori di questa grandissima performance i complimenti della nostra piccola comunità speleologica.
In attesa della documentazione e della relazione ufficiale, rimando i lettori alla notizia francese: http://www.speleomania.com/forums/index.php?act=ST&f=21&t=666#entry1690

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