Un incontro che riporta alla scoperta del 1967
Nel marzo del 1967, un gruppo di speleologi esplorò Mijatova Jama, una grotta che, all’epoca, divenne la più lunga della regione, superando i 1000 metri di sviluppo.
A distanza di oltre cinquant’anni, Mladen Garaši? ha vissuto un momento significativo quando ha incontrato una persona il cui nonno viveva nella zona della grotta proprio in quegli anni.
È possibile che sia stato lui a indicare agli speleologi l’ingresso verticale di Mijatova Jama, segnando l’inizio delle esplorazioni.
Le esplorazioni e la documentazione storica
Nel novembre del 1967, Mijatova Jama fu filmata con una videocamera da 16 mm, un’operazione non comune per l’epoca.
La grotta divenne presto un luogo di riferimento per la speleologia locale, con numerose spedizioni che si susseguirono nel tempo.
Gli speleologi realizzarono bivacchi all’interno e condussero ricerche approfondite sulle caratteristiche morfologiche del sistema ipogeo.
Nel 1971, la prima Scuola Speleologica di Zagabria incluse Mijatova Jama tra le grotte visitate durante le attività didattiche.
Le immagini d’archivio mostrano che alcuni speleologi di quel periodo non indossavano il casco, un segno delle difficoltà economiche legate all’acquisto di attrezzature specifiche, allora molto costose.
Le conseguenze del conflitto e la situazione attuale
Durante la guerra, l’area attorno a Mijatova Jama divenne inaccessibile a causa della presenza di mine.
Per molti anni, gli speleologi non hanno potuto avvicinarsi alla grotta, interrompendo le esplorazioni.
Oggi il terreno è stato bonificato e l’accesso è nuovamente possibile, permettendo agli studiosi di tornare a studiare questo importante sito speleologico.
Memoria e continuità speleologica
L’incontro con la discendente di un abitante della zona ha rappresentato per Mladen Garaši? un collegamento tra passato e presente, chiudendo simbolicamente un cerchio iniziato più di mezzo secolo fa.
L’esperienza di Mijatova Jama rimane un punto fermo nella storia della speleologia croata, testimoniando l’evoluzione delle tecniche esplorative e il valore della memoria storica legata ai territori sotterranei.