Il corpo di Pietro Arena speleologo 72enne, giace in una cella frigo e nessuno si fa carico dei funerali

Da cinque mesi, il corpo di Pietro Arena giace in una cella frigorifera dell’obitorio intercomunale al Campo di Marte a Lucca. Dimenticato da tutti.
Pietro Arena era noto nell’ambiente speleologico lucchese ed emiliano, deceduto per Covid a 72 anni il 9 dicembre scorso, aveva reso turistiche le grotte di Equi, poi chiuse con varie vicende controverse con il Comune.
Nessuno al momento ha reclamato ufficialmente la salma e soprattutto nessuno sembra intenzionato ad accollarsi le spese per un dignitoso funerale.
In attesa che la questione venga risolta, anche sotto il profilo burocratico, la salma riposa dunque in questa fredda cella da ben cinque mesi.
Forse la solidarietà degli speleologi potrebbe risovere il problema, per questo stamattina ci ha contattato Monica Gambi, speleologa toscana, chiedendo di fare un appello alla comunità attraverso La Scintilena.

Convinto “no vax“, non si era vaccinato e a fine novembre era stato contagiato dal Covid in modo grave. Era finito all’ospedale San Luca, dove era purtroppo deceduto in terapia intensiva dopo circa due settimane. La sua scomparsa aveva suscitato dolore tra gli amici della Valle del Serchio e della Lunigiana. Si era impegnato anche politicamente per un certo periodo, salvo poi rompere i rapporti proprio in seguito alle sue rigide posizioni in tema di vaccini e pandemia.

Ma dal giorno della sua morte nessun familiare, dai quali si era da tempo allontanato, ha ritenuto di farsi carico dei funerali. Silenzio. In questi mesi ci sarebbe stato poi anche un rimpallo di tipo burocratico sulla competenza territoriale per l’eventuale pagamento delle esequie in “emergenza“ da parte della pubblica amministrazione: tocca al Comune di Gallicano dove risiedeva negli ultimi anni o a quello di Lucca dove è deceduto? La questione è sospesa. Intanto la salma di Pietro Arena non ha ancora trovato una degna sepoltura.

Fonte: La Nazione

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