Pipistrelli in letargoPipistrelli in letargo

Uno studio sulla nottola comune mostra come il cambiamento climatico influenzi la distribuzione geografica delle aree di letargo in Europa

Pipistrelli in letargo e cambiamenti climatici: nuove evidenze da uno studio europeo

L’area di ibernazione dei pipistrelli in Europa potrebbe estendersi verso nord-est nei prossimi decenni.

Lo suggerisce un nuovo studio pubblicato sulla rivista Ecology Letters, condotto da un team internazionale del Leibniz Institute for Zoo and Wildlife Research (IZW).

I ricercatori hanno sviluppato un modello che collega la temperatura ambientale al dispendio energetico del Nyctalus noctula, il pipistrello notturno comune, per prevedere come cambierà la sua distribuzione stagionale.

Lo studio evidenzia come gli inverni più brevi e caldi influenzino direttamente la durata e l’efficacia del letargo, condizione fondamentale per la sopravvivenza di molte specie di pipistrelli.

Letargo dei pipistrelli e temperatura: il cuore dello studio

Il modello elaborato dagli scienziati si basa su dati fisiologici e ambientali raccolti attraverso due esperimenti.

Il primo ha misurato il tempo trascorso dai pipistrelli in torpore — la fase di letargo — a diverse temperature.

Il secondo ha valutato il dispendio energetico analizzando la produzione di CO? in condizioni controllate.

I risultati hanno mostrato che la temperatura media giornaliera e la durata del periodo invernale sono fattori chiave per determinare la capacità dei pipistrelli in letargo di sopravvivere.

Utilizzando questi dati insieme alle previsioni climatiche, il team ha tracciato l’evoluzione delle aree di ibernazione in oltre 12.000 località in tutta Europa.

Distribuzione geografica del letargo: un’espansione già in atto

Secondo il modello, dal 1901 al 2018 le aree adatte al letargo dei pipistrelli in Europa si sono spostate verso nord-est, con un’estensione del 6,3% rispetto alla distribuzione originaria.

Le previsioni indicano che, entro il 2100, l’espansione potrebbe raggiungere un ulteriore 14%, con uno spostamento di circa 990 chilometri.

Il cambiamento è legato all’aumento delle temperature medie invernali, che riduce il tempo utile per l’ibernazione nelle zone meridionali, rendendo invece più adatti territori precedentemente troppo freddi.

Pipistrelli in letargo: implicazioni ecologiche e conservazione

La nottola comune ha già mostrato una notevole capacità di adattamento, spostando il proprio raggio di ibernazione di centinaia di chilometri nel corso di pochi decenni.

Nonostante ciò, nuove sfide potrebbero sorgere.

In molte delle future aree potenzialmente adatte al letargo, mancano condizioni fondamentali come rifugi sicuri e risorse alimentari sufficienti prima dell’arrivo dell’inverno.

Gli autori dello studio sottolineano che, pur essendo possibile applicare questo modello ad altre specie, è importante considerare altri fattori ecologici oltre alla sola temperatura.

La ricerca apre quindi a nuove riflessioni sulle strategie di conservazione dei pipistrelli in letargo, in un contesto di rapido cambiamento ambientale.

Monitoraggio futuro e valore della ricerca ecologica

Il lavoro svolto dal team internazionale dimostra che il comportamento dei pipistrelli in letargo può essere previsto con buona precisione utilizzando dati climatici e fisiologici.

Questo approccio potrebbe diventare uno strumento utile per pianificare interventi di tutela delle specie, soprattutto in vista delle trasformazioni previste nel clima europeo.

I modelli predittivi confermano l’importanza di un monitoraggio costante delle popolazioni selvatiche, integrando analisi ecologiche e cambiamenti climatici.

Per proteggere efficacemente i pipistrelli in letargo sarà essenziale comprendere e anticipare le dinamiche spaziali future delle loro aree vitali.

Fonte: http://n.idwf.de/851468

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