“EL HUNDIDO” 2010
CIUDAD JIMENEZ – CHIHUAHUA – MESSICO
INVITO ALLA CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE – SABATO 6 NOVEMBRE, ORE 17.30
PRESSO ENOTECA VINALIA – VIA MAZZINI, 35 – CAMPOBASSO

Ricevuto via facebook

Due membri dell’Associazione Speleologi Molisani, Leonardo Colavita e Alfredo Brunetti, alla fine del 2009
hanno partecipato a una spedizione nello stato del Chiapas in Messico organizzata da La Venta Exploring
Team (www.laventa.it), famosa associazione che si occupa di esplorazioni geografiche in tutto il mondo.
Alla fin…e della spedizione Carlos Lazcano, noto scrittore e speleologo messicano, li ha invitati nello stato del
Chihuahua (a nord) perché aveva avuto notizia di un’area dove erano presenti fossili di dinosauro e una
grotta molto profonda. Purtroppo restavano solo tre giorni di tempo. Arrivati ad Estacion Carrillo (nella
provincia di Ciudad Jimenez), ultimo posto abitato prima del deserto, un paleontologo dell’università di
Bologna è stato accompagnato alla ricerca dei fossili segnalati nel Rancho Arenales. I resti ritrovati sono
stati davvero notevoli, tanto che l’università di Bologna, in collaborazione con università di Città del
Messico hanno in programma di organizzare un campo di scavo nell’area.
Il giorno dopo, grazie anche all’interessamento dell’assessore provinciale al turismo di Ciudad Jimenez
Antonio Holguin, ci si è diretti in un rancho privato di oltre 5000 ettari di deserto per andare a vedere la
grotta segnalata.
La cavità, un abisso di oltre 30 metri di diametro e 185 di profondità (subito ribattezzato Hundido, ovvero
abisso), superava ogni aspettativa. Purtroppo il poco tempo a disposizione ha permesso solo di scendere sul
fondo, dove si è trovato e topografato un lago cieco di oltre 150 metri di diametro, evidente il fatto che sia
il livello di base della falda acquifera visto che in tanti anni di estrazione delle acque (tramite un complesso
sistema alimentato da un moore di camion) il livello è sempre rimasto stabile senza variare. Nonostante le
acque non fossero solforose, dalla grotta usciva un forte odore di zolfo, ma, sull’istante, non si è avuto il
tempo di approfondire la questione. Infatti il giorno seguente ci si è messi alla ricerca di un’altra grotta
segnalataci, purtroppo senza successo dovuto alla scarsa quantità di partecipanti.
Al ritorno in Italia però si è trovato su youtube un video di turisti che avevano visitato la “Zona del silencio”,
una vasta area di deserto molto vicina all’Hundido nella quale tutti gli apparti elettronici smettono
stranamente di funzionare (in zona ci sono numerose miniere abbandonate di argento e altri metalli). Nello
stesso video (http://www.youtube.com/watch?v=EYh9d1B3uwc)i turisti statunitensi visitavano l’ingresso
dell’Hundido e dalle immagini si vedono uscire dalla grotta pipistrelli per più di 20 minuti, fatto che spiega
l’odore sulfureo con i fumi di decomposizione di grossi accumuli di guano. Probabilmente la colonia si trova
in una finestra laterale del pozzo notata durante la discesa ma non raggiunta per mancanza di tempo e
materiali.
SPEDIZIONE 2010
Dopo aver studiato attentamente le mappe della zona, confrontato le foto da noi scattate con il video e
ricevuto ulteriori segnalazioni dai locali, abbiamo iniziato a progettare una nuova spedizione nella zona con
questi obiettivi:
‐Rilievo e mappatura topografica dell’ Hundido. Questa grotta si apre a 1250 metri slm alle pendici di una
catena montuosa (Sierra El Diablo, massima altitudine 2000 metri slm) e raggiunge la falda freatica 185
metri più sotto. Dalla finestra laterale (posta a circa 50 metri dalla quota dell’ingresso, sembra uscire molta
aria durante il giorno e venire aspirata durante la notte (segno che questo è un ingresso basso rispetto a
ingressi posti più in alto e non conosciuti), e i pipistrelli testimoniano la presenza di un grande ambiente che
li possa contenere tutti. Ci possiamo quindi trovare davanti a un ambiente carsico di grande estensione e di
notevole interesse. Il potenziale carsico è di circa 600 metri in altezza (1700 metri slm la quota massima
della zona di assorbimento relativa alla grotta e delimitata da un canyon a nord e dalla pianura sugli altri tre
lati). Le misure sia del pozzo che della finestra che vi si apre (una galleria di circa 15 metri di larghezza e
almeno 10 di altezza) confermano le possibilità della cavità.
‐Ricerca, nella zona del deserto più avanzata, della seconda grotta segnalata (sembra che anche questa
presenti grandi flussi d’aria a detta dei locali). Se questa volta avremo successo potremo almeno iniziare ad
esplorarla sommariamente.
‐Esplorazione di una terza grotta già individuata dai locali che presenta evidenti segni di frequentazione
umana con pitture rupestri descritte come molto interessanti ed antiche.
‐Esplorazione e Ricerca di reperti archeologici nel vicino canyon “El Apacho”, a detta dei locali usato fino al
19° secolo dalle tribù apache per spostarsi verso sud nei periodi invernali. Il proprietario del rancho
racconta che l’ultimo a raggiungerne l’accesso sia stato suo nonno. Da allora mai più nessuno vi si è recato
e comunque mai nessuno a memoria umana lo ha percorso.
‐Studio (grazie alla presenza di un biologo dell’università del Molise) della fauna di questa zona di deserto.
Inoltre con il campionamento dei pipistrelli e del loro guano sarebbe interessante rilevare se la sindrome
del naso bianco (White Nose Syndrome), che sta decimando i pipistrelli del nord america, si stia spostando
a sud
Tutti gli obiettivi prevedono la documentazione con servizi fotografici e riprese video, che verranno usati
per articoli (sia divulgativi che scientifici), conferenze e proiezioni una volta tornati in Italia.
DETTAGLI TECNICI
Persone. La spedizione coinvolgerà almeno 5 speleologi molisani, più 2‐3 speleologi provenienti da altre
parti d’Italia con grande esperienza nelle esplorazioni a nord del Messico e Carlos Lazcano, che terrà i
contatti con le amministrazioni locali e i proprietari terrieri.
Tempo. Circa 15 giorni, di cui 10 operativi, 2 per il viaggio aereo e 2‐3 per gli spostamenti locali. Partiremo
circa a metà novembre.
Territorio. La zona è completamente desertica, con condizioni ambientali estreme. La temperatura supera i
40 gradi di giorno e cala sotto zero di notte. L’unica acqua disponibile è quella dell’Hundido. I collegamenti
con il più vicino centro abitato richiedono una giornata di marcia o 5‐6 ore di fuoristrada. Il presidio medico
più vicino di trova a 3 ore d’auto dal paese.
Attrezzature. Dobbiamo portare molto materiale tecnico o acquistarlo in loco . Dall’Italia bisogna portare tutto ciò che non si può trovare in Messico,
come l’attrezzatura per spelo‐alpinismo. E, benché non siano di assoluta necessità, anche alcuni generi di
conforto per variare ed integrare la dieta locale al fine di un buon mantenimento fisico.

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