Notizia di Marco Casali

Intervento alla “Spiuga di Varalta” o “Buso del Luon” n. c. 1064 V-Vr, contrada Varalta – il Dosso,
Comune di San Mauro di Saline (Verona), Monti Lessini.

Giornate “Puliamo il Buio 2007”:
– venerdì 28, sabato 29, domenica 30 settembre 2007 in concomitanza con “PIM 2007”.
Coordinatore: Marco Casali (Gruppo Amici della Montagna, Verona)

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Gruppi partecipanti: Gruppo Amici della Montagna; Gruppo Attività Speleologica Veronese; Gruppo Grotte Falchi; Centro Ricerche Naturalistiche Monti Lessini; Gruppo Speleologico Montecchia; Unione Speleologica Veronese; C.N.S.A.S. VI^ Zona Veneto – Trentino Alto adige, Stazione di Verona.
Il totale degli speleo coinvolti nelle operazioni di pulizia è stato di 45 presenze.

Descrizione della grotta
La grotta si apre ad un’ altitudine di 918 mt s.l.m. nei Monti Lessini, tra contrada Varalta e il
Dosso, nel Comune di San Mauro di Saline.
L’imboccatura della cavità è abbastanza grande, circa 2mt x 2 e porta su un terrazzino di circa
la stessa grandezza dopo un pozzo di 8 mt, quasi a cielo aperto. Le pareti sono tutte
frastagliate e non consentono armi stabili, per scendere ci si deve assicurare agli alberi li
attorno.
A destra del pozzo c’è una finestra alta circa 80cm e larga 1mt, da cui parte un altro pozzetto di
circa 8/9mt che porta nel salone finale. La sala terminale è molto grande (19mt di lunghezza per
12mt larghezza 15mt altezza). Dalla base del secondo pozzo, nel salone terminale, parte uno
scivolo di 15mt alto circa 6mt, che diviene pianeggiante nella parte finale. Molto particolare è il
soffitto a chiazze marroni ed Intercalato da noduli di selce.
La cavità è situata sul colmo di una estesa collina (versante dx del vaio) è un inghiottitoio molto
attivo, infatti in caso di pioggia ha un solco che porta l’acqua piovana al suo interno.
Anche questa grotta come molte altre, è stata usata in passato come discarica di rifiuti di ogni
genere, fra cui resti di animali ancor oggi in decomposizione e rifiuti più svariati (es: cestelli di
lavatrice, frigoriferi, indumenti, scarpe, ecc), che interessano lo scivolo iniziale, il 1°terrazzino, il
2° pozzo e lo scivolo del salone terminale.
L’obiettivo principale è di evitare che i rifiuti vadano ad inquinare le falde acquifere ed in secondo
luogo rendere la grotta ancora praticabile alle future esplorazioni.
Per l’attuazione e l’organizzazione del progetto di pulizia sono servite 6 giornate preparatorie in
date antecedenti il PiB:
– 3 uscite per produrre un documento fotografico e per rendersi conto del lavoro da svolgere;
– 3 uscite per la messa in opera del riarmo in sicurezza della progressione della grotta e nello
stesso tempo per fissare una teleferica nel salone terminale e studiare il recupero all’esterno.
Modalità del recupero dei rifiuti.
Per la scarsità di roccia integra non è stato possibile effettuare alcun armo sul 1° pozzo,
quindi per effettuare il recupero, è stato usato un ragno con un centro pozzo sugli alberi sopra
l’imboccatura della cavità, con una carrucola da alto carico, dove scorreva la corda che
recuperava i contenitori, a ciò erano disposti 3 – 4 operatori.
A questa corda era agganciata una guida usata da un operatore posizionato sul terrazzino alla
base del 1° pozzo, per distanziare il contenitore dalla roccia.

Alla corda di recupero è stata agganciata con un moschettone e una carrucola, un’altra corda
con la funzione di deviare la stessa per non farla accostare alle pareti del pozzo, quest’ultima è
stata usata per recuperare i contenitori ed estrarli in sicurezza dalla cavità.
Su questa fune sono stati posizionati 2 operatori.
I rifiuti recuperati sono stati portati sulla stradina appena sopra la grotta (distanza circa 10 mt)
da 2 operatori, che hanno svuotato i bidoni insaccandone il contenuto in sacchi neri,i quali
venivano depositati sul rimorchio che agganciato ad un trattore veniva portato a valle e svuotato
sul mezzo comunale.
Come l’anno scorso si è proceduto alla pulizia mam mano che si scendeva, quindi è stato
ripulito lo scivolo iniziale con il 1° pozzetto da 8 mt e gran parte del terrazzino, dove si è fermato
tutto il materiale ferroso e quant’altro.
Il finestrone che porta sul secondo tiro da 9 mt (altezza di circa 80 cm) , con i relativi rifiuti
incastrati nel pozzo, è stato liberato e ha quasi raggiunto l’altezza originaria di circa 2 mt, ma
non è ancora completamente libero.
Il Comune di San. Mauro di Saline si è occupato dello smaltimento dei rifiuti, tramite l’isola
ecologica di Erbezzo gestita dall’A.M.I.A. di Verona e ha fornito gli strumenti necessari per
depositare i rifiuti all’interno dei bidoni (pale, forche, sacchi neri e guanti grossi).
Il materiale da recuperare è stato molteplice e molto vario, si deve pensare che la grotta è stata
soggetta a discarica per circa 50 anni, quindi possiamo immaginare che montagne di rifiuti ci
potevano essere all’interno. Tra questi molti sacchetti contenenti immondizie e sacchi grossi,
moltissime bottiglie di vetro integre e rotte, scarpe vecchie, spaghi e regge da imballaggio,
copertoni di trattore, moltissimo materiale tessile, calze di nylon e lana, ceste da panettiere,
secchi di plastica e metallo pieni di bottigliette di vetro, alcune siringhe di plastica, medicinali
vari in confezione di vetro, blister pieni di supposte, batterie ormai disfatte dal tempo da 4,5 e 9
v, molte lampadine, ossa animali di vario tipo. Molti contenitori in metallo ormai corroso dal
tempo, tra cui 4 frigoriferi con bombola di gas freon, una lavatrice, una stufa con cerchi in ghisa,
1 motorino, 1 bicicletta.
In questi 3 giorni sono stati recuperati 3750 kg di rifiuti contenuti in circa 180 sacchi neri.
Per la troppa sporcizia accumulatasi in questa cavità (50 anni di discarica abusiva),
siamo riusciti a ripulire gran parte del 1° terrazzino, abbassandolo di almeno tre metri,
arrivando agli attacchi che portano sul 2° pozzo, però haimè trascurando il salone finale.
Sarà nostra cura per il PiB 2008 ripulire totalmente questo ipogeo carsico.
I ringraziamenti più sentiti vanno:
– agli speleologi veronesi che hanno permesso col loro impegno, la pulizia di parte di
questa grotta, preservando l’inquinamento delle falde acquifere e per renderla
esplorabile anche alle generazioni future;
– al Comune di San Mauro di Saline, che ha supportato l’iniziativa fornendo:
– il mezzo per la raccolta dei rifiuti, che ha fatto la spola il sabato e la domenica all’isola ecologica di Erbezzo;
– gli utensili per la raccolta e rimessa dei rifiuti (2 pale, 2 forconi, 200 sacchi neri e 30 paia di guanti grossi);
– ai proprietari del fondo (Sig.ri Varalta) che sono stati molto disponibili permettendoci di adoperare il loro trattore e i 3 rimorchi per depositare l’immondizia e portarla al mezzo comunale. Il sabato sera il Sig. Danilo ci ha offerto gli gnocchi di malga, facendoci dormire nella rimessa sotto casa;
– al Parco Regionale della Lessinia che ha approvato un contributo per le spese vive dei materiali speleologici impiegati nelle 3 giornate di pulizia, la maggior parte dei quali, non potranno più essere utilizzati per il normale utilizzo speleologico;
– a Legambiente che ci ha devoluto 17 paia di guanti da lavoro, cartelli di area pulita, kit gadget promozionali, e 40 filtranti facciali ai carboni attivi, che sono stati utilissimi nelle operazioni di pulizia.

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