Pubblicato il primo inventario della flora vascolare mineraria sarda
Un censimento della biodiversità nelle aree minerarie della Sardegna
Il primo inventario della flora vascolare presente nei siti minerari abbandonati della Sardegna è stato recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Plants da Maria Enrica Boi, Marco Sarigu, Mauro Fois, Mauro Casti e Gianluigi Bacchetta. Lo studio, disponibile in open access, rappresenta un contributo rilevante per la conoscenza della biodiversità legata agli ambienti minerari e per l’elaborazione di strategie di recupero ambientale sostenibile.
Flora vascolare delle miniere sarde: un patrimonio da conoscere
Le attività minerarie dismesse e i materiali di scarto associati pongono sfide ambientali rilevanti, tra cui la contaminazione di suolo, acqua e aria, oltre a rappresentare un rischio per la salute delle popolazioni vicine. Nonostante le condizioni ambientali difficili, caratterizzate da terreni ricchi di metalli e substrati poveri di nutrienti, alcune piante, dette metallofite, riescono a prosperare.
Il lavoro di Boi e colleghi ha raccolto un elenco floristico completo delle aree minerarie abbandonate in Sardegna, basandosi su una vasta ricerca bibliografica, rilievi di campo e campioni d’erbario. Sono stati identificati 652 taxa di piante vascolari, dei quali il 49% è rappresentato da specie metallofite. La maggior parte di esse è stata classificata come specie facoltative, capaci cioè di vivere sia su suoli contaminati che su suoli normali.
Metallofite e fitobonifica: potenzialità per il recupero ambientale delle miniere
Tra le specie metallofite individuate, il 27% è risultato idoneo per la fitostabilizzazione, una tecnica che consiste nel ridurre la mobilità dei metalli pesanti nel suolo attraverso l’azione delle radici delle piante. Il 20% delle specie ha mostrato potenzialità per la fitoestrazione, metodo che prevede l’assorbimento dei metalli da parte della pianta e la loro successiva rimozione attraverso il raccolto.
Questi risultati suggeriscono che l’utilizzo di piante autoctone metallofite può rappresentare una via promettente per il recupero ecologico delle aree minerarie sarde, contribuendo sia alla bonifica ambientale che alla conservazione della biodiversità locale.
Endemismi, specie minacciate e conservazione della flora mineraria sarda
Lo studio ha inoltre evidenziato la presenza di numerose specie endemiche ed in pericolo di estinzione nelle aree minerarie abbandonate. Questo dato sottolinea l’importanza di considerare anche gli aspetti di conservazione nella progettazione degli interventi di recupero.
La protezione di queste specie rare e vulnerabili deve essere parte integrante dei progetti di riqualificazione ambientale, ponendo attenzione al rischio di introduzione di specie invasive che potrebbero alterare gli equilibri ecologici esistenti.
Un passo avanti per la biodiversità e la gestione sostenibile dei siti minerari
Il primo inventario della flora vascolare mineraria della Sardegna costituisce una base scientifica solida per future iniziative di recupero ambientale. L’adozione di strategie basate sull’impiego di specie autoctone offre una possibilità concreta di ripristino degli ecosistemi degradati, nel rispetto della biodiversità locale.
Il contributo di questo studio si inserisce in un più ampio contesto di attenzione alla gestione sostenibile delle aree post-industriali, promuovendo un approccio integrato che unisce ricerca botanica, conservazione e recupero ambientale.
Per approfondimenti e consultare l’articolo completo: link all’articolo su Plants
The First Inventory of Sardinian Mining Vascular Flora
L’articolo “The First Inventory of Sardinian Mining Vascular Flora”, pubblicato nel 2025 sulla rivista Plants (vol. 14, n. 8, articolo 1225), rappresenta il primo censimento sistematico della flora vascolare presente nei siti minerari dismessi della Sardegna.
Obiettivi dello studio
L’indagine si propone di documentare la biodiversità vegetale associata alle aree minerarie abbandonate dell’isola, con l’intento di comprendere meglio le dinamiche ecologiche e le potenzialità di recupero ambientale di questi habitat antropizzati.
Metodologia
I ricercatori hanno effettuato sopralluoghi in diversi siti minerari dismessi, raccogliendo dati sulla presenza e distribuzione delle specie vascolari. Le osservazioni sono state integrate con informazioni provenienti da erbari e letteratura scientifica pregressa, al fine di compilare un inventario completo e accurato.
Risultati principali
Sono state identificate numerose specie di piante vascolari che colonizzano i siti minerari, alcune delle quali mostrano adattamenti specifici alle condizioni ambientali estreme tipiche di questi luoghi, come elevata concentrazione di metalli pesanti nel suolo. L’inventario ha rivelato la presenza di specie endemiche e rare, sottolineando l’importanza conservazionistica di questi habitat.
Implicazioni per la conservazione e il recupero ambientale
I risultati dello studio evidenziano il potenziale ruolo dei siti minerari dismessi come rifugi per la biodiversità e come laboratori naturali per lo studio dei processi di successione ecologica e adattamento. Queste aree potrebbero essere considerate nella pianificazione di strategie di conservazione e recupero ambientale, valorizzando la flora spontanea che vi si insedia.
Conclusioni
Il censimento rappresenta un contributo significativo alla conoscenza della flora vascolare della Sardegna e offre una base scientifica per future iniziative di monitoraggio, conservazione e valorizzazione delle aree minerarie dismesse.
Per approfondimenti e consultare l’articolo completo: link all’articolo su Plants