mario Matrella Rivista Soccorso Alpino
Mario Matrella Rivista del Soccorso Alpino
Ripubblichiamo qui su Scintilena l’articolo scritto da William Formicola in ricordo di Mario Matrella, Tecnico CNSAS morto in un incidente di Elisoccorso, e pubblicao sul numero 67 della Rivista del Soccorso Alpino.
La rivista è destinata al personale CNSAS, quindi ci sembra giusto rendere pubblico l’articolo anche per chi non è CNSAS

Pubblicato sul nr. 67 (Luglio 2017) della rivista del Soccorso Alpino, il ricordo di Mario Matrella, scomparso durante un intervento di soccorso a Campo Felice (AQ) lo scorso 24 Gennaio.

MARIO MATRELLA
a cura di William Formicola
Non è facile ricordare un amico, soprattutto se scomparso tragicamente a causa di un evento inaspettato strappandolo agli affetti di amici e familiari. Descrivere Mario dal punto di vista delle capacità tecniche sarebbe riduttivo: dire che è stato un volontario della Puglia, per anni il C.S. speleologico della VII Zona, ma anche un alpino (Te.S.A. attualmente in for-mazione I.R.Tec.), di professione aerosoccorritore, non ha molto senso. Mario Matrella, per chi lo ha conosciuto, è una storia unica ed a sé: non una meteora, ma una stella fissa che in tutti questi anni ha illuminato il cielo della nostra Delegazione attraversando le figure dei Delegati che si sono succeduti nel tem-po come fa il sole con i segni dello zodiaco, e lasciando un segno profondo ed indelebile. E, proprio lì su nel cielo, in quell’elicottero, Mario, ci hai lasciati … Ininterrottamente da 25 anni nel Soccorso entrato quando ancora esi-steva il 7° Gruppo (Puglia, Basilicata, Calabria), il prossimo aprile avrebbe compiuto 43 anni. E mentre i Delegati si sono succeduti in tutti questi anni, Mario era sempre lì …
Così lo ricorda Paolo Giuliani (Delegato fino al 1989).
“Ma questo ragazzo ha solo 16 anni, occorre il nulla osta dei genitori. Fu il primo commento fatto dal sottoscritto riguardo a Mario Matrella. Un ragazzino esile, biondino dalla pelle chiara, con una struttura fisica apparentemente fragile. Ci ha fregato alla grande (come del resto tante altre volte), sfoderando risorse inaspettate, tirate fuori da chissà dove. Con una gran voglia di apprendere le tecniche di progressione speleologiche e alpinistiche, attentissimo ad ogni dettaglio. Crebbe tecnicamente con una velocità impressionante. Insomma uno dei miei allievi migliori sotto il profilo tecnico. Entrò nel Soccorso speleologico quando già da un paio d’anni non ero più Delegato, all’epoca ero Capo squadra. Lo proposi nel Soccorso, per ricoprire il mio incarico. La cosa passò. Alla fine degli anni ‘90 sono uscito dal Soccorso. Ci siamo sempre rivisti con gioia”.
Raffaele Onorato (Delegato 1989- 2000) lo ricorda così.
“Più che un foggiano, il sedicenne Mario Matrella sembrava un norvegese, con i suoi occhi verdi, i biondissimi capelli a caschetto ed un numero imprecisato di orecchini nell’orecchio sinistro. Concessi al giovane casinista di fare l’apprendista soccorritore, dato che non aveva ancora la maggiore età. Era il primo ad arrivare sulla grotta e l’ultimo ad andare via. Un vero animale da grotta ed il Soccorso era più che la sua passione: era il suo Destino. Qualche anno dopo, Mario, che avevo imparato ad apprezzare, diventò Caposquadra. Litigavamo spesso, ma le nostre schermaglie erano sempre leali, senza colpi bassi, col comune obiettivo di far crescere la Squadra e la Delegazione. Abbiamo condiviso questo scopo per più di vent’anni. L’ultima volta che ci siamo visti è stato meno di due anni fa. Era stato ospite per due giorni in casa mia, con i suoi quattro splendidi figli, belli, biondi e casinisti come lui”.
Così lo ricorda Franco Alò (Delegato 2000-2010).
“Fu il mio primo Caposquadra; insieme iniziammo a ricostruire la Delegazione, che usciva da una profonda frattura con la componente Alpina. Siamo andati sempre avanti, anche quando non eravamo d’accordo sulla gestione della squadra. Mario era un animo generoso e sempre disponibile nei confronti di tutti. Lo ricorderò sempre con la sua voglia di imparare e di trasmettere agli altri la sua esperienza nel suo modo allegro e scanzonato”.
Prosegue William Formicola (Delegato 2010-2016).
“Mario è stato colui che mi ha esaminato all’ingresso del C.N.S.A.S., il mio istruttore ed il mio Caposquadra nei primi anni … troppo poco dire che era uno speleologo, un alpinista … Mario era un fuoriclasse con una marcia in più rispetto a tutti quanti noi … diciamo la verità: oltre le sue capacità tecniche e professionali molto acute e che aveva nel sangue, era un vero leader. È stato per me un grande punto di riferimento nonostante il suo carattere fortemente esuberante ed incapace di restare fermo un solo attimo della sua esistenza. Ho perso un amico che è stato molto importante nella mia vita non solo del C.N.S.A.S., anche dal punto di vista umano e relazionale”.
L’attuale Delegato Domenico Ruggieri.
“Mario era una testa Matta dal Gran Cuore. Un soccorritore nel sangue e nell’anima, tecnicamente eccelso e da tutti riconosciuto come ottimo capo squadra. Personalmente l’ho sempre stimato poiché grazie al confronto, uscivano idee e spunti di miglioramento ed il dialogo era sempre costruttivo. Ci mancherà come Tecnico e come Amico, la sua persona vivrà nei nostri ricordi”.
Ognuno di noi, degli amici e di tutti coloro che lo hanno conosciuto hanno ricordi personali, intimi, intensi, che il suo passaggio ha lasciato in maniera differente ma comunque profonda e che il tempo riporta inversamente sempre più vividi e vibranti componendosi armonicamente come in un luminoso caleidoscopio di colori. Per usare le parole di chi ha avuto le chiavi del cuore di Mario: “Mi manchi, manchi a tutti ma a nessuno mancherà la tua presenza costante, la tua invadenza, la tua spontaneità, la tua professionalità … ci sei ancora Mario … ci sarai sempre”.

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