Notizia di Francesco Sauro per il Progetto Piani Eterni

È terminato lo scorso fine settimana il campo speleologico nei Piani Eterni, nello spettacolare scenario del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Quest’anno il campo è stato organizzato, oltre che dai gruppi storici di Valdobbiadene, Padova, Feltre e Belluno, anche dai nuovi ingressi di Treviso, Sacile, Pordenone e Trevisiol (Vicenza). Un campo davvero partecipato, dove abbiamo riempito casera Brendol per un totale di oltre 250 giornate uomo.
Di comune accordo tra i gruppi, quest’anno è stato deciso di tralasciare momentaneamente le esplorazioni in profondità (che richiedono permanenze in grotta di almeno 4-5 giorni e sono ormai davvero “per pochi”) e di concentrarsi sulla ricerca di un nuovo ingresso in zona Cimia o Dolina Bianca che possa rendere meno estreme le esplorazioni nel reticolo di gallerie paleofreatiche di -500. Inoltre si è puntato al riarmo ed esplorazione del ramo di Dolina Verde, un grosso settore del sistema esplorato nel 1993 e poi totalmente abbandonato nonostante ne fossero già state evidenziate le notevoli potenzialità esplorative, giacché al tempo tutte le energie erano concentrate sulle zone del fondo del sistema.
Senza dubbio il risultato più importante del campo è stato l’esplorazione di una nuova prosecuzione nell’Abisso Scomparso-V52. Si tratta del più importante abisso non ancora collegato al sistema principale e che si trova in una zona strategica direttamente sopra la Locanda dei Bucanieri, il campo base principale utilizzato per portare avanti le esplorazioni nella zone più lontane del sistema e che a tutt’oggi si raggiunge solo attraverso un giro di vari chilometri all’interno del massiccio. L’Abisso Scomparso inizia con un pozzo-salone da 90 caratterizzato da imponenti depositi sospesi di ghiaccio che cambiano ogni anno a seconda delle condizioni climatiche, rendendo pericolosa e non sempre ovvia la progressione. La grotta era stata esplorata la prima volta nel 1993 per poi richiudersi sotto un deposito di ghiaccio per molti anni. Si era riaperta nel 2008, quando fu possibile esplorare dal salone iniziale dei pozzi in roccia che però chiudevano inesorabilmente.
Quest’anno l’abisso è stato trovato nuovamente aperto e con i depositi glaciali interni nuovamente modificati, una grotta cangiante che può concedere ogni volta nuove sorprese. Un passaggio sul fondo con fortissima corrente d’aria è stato facilmente disostruito portando ad affacciarsi su un enorme baratro di oltre cento metri di profondità, dedicato a Francesco Dal Cin. Il pozzo scampana in un salone con base 40 per 60 circa dove sono presenti un paio di ulteriori pozzi che terminano in frana e una galleria ostruita di ghiaia da disostruire. La profondità raggiunta è di circa -250 e la speranza di trovar un passaggio per ulteriori profondità è supportata da una fortissima corrente d’aria nelle zone terminali.
Nei rami di Dolina Verde i riarmi sono arrivati a circa -400 con numerose finestre verificate e un meandro ascendente ventoso da esplorare. Lo sforzo del riarmo sarà la base per esplorazioni future in questa zona che si può raggiungere in solo 2-3 ore di progressione dall’ingresso. Le esplorazioni continueranno in autunno, mentre per ora lo sviluppo e la profondità del sistema rimangono invariate (36 km, -1052 m).
In esterno sono state riposizionate e rivisitate una trentina di cavità, con alcune sorprese interessanti grazie al bassissimo livello dei nevai interni.
Il campo è stato supportato dal Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e dal Corpo Forestale dello Stato che ha gentilmente concesso l’utilizzo di Casera Brendol per le attività.

Abisso Scomparso, il fondo del P90 d'ingresso
Abisso Scomparso, il salone alla base del Baratro Cin

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