Sabato verso le 16, dopo una salita irreale in una Grigna senza neve, Giorgio Pannuzzo (G.S.B. Le Nottole), Romeo Uries (Cani Sciolti) ed io (G.G.Milano) siamo entrati in W Le Donne. Una rapida dormita al campo base di -900 e il giorno successivo si parte verso le zone del fondo. Purtroppo ci siamo dimenticati il fornello a casa quindi non ci si fa nulla di caldo… A -1000m a Giorgio si stacca parzialmente una suola degli scarponi. Ci dice che spera che non si rompa anche l’altra perché quando se ne rompe una normalmente si spacca anche l’altra: non fa più di 5m e anche l’altra suola se n’è andata… Dato che siamo già lì e in un’oretta siamo ai -1050m di Puciowskj dove ci sono degli stivali, decidiamo di proseguire, dopo che Giorgio lega con trefoli di corda gli scarponi… Lì giunti ci calziamo le mute stagne e via nell’acqua del torrente. Al sifone di -1100m mando avanti Romeo e Giorgio perché alla mia stagna si è formato un buco sul colletto e non vorrei farmi entrare acqua… Dopo essere mezzi congelati, ce la fanno ad innescare il tubo e il sifoncello schifoso si abbassa velocemente di livello. Proseguiamo nei cunicoli fangosi e poi nelle tremende strettoie del ramo esplorato l’anno scorso. Dopo alcune ore finalmente siamo al Pozzo dei Coltelli, dove recuperiamo il materiale disarmato da Alex e Aldo dal fondo: ma quante corde abbiamo giù! Dopo un breve passaggio sotto cascata, riarmiamo il pozzo attivo nell’altro ramo. L’anno scorso Giorgio e Renzo si erano fermati su una strettoia. Ora siamo armati di mazzetta e scalpello pronti a passarla! In realtà la passo subito senza problemi e dall’altra parte c’è un bel canyon. Mentre gli altri allargano il passaggio, io vado a dare un’occhiata a vedere come è. Cammina, striscia e ristriscia ma la via non finisce più… torno indietro di corsa perché gli altri mi penseranno morto… Gli convinco ad abbandonare lì trapano e imbrago e a proseguire senza niente tanto perderemo un bel po’ di tempo a rilevare… Il meandro è abbastanza bello, con forme sinuose e assomiglia al Cobra: lo chiamiamo Mamba. Prosegue con brevi saltini da fare in arrampicata e un gran numero di graspolini! La roccia è resistita all’acqua millenaria ed è affilata come coltelli! Giungiamo dopo un po’ alla strettoia che avevo superato prima e in breve Giorgio e Romeo la eliminano! Dopo circa 130m l’acqua del meandro si perde sotto un saltino. Si prosegue nel meandro fossile che diviene più stretto e superiamo il punto dove mi ero fermato. Il meandro continua per alcune decine di metri sino ad un restringimento. Scendendo verso il basso raggiungo l’acqua e poi stringe. Verso l’alto invece c’è una frana un po’ traballante. Lascio il ruolo del disgaggio a Giorgio, che la stabilizza. Proseguo strappando qualche centimetro ai sassi per permettere di intrufolarmi e vedere che chiude definitivamente. In totale abbiamo rilevato poco meno di 200m. Il nuovo fondo raggiunge i -1220m (dall’entrata alta del complesso).
A questo punto non ci resta altro che tornare indietro perché è già tardi. Peccato solo di aver portato trapano e batterie fino a -1200m e non aver neanche piantato un fix! Disarmiamo il pozzo e portiamo circa 110m di corda alla cima dei Coltelli e una sessantina di metri di corda dell’8 fuori di grotta insieme ad alcune maglie rapide incriccate. Il resto del materiale rimane alla base dei Coltelli. La prossima volta occorre scendere in 2/3 e recuperare il materiale rimasto e portarlo su. Rimane da scendere il pozzo da 20m a metà delle Gallerie verso lo Zapel e da terminare l’arrampicata fatta da Renzo. Di lì secondo me è la via buona perché anche in questo ramo l’aria non c’è mentre nelle strettoie c’è la bora.
Dopo il penoso ritorno, raggiungiamo il campo base di -900m dopo 26 ore di punta. Ho fatto tutto il Ramo del Cobra ad addormentarmi in piedi, mentre Giorgio a sistemarsi gli scarponi rotti…
Purtroppo dopo 7 ore siamo già svegli e dobbiamo dirigerci verso l’uscita. Lungo la grotta recuperiamo un bel po’ di rifiuti e un po’ di materiale ormai inutilizzabile riempiendo i sacchi giusto per fare un po’ più di fatica… Dato che siamo ben in ritardo con la tabella di marcia a Utopia mi stacco dal gruppo e risalgo in superficie velocemente per avvisare che stiamo tutti bene. Alle 17 escono anche Romeo e Giorgio.
Un grosso ringraziamento va a Mariangela Buzzoni che ha tenuto il rifugio Bogani aperto sino a sera consentendo a Giorgio e Romeo di farsi una bella patolata prima di scendere a valle e di bere finalmente qualcosa di caldo dopo tre giorni di acqua fredda! Un grosso grazie va anche a Simona Manzini per aver aiutato nel trasporto del materiale verso valle e per essere salita all’ingresso di WLD ad aiutare con il trasporto sacchi.
Ciao
Andrea Maconi
INGRIGNA!

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