Un giacimento di ossa di animali preistorici è stato scoperto in un sistema di grotte sommerse in Australia. Dopi i rilievi della scoperta “particolarmente significativa”, i reperti non sono stati rimossi “per evitare la perdita di dati scientifici”.

Lo speleosub australiano Ryan Kaczkowski ha recentemente scoperto un significativo giacimento di ossa risalenti alla preistoria, nelle profondità del più steso sistema di grotte sommerse del Mount Gambier, nel sud dell’Australia. Una grande quantità di resti di mascelle e denti di specie di mega-fauna estinta da migliaia di anni, sono stati ritrovati durante l’esplorazione di una nuova sala situata a circa un chilometro dall’ingresso della Tank Cave, in una proprietà privata.

Di fronte alla scoperta, Kaczkowski si è limitato ad effettuare misurazioni e rilievi con cautela, e a fotografare i fossili disseminati nella sala, che i paleontologi della Griffith University hanno identificato come ossa di numerose specie ormai estinte, inclusi i leoni marsupiali australiani e sottospecie preistoriche di Stenurini (“canguri dalla faccia corta”). Un approccio elogiato dal collega speleosub e paleontologo della stessa università, Julien Louys: In qualsiasi sistema, che si tratti di una grotta secca, una grotta umida o addirittura all’aperto, se trovi fossili, non appena li estrai dal loro contesto perdi una grande quantità di informazioni. E’ meglio lasciarli al loro posto affinché gli esperti possano valutare il modo migliore per estrarre i reperti senza causare la perdita di alcun dato scientifico.”

Una scoperta “particolarmente significativa” non solo per l’età dei reperti ma anche per il luogo in cui sono stati ritrovati, secondo lo studioso, infatti, “non solo in Australia ma in tutto il mondo è piuttosto raro rinvenire materiale così antico in grotte sommerse”. Louys ha spiegato all’emittante ABC che fossili tanto antichi di solito sono “cementati” nei pavimenti e nelle pareti di grotte asciutte, dove non solo estrarli è più difficile ma dove sono più soggetti alla distruzione e alle intemperie del tempo.

Una delle specie identificate tra i fossili – il leone marsupiale (Thylacoleo carnifex) – era il più grande mammifero carnivoro australiano vissuto dal Pliocene fino alla fine del Pleistocene (circa 50000 anni fa). Con enormi denti a forma di forbice, usati in combinazione con un grande artiglio del pollice, questo predatore era in grado di tendere agguati e sventrare prede molto grandi abbastanza facilmente.

La Cave Diving Association of Australia sta cercando finanziamenti per un progetto di ricerca e conservazione di questa grotta: c’è la possibilità che esistano ancora molte zone del sistema tutte da raggiungere ed esplorare e migliaia di altre grotte sommerse che potrebbero riservare sorprese come questa.

Fonte: https://www.abc.net.au/news/2018-12-13/cavediver-finds-large-fauna-bones-south-australia/10599218

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