Analisi geologica e composizione chimica suggeriscono la presenza di antiche salamoie
Il cratere Consus e le sue caratteristiche geologiche
Cerere, il più grande oggetto della fascia principale degli asteroidi, continua a fornire elementi di grande interesse per la ricerca planetaria.
Recenti analisi dei dati raccolti dalla missione Dawn della NASA hanno individuato nel cratere Consus possibili tracce di un antico oceano sotterraneo.
Il cratere, con un diametro di circa 64 km e un’età stimata di 450 milioni di anni, mostra una notevole varietà di materiali superficiali, tra cui depositi chiari che potrebbero essere il risultato dell’affioramento di salamoie dal sottosuolo.
Le immagini acquisite dalla Framing Camera e i dati spettrali raccolti dallo strumento VIR hanno permesso di identificare la presenza di minerali alterati dall’acqua, suggerendo che Cerere possa aver mantenuto una certa attività idrotermale nel passato.
Presenza di silicati ammoniati e interazioni con le salamoie
Uno degli aspetti più rilevanti dello studio riguarda la presenza di smectiti ricche in ammonio, minerali argillosi che si formano in ambienti umidi.
Le analisi spettroscopiche hanno mostrato che un materiale giallastro, indicato come yBM, presenta firme compatibili con smectiti ammoniate, suggerendo un’interazione tra silicati e soluzioni saline ricche di ammonio.
Le smectiti hanno la capacità di assorbire ioni NH4? dalle salamoie presenti nel sottosuolo.
Se questo processo è avvenuto su scala globale e per lunghi periodi, potrebbe spiegare l’abbondanza di ammonio su Cerere senza dover ipotizzare un’origine esterna.
Ipotesi sulla stratificazione del sottosuolo cereriano
Le osservazioni indicano una differente distribuzione dei materiali all’interno del cratere Consus.
Le zone settentrionali contengono materiali più scuri e mescolati, mentre le aree centrali e meridionali mostrano depositi più chiari, probabilmente esposti da impatti successivi.
L’analisi spettrale ha rivelato che questi materiali chiari presentano un picco di riflettanza a 0,56 ?m, indicativo della presenza di saponite, una smectite comune su Cerere.
Inoltre, l’assorbimento a 3,1 ?m del materiale yBM suggerisce una forte presenza di composti ammoniati, rafforzando l’ipotesi che queste sostanze abbiano origine da salamoie sotterranee.
Un oceano globale nel passato di Cerere?
Le evidenze raccolte supportano l’idea che Cerere possa aver avuto un oceano globale sotterraneo tra il mantello e la crosta.
Secondo i ricercatori, l’ammoniaca potrebbe essere stata estratta da asteroidi primitivi durante le fasi iniziali della formazione del pianeta nano.
Il calore interno avrebbe poi portato alla formazione di salamoie ammoniate, che nel tempo avrebbero interagito con la crosta, lasciando tracce nei minerali attuali.
Questi risultati suggeriscono che Cerere abbia subito una complessa evoluzione chimica e geologica, mantenendo per un lungo periodo condizioni favorevoli alla presenza di acqua liquida nel sottosuolo.
La conferma di un passato oceanico potrebbe avere implicazioni significative sulla comprensione dei processi di formazione dell’acqua nel Sistema Solare.