LA VICENDA GROTTE DI MONTE CUCCO
Promemoria sull’iter del progetto di valorizzazione delle Grotte di Monte Cucco, finanziato con fondi europei, commissionato e fortemente voluto dalla Comunità Montana Alto Chiascio.
 
 
Febbraio 2002 – si insedia il nuovo Consiglio della Comunità Montana Alto Chiascio, con l’iter del progetto già in corso; la fase esecutiva del progetto era già stata delegata, dalla Comunità Montana, al Comune di Costacciaro, di cui è Sindaco Giuseppe Morelli, che è anche il nuovo Presidente dell’Ente montano
Novembre 2002 – Una delegazione del WWF Umbria con la Presidente Regionale in testa, su sollecitazione del Consigliere verde in Comunità Montana, visita il sito della Valrachena e del cosiddetto “secondo ingresso” alle grotte
Dicembre 2002 – Presa visione del progetto, i Verdi per Gubbio inoltrano  alla Comunità Montana, una lettera in cui avanzano numerose perplessità sul progetto di “valorizzazione”, viste le opere invasive preventivate (nuove strade carrabili all’interno di faggete nella zona “B” del Parco di Monte Cucco, apertura di un nuovo ingresso in gran parte artificiale sul versante Nord a 1.400 metri di quota, sistemazioni esterne “pesanti”, ecc.)
Gennaio 2003 – Dopo che erano state fornite dalla Comunità Montana ulteriori  informazioni sul progetto, i Verdi si riuniscono con il CAI di Gubbio, esprimendo un orientamento sostanzialmente negativo sul progetto
Febbraio 2003 – Vengono allacciati rapporti con le Organizzazioni Speleologiche marchigiane e umbre (Federazione Umbra Gruppi Speleologici, Federazione dei Gruppi Speleologici Marchigiani), anch’esse in disaccordo sul progetto, e si concordano iniziative comuni (lettere alla Regione Umbria, trasmissioni televisive, conferenze stampa, ecc.) per chiedere una negoziazione ambientale sul tema
1 Marzo 2003 – I Verdi convocano un  incontro fra le forze che sostengono la giunta della Comunità Montana, per esprimere le loro perplessità e invitare alla negoziazione ambientale con tutte le realtà che operano a vario titolo nel Parco.
6 Aprile 2003 – I Verdi organizzano, insieme alle Associazioni ambientaliste, una passeggiata di studio per vedere con i propri occhi lo stato reale dell’ambiente esterno alle grotte, su cui si vuole intervenire con il progetto; alla passeggiata non partecipano le forze politiche, nonostante tutte invitate, anzi, i partecipanti trovano ad attenderli, nel punto di raccolta a Pian delle Macinare, i Carabinieri che chiedono delucidazioni sul carattere di manifestazione (nel qual caso non autorizzata) o meno dell’evento
Aprile – Settembre 2003 si riunisce la Conferenza dei Servizi prevista per la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, che si conclude con un parere positivo sulla compatibilità del progetto, a patto che vengano completamente stralciate le previste strade carrabili e l’accesso motorizzato, e che vengano rispettate una serie di prescrizioni tra le quali: l’apposizione di passerelle senza demolizioni di roccia e ancoraggi invasivi; la eliminazione del generatore elettrico lungo il sentiero di accesso da Sigillo; un accurato monitoraggio delle acque entro la Grotta e presso la sorgente di Scirca da eseguirsi a cura dell’ARPA, oltreché un monitoraggio faunistico-ambientale da affidarsi ad esperti di chiara fama nazionale, per il quale  dovranno essere previste nel progetto esecutivo idonee risorse economiche, quantificabili in qualche decina di migliaia di Euro, ed altre ancora.
Estate 2003 – L’Università degli Uomini Originari di Costacciaro, Comunanza Agraria proprietaria dei terreni oggetto dell’intervento, esaminato il Progetto esecutivo invia alla Conferenza per la V.I.A. un promemoria con numerose obiezioni
22 settembre 2003 – L’Università degli Uomini Originari di Costacciaro (che aveva firmato nel 2001 una Convenzione con l’Ente per la valorizzazione delle Grotte), dopo aver rilevato numerose incongruenze tra il  progetto e le prescrizioni emanate in sede di V.I.A. , temendo danni al proprio patrimonio naturale, comunica alla Comunità Montana Alto Chiascio la sospensione della concessione dei terreni oggetto di intervento
 Novembre 2003 – I Verdi chiedono un incontro urgente con i capigruppo di maggioranza in Comunità Montana per discutere della nuova situazione venutasi a creare, che tra l’altro conferma in pieno le critiche già da tempo mosse al progetto; l’incontro non si tiene, ma durante una breve riunione svoltasi un’ora prima del Consiglio Comunitario di Novembre il Presidente attacca il rappresentante dei Verdi, spalleggiato in maniera più o meno esplicita dagli altri consiglieri di maggioranza
Febbraio 2004 il Ministero delle Finanze contatta il Soggetto Intermediatore Locale del Patto Territoriale, per avere chiarimenti in merito alla situazione di stallo venutasi a creare; ciò potrebbe comportare la perdita del finanziamento per questo progetto e l’eventuale sua ridestinazione ad un altro, all’interno dello stesso Patto Territoriale. Infatti, i lavori devono essere terminati e rendicontati entro il 31/12/2005
5 marzo 2004 – I Verdi convocano presso la propria sede le forze di maggioranza in Comunità Montana, per chiedere la disponibilità a rivedere i punti critici del progetto; la  accesa riunione si conclude con un nulla di fatto: ognuno rimane sulle proprie posizioni
Marzo 2004 – Compaiono sulla stampa locale e regionale alcuni articoli sia della Comunanza Agraria che dei Verdi, fortemente critici nei confronti del progetto e della conduzione di tutta la vicenda da parte del Presidente Morelli
20 marzo 2004 – il Presidente Morelli convoca un Consiglio urgente della Comunità Montana, per far votare una proposta di delibera con cui si dà un ultimatum di 7 giorni alla Comunanza Agraria affinché confermi la  Convenzione firmata nel 2001 e si possa quindi dare corso alle procedure d’appalto; in difetto, la proposta di deliberato prevede che l’Ente si rivalga sulla Comunanza per eventuali danni economici. I Verdi, dopo aver aspramente criticato in Consiglio la conduzione dell’intera vicenda, sia nel merito che nel metodo, non partecipano alla votazione del deliberato, che viene comunque approvato con i voti degli altri consiglieri di maggioranza. Le minoranze di destra escono al momento del voto.
 
 
Alcuni aspetti critici del progetto dal punto di vista tecnico
 
 
L’afflusso previsto di oltre 9.000 visitatori l’anno risulta potenzialmente pregiudizievole per il sistema idrogeologico di Monte Cucco; infatti, la parte di cavità che verrà adibita alla visita con tanto di illuminazione, scalette e ponti metallici di supporto, pur fossile dal punto di vista speleogenetico, è sicuramente in comunicazione idrogeologica con la falda che alimenta la sorgente di Scirca, posta presso il livello di base carsico della stessa cavità, e che alimenta parte delle condotte idriche delle città di Gubbio e Perugia. A nostro avviso non è stata valutata con attenzione la possibile interferenza fra i due sistemi.
L’illuminazione artificiale della grotta potrebbe causare la proliferazione di muffe, licheni e comunque altre specie fotosintetiche, come già avvenuto in tutte le grotte aperte alla fruizione di massa.
La presenza di 9.000 persone all’anno in grotta porterà alla scomparsa delle colonie di chirotteri esistenti, studiate dall’Università degli Studi di Milano Bicocca, che ha segnalato tra l’altro la specie Vespertilio di Natterer, Myotis nattereri, fino a pochi anni fa ignota nell’area.
L’ingresso esistente alla grotta è posto sul versante Est ad una quota di 1.390 m., su un versante assai ripido; recentemente è stato aperto artificialmente un foro di sondaggio per realizzare un altro ingresso sul versante Nord, sfruttando un tunnel fossile con sbocco posto anch’esso su un versante acclive, ad una quota pressoché analoga; il tunnel fossile risulta però assai angusto, almeno da quanto si vede dall’esterno e da quanto riferito da numerosi speleologi; non si capisce come possa essere aperto con un diametro adeguato per il passaggio di turisti, senza provvedere a demolizioni di roccia.
Nei pressi degli ingressi è previsto un consistente rimodellamento del versante,  con una sostanziale modifica dell’assetto dei luoghi, che oggi presentano un aspetto pressoché non antropizzato.
Nel progetto sono previste passerelle e ponti metallici da ancorare alle pareti con un consistente numero di chiodature ed uso di resine epossidiche, modificando in tal modo l’assetto interno della grotta
 
Riteniamo infine che il numero di visitatori previsto nel progetto non comporti nessun ritorno economico di rilievo, e che anzi da solo non giustifichi l’investimento e la pesante alterazione dei luoghi.
Qualora il numero di visitatori dovesse crescere, l’impatto sull’ecosistema montano di Monte Cucco diverrebbe insostenibile.
Per questo, si ritiene accettabile solo l’apposizione di una nuova scala che permetta di discendere in sicurezza il pozzo d’accesso di 27 metri sul lato Est, senza uso di ponti metallici interni alla grotta, e con uscita sempre presso lo stesso lato, evitando le opere pesanti di allargamento del foro sul versante Nord.

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