Notizia da parte di Alessio Todini della Etheria Consultant Agency Marketing Communication.

Si terrà ad Assisi la mostra fotografica “FRATRES DE VENA-L’opera dei monaci nel sapere idraulico medievale” ad opera del gruppo speleosubacqueo “Urban Divers” della Scuola Tecnica Umbria Subacquei e Sommozzatori affiliato alla Fipsas. La mostra si terrà presso il prestigioso palazzo Vallemani di Assisi da Martedì 6 ottobre a Martedì 27 ottobre nel corso di Assisi Mosaic evento nato come filiazione della Prima Giornata di Preghiera Mondiale per la Pace indetta da Papa Giovanni Paolo II proprio ad Assisi nel 1986. Assisi Mosaic, il cui direttore artistico è il professor Franco Cardini, si propone come una “composizione artistica delle varie forme espressive di ricerca spirituale dei popoli e un’occasione di interscambio culturale e religioso in grado di coinvolgere le eccellenze culturali e artistiche provenienti da tutto il mondo.” Un insieme di incontri, spettacoli, performances, laboratori culturali, tavole rotonde, mostre, convegni ed anche percorsi di degustazione dove protagoniste sono le cinque religioni (Cristianesimo, Ebraismo, Buddismo, Islam ed Induismo) con argomento centrale l’Acqua.
La Mostra “Fratres de Vena” si dipana lungo tre sale. Nella prima l’introduzione all’argomento “dal curator aquarum ai fratres de vena” e agli acquedotti di Assisi, quello di frate Elia e gli acquedotti di Panzo di Sopra e Panzo di sotto. Nella seconda sala saranno esposte foto e documenti scritti che riguardano gli acquedotti di Todi, Orvieto, Spoleto e Perugia mentre nella terza sala sarà proiettato il documentario “Dall’acquedotto del Sanguinone al conductus di Frate Elia”.
L’indagine sui sistemi idraulici antichi è stata sviluppata in Italia a partire dagli anni settanta e, essendo in larga misura promossa da gruppi speleo, fa parte a pieno titolo della Speleologia Urbana. In seguito, in particolare a Todi, si è sviluppata una specializzazione che ha consentito di indagare, senza gettare via le acque, le parti sommerse dei pozzi e delle cisterne antiche: tale attività è stata svolta in maniera discontinua all’interno di alcuni gruppi subacquei sino ad arrivare ad una fase organica di ricerca nel gruppo Urban Divers nato dall’unione dei subacquei della FIPSAS con il Gruppo Speleologico di Todi. Nel corso di quasi quaranta anni di ricerca sono state raccolte informazioni e sono stati dati alle stampe i risultati più evidenti delle ricerche, quello che manca ancora è mettere in relazione le diverse esperienze particolari ed avere una visione generale del problema della distribuzione delle acque nel passaggio tra il mondo tardo-antico e l’alto medioevo.
La Mostra ideata da Maurizio Todini per ASSSISI MOSAIC consente di avviare un discorso sulle analogie evidenti nel percorso di ricerca dell’acqua e nei modi della sua utilizzazione. Tale disamina però per motivi tecnici è limitato ad alcuni centri umbri (Todi, Perugia, Assisi, Spoleto, Orvieto) lasciandone fuori altri (Spello, Trevi, Bevagna, Gubbio, Narni ) non per importanza ma per motivi logistici.
Perché il nome Fratres de Vena
Sul finire del XIII secolo l’acqua, che scorre ancora nello “specus” degli antichi acquedotti romani, è scarsa anche in conseguenza della grave siccità che ha colpito l’Europa. E’ poca nei condotti di Todi, di Assisi, di Spoleto proprio nel momento in cui stanno per prendere l’avvio i cantieri per la costruzione di Templi, Basiliche e Fontane che cambieranno il volto delle città medievali, è poca per impastare le malte e non basta a dissetare gli operai. Diventa così di primaria importanza il restauro ed il riadattamento delle antiche gallerie di adduzione e, dove necessario, provvedere alla costruzione di nuovi tratti che giungano il più possibile vicini al luogo in cui stanno per iniziare i lavori. I progettisti di tali opere, eredi degli ingegneri d’acqua romani, sono monaci per larghissima parte francescani e domenicani, appartenenti dunque a due degli ordini religiosi che si stanno urbanizzando e che evidentemente hanno perfetta conoscenza delle tecniche care a Vitruvio e Frontino.
Il titolo “Fratres de vena “ richiama le fonti medievali in cui l’opera dei frati viene appunto specificata con delle definizioni attinenti alla ricerca dell’acqua e all’opera di derivazione “fratres de conducto”. Al termine della ricerca storico-archivistica si è potuto evidenziare una circolarità delle competenze e una successiva specializzazione come “squadra” che ha ulteriormente affinato le competenze idrauliche. Su questi temi si è sviluppata negli ultimi anni una ricerca che ha portato alla pubblicazione di diversi saggi e alla pubblicazione di atti di Convegni dedicati al tema dell’acqua in generale o specificatamente alle vie di scorrimento sotterranee.
La Mostra prende l’avvio con una doverosa attenzione alla città che la ospita. Assisi rappresenta in effetti un esempio lampante della connessione che si vuol mettere in evidenza tra derivazione di acque di condotti antichi verso un cantiere medievale. Alla ricerca sui condotti antichi si sono dedicati diversi studiosi quali l’architetto Monica Barbanera (Assisi-Acquedotti antichi in Umbria Sotterranea-Archeologia e idraulica urbana)e l’archeologa dott.ssa Maria Laura Manca (Assisi- Il sistema idrico romano in Umbria sotterranea-Archeologia e idraulica urbana), sugli acquedotti di Panzo è uscito il volume “Dare acqua ad Assisi”a cura di Olindo Stefanucci (Deputazione di Storia Patria per l’Umbria – Appendici al Bollettino-N°20) dove sono state ripresentate le osservazioni delle tesi di laurea di Maria Assunta Carloni del 1993-94 ”Approvvigionamento idrico ed architettura per l’acqua ad Assisi”e di Monica Barbanera del 2000-01 “Gli acquedotti in Assisi”.
Le esplorazioni svolte dagli speleologi e dagli Urban Divers della FIPSAS hanno permesso di conoscere meglio e di riportare alla luce il lavoro svolto dai monaci, sia a supporto di tecnici venuti in Umbria da Venezia e Siena, sia in modo del tutto autonomo. Sono state effettuate ricognizioni nell’acquedotto di S.Fortunato a Todi, nell’acquedotto della Barigiana a Monte Pacciano, negli acquedotti del Subasio sia a Costa di Trex che a Panzo e nei tratti di condotto ispezionabili delle opere idriche di Orvieto e Spoleto.
La capacità dimostrata nel recuperare o trovare ex-novo fonti di approvvigionamento idrico scaturisce dall’aver coniugato insieme il sapere antico dell’aqua ducta con la maestria dei fratres de conducto. All’opera di frate Andrea, di frate Elia, di frate Plenerio, di frate Bevignate e di tutti i fratres de vena è stata quindi dedicata la Mostra.
Gli Urban Divers della FIPSAS vogliono con questa mostra quindi ribadire il loro impegno nella esplorazione dei sistemi idrici antichi e continuare nella ricerca iniziata con la Mostra “L’acqua del Convento” tenutasi a Todi agli inizi del 2009, che aveva messo già in evidenza la perizia dimostrata dai religiosi nel gestire le acque presenti in quella monade architettonica che è il complesso conventuale.
Maggiori informazioni sono rintracciabili sul sito di Assisi Mosaic

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