Il notiziario di speleologia che ha ampliato la sua visibilità e ha scoperto un mondo diverso da quello delle grotte

La comunità degli speleologi, o speleo, è sicuramente più intelligente del resto delle persone.

Questa affermazione può sembrare molto di parte, ma non è priva di fondamento.

Grazie ai social network e a Internet, possiamo verificare la differenza tra il nostro piccolo mondo delle grotte e quello che ci circonda.

I social network e Internet in generale ci mettono in contatto con persone della nostra cerchia o comunque amici degli amici.

Anche Google, attraverso le ricerche che impostiamo frequentemente, sarà più propenso a darci risultati vicini alla nostra comunità, al nostro territorio e al nostro ambiente.

Ci sembrerà di essere in contatto con tutto il mondo, ma in realtà ci muoviamo all’interno di una bolla circoscritta.

Così, un nostro post su Facebook, per quanto possa essere letto da un migliaio di persone e avere una diffusione che a noi sembrerà enorme, in realtà viene letto quasi sempre esclusivamente da amici e amici degli amici, quindi all’interno della nostra ristretta cerchia di interessi e conoscenze.

Con Scintilena, il nostro notiziario di speleologia, fino a due anni fa avevamo una visibilità ridotta sia sul sito che sui social network.

Entravamo in contatto soltanto con la nostra piccola comunità di speleo. I post di Scintilena condivisi, a cui veniva messo un like, generalmente venivano letti esclusivamente da speleologi o comunque da persone molto vicine all’ambiente speleologico.

Da circa un anno, la dimensione di Scintilena è aumentata tantissimo.

L’orizzonte delle visualizzazioni è praticamente decuplicato.

Dieci volte in più di visualizzazioni che vanno ben oltre il nostro piccolo mondo delle grotte e degli speleologi.

Questo sta succedendo sia su Facebook, che su Instagram, che su Internet in generale.

Un post di Scintilena su Facebook oggi può essere visto anche da centinaia di migliaia di utenti, quando gli speleologi sono solo cinque o seimila, non più.

Questo si traduce in uno scambio di commenti, in interazioni, messaggi con persone che non sono sicuramente speleologi.

E qui iniziano i problemi, che non avevo mai sperimentato nella mailing speleoit, ma neanche nei vari commenti ricevuti su Scintilena quando non superavano i 2000 lettori.

Forse a causa della pandemia, che ci ha costretti a casa in questi ultimi anni e ha fatto cambiare il modo di vivere e di pensare, forse per la nostra innata tendenza all’isolamento, che ci porta a infilarci in grotta invece di confrontarci con la gente e con la loro testa, difficilmente entriamo in contatto con fasce di popolazione assolutamente ignoranti.

Così, invece, sta succedendo che, con l’aumento di visualizzazioni, entriamo in contatto con complottisti, terrapiattisti, liberi pensatori, semplificatori di notizie scientifiche che, più o meno a piacimento, vengono interpretate, stravolte, sconvolte, riscritte e ripubblicate nei commenti.

A questo si aggiunge una grande fetta di popolazione che non sa leggere quello che c’è scritto in un testo, cioè non comprende né cosa c’è scritto, né perché è stato scritto, né qual è il fine di un articolo.

La situazione è più grave di quello che pensavo dal mio piccolo buco. Facebook è un ricettacolo di ignoranti convinti di sapere cose che altri non sanno.

La più grande soddisfazione è verificare che il nostro piccolo mondo delle grotte è frequentato soprattutto da persone coerenti, coscienti, intelligenti, che hanno uno spirito critico sufficiente per capire di cosa parlano.

Aldilà di interpretazioni etiche sul modo di frequentare le grotte, possiamo notare che la maggior parte degli speleologi ha una preparazione scientifica e un approccio alla scienza fuori dal comune.

Mi sento ancora oggi un’élite ad essere uno di quelli che in grotta ci va con il casco e la luce sulla testa.

Un pensiero su “Gli speleologi sono più intelligenti degli altri? Scopriamo perché con Scintilena”

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