Foto di Patrice Cabanel

Dopo 200 metri di galleria sommersa, raggiungendo la profondità di 50 metri, gli speleosub francesi sono emersi in un nuovo immenso ambiente!

Trieste – Il 16 Agosto 2022, gli speleosub francesi si sono immersi nel sifone a valle dell’Abisso Trebiciano, a 330 metri di profondità, e dopo 200 metri di gallerie sommerse e una immersione che ha raggiunto i -50 metri sott’acqua, sono riemersi in un grande ambiente sotterraneo, una grande sala di 160 metri di lunghezza, 50 metri di larghezza e 60 metri di altezza. Uno campo da calcio. Con gli ultimi risultati raggiunti, l’abisso di Trebiciano ritorna ad essere la grotta più profonda del Carso Triestino (-380 m e 2 km di sviluppo).

In questa nuova grande caverna, le acque sotterranee del fiume Reka/Timavo scorrono fra i massi, scomparendo in un lago terminale dal quale continuano il loro misterioso percorso sotterraneo, iniziato in Slovenia a San Canziano, verso il Mare Adriatico.

L’esplorazione degli speleosub Patrice Cabanel e Michel Philips della Federation Francaise d’Etudes et de Sports Sous-marine, fa parte del progetto di esplorazione e ricerca Timavo System Exploration 2022, coordinato e promosso dalla Società Adriatica di Speleologia.

Quanto detto finora, anche se straordinario ed eccezionale, sarebbe riduttivo se non ricordassimo che la ricerca delle acque sotterranee sul Carso é iniziata nel 1800, con Lindner, e a quanto pare non é ancora finita.

200 anni fa l’impero Austroungarico cercava l’acqua per approvigionare la cittá di Trieste, e le ricerche di Lindner costituiscono la culla della speleologia italiana e mondiale. Gli eredi di Lindner cercano ancora l’acqua, sono gli speleologi triestini e sloveni che continuano a scrivere pagine di Storia.

Nella mappa qui sopra é rappresentato l’ipotetico percorso del Fiume Timavo, i pallini colorati e numerati sono grotte e doline che come piccole finestrelle ci fanno affacciare sul corso sotterraneo di questo misterioso fiume.

Proprio sotto uno di questi pallini colorati, indicato con il numero 21, è stata raggiunta questa grande cavità. Sopra di essa, 350 metri più in alto, c’è la Dolina Reka, o dei sette nani. La depressione era già oggetto di osservazione e di scavi da parte degli speleologi triestini che da anni monitorano le fessure soffianti del Carso.

La Società Adriatica di Speleologia per questo 2022 aveva invitato gli speleologi italiani a collaborare al progetto, così che il risultato degli speleosub in realtà é la punta dell’Iceberg di un progetto aperto a cui collaborano da molti anni molti speleologi.

Le esplorazioni di quest’anno hanno anche permesso di ampliare la mappatura delle acque del fiume in entrata, prolungando le gallerie allagate “a monte” di un ulteriore centinaio di metri e portando alla luce un nuovo ampio lago sotterraneo.

Il Timavo System Exploration è un programma esplorativo avviato nel 2013, in collaborazione fra la Società Adriatica di Speleologia (SAS) di Trieste e la Federation Francaise d’Etudes et de Sports Sousmarine (FFESSM), che ha l’intento di aumentare le conoscenze sul percorso sotterraneo del fiume Reka/Timavo e le grotte ad esso collegate.

Durante le sette edizioni, numerose sono stati i successi e i risultati raggiunti, ma l’edizione 2022 ha superato ogni aspettativa.

In questi anni, hanno collaborato al TSE più di 250 persone, appartenenti a 31 gruppi speleologici di quattro nazionalità diverse.

La nuova caverna era stata teorizzata da tempo, sulla base di osservazioni e studi fatti in superficie, che hanno facilitato l’orientamento dei subacquei. I dati preliminari finora raccolti confermano pienamente le ipotesi fatte. Con queste scoperte si concretizza ulteriormente la possibilità di rendere unico il sistema sotterraneo composto dalla Grotta di Trebiciano, dalla Dolina Reka e dalla grotta Luftloch, che tra ambienti sommersi e vani non allagati, potrebbe raggiungere lo sviluppo di oltre 3 km.

Il sogno di Lindner é più vivo che mai, anche se nuove problematiche e nuove sfide si frappongono tra gli speleologi e l’obiettivo finale. A centinaia di km di distanza leggiamo la cronaca di questa scoperta che entrerà di diritto nella storia dei 200 anni di ricerche del corso sotterraneo del Timavo, e ingenuamente ci chiediamo: ‘e adesso?’

Il cavernone appena scoperto ha accorciato le distanze con la prossima cavitá conosciuta, la Grotta Luftloch, ma ripartire con le immersioni dalla nuova grotta non sarà affatto facile: furibonde altissime piene del Timavo sotterraneo fanno escludere la possibilitá di allestire un campo base nel cavernone.

Probabilmente, dal grande salone, con risalite di 350 metri gli esploratori potrebbero aprirsi un varco e riuscire a mettere la testa fuori dalla Dolina Reka, per bypassare i 200 metri di sifone profondo 50 metri… ma dove li prendiamo gli speleologi in grado di riuscire nell’impresa di una risalita così lunga, che sanno anche immergersi fino a -50?

Questi ed altri ostacoli si tengono ben strette le chiavi del mistero sotterraneo del Fiume Timavo. L’epopea continua, generazioni di speleologi prima e dopo questa scoperta la mantengono viva e attuale.

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