Il primo articolo del Bollettino del Museo di Storia Naturale di Verona svela le scoperte fatte dai ricercatori nei Monti Lessini

In anteprima il primo articolo del Bollettino del Museo di Storia Naturale di Verona: nuove scoperte nella Grotta del Ciabattino

Il Bollettino del Museo di Storia Naturale di Verona ha annunciato che dal 2023 gli articoli che compongono i volumi verranno pubblicati non appena disponibili.

Il primo articolo della serie dedicata a Geologia Paleontologia Preistoria, intitolato “Il sistema carsico della Grotta del Ciabattino (Monti Lessini nordoccidentali -Verona): nuove scoperte e caratterizzazione geofisica dell’area”, è già stato pubblicato in anteprima e può essere scaricato in formato pdf.

L’articolo, scritto da Luciano Marastoni, Laura Agostini, Matteo Collareda e Nasser Abu Zeid, descrive le ultime scoperte fatte nella Grotta del Ciabattino, una cavità situata sui Monti Lessini, che rappresenta uno dei paleoinghiottitoi, forse il più importante, di tutta l’area del Corno D’Aquilio, importante settore carsico delle Prealpi Venete. Nonostante la modesta estensione spaziale della grotta, la sua vicinanza con un grande abisso come la Spluga della Preta, ha reso la zona di grande interesse per la ricerca scientifica.

Per effettuare le indagini, i ricercatori hanno utilizzato una metodologia di indagine geofisica indiretta di tipo elettrico ERT (Electrical Resistivity Tomography), che ha permesso di verificare l’esistenza e l’ubicazione di eventuali proseguimenti della cavità presa in considerazione.

I valori sperimentali di resistività apparente, utilizzando la configurazione Wenner, hanno restituito – dopo l’inversione dei dati – immagini interessanti per la ricerca.

Durante l’esplorazione speleologica, inoltre, sono state scoperte altre formazioni geologiche rilevanti e originali, come tamponamenti carsici non toccati dalla loro deposizione e vari tipi di sedimenti di colore rosso e giallo misti a selce, localizzati nella formazione media del Rosso Ammonitico Veronese.

L’articolo rappresenta un importante contributo alla conoscenza della zona e delle sue peculiarità geologiche, e costituisce un esempio di come la ricerca scientifica possa essere portata avanti attraverso l’utilizzo di tecniche innovative e non invasive.

Leggi l’articolo completo sul sito del Museo di Storia Naturale: https://museodistorianaturale.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=87168&fbclid=IwAR2XIM_3Xfu9zVHkM5s6_5vYxMAMBKM74SfDvKyXKbki0C6SIsij1W5wyKY