La creazione di modelli 3D rivoluziona la ricerca speleologica permettendo una migliore comprensione e caratterizzazione dei fenomeni carsici

Nella ricerca speleologica, la generazione di modelli 3D si è rivelata uno strumento indispensabile nello studio del carsismo.

Negli ultimi anni, nuovi paradigmi sono emersi in questo campo, come la carsificazione ghost-rock e l’impatto della biocorrosione legata ai pipistrelli.

È necessario mettere in discussione i modelli semplici di fiumi che scorrono e scavano.

La spazializzazione resa possibile dalla tecnologia 3D ci consente di comprenderli meglio.

Le gallerie o le appendici che si snodano in tutte le direzioni sono legate a fenomeni di carsificazione specifici?

Le forme che appaiono nel carsismo sono dovute solo all’azione dell’acqua?

I modelli 3D non solo ci aiutano a riflettere su queste questioni, ma anche a quantificarle.

La creazione di modelli 3D ci consente di effettuare una serie di misurazioni che ci permettono di caratterizzarli utilizzando strumenti che possono essere utilizzati direttamente dal nostro computer, mentre sarebbero molto difficili da effettuare sul campo.

Inoltre, questi modelli ci consentono di quantificare gli impatti delle diverse gallerie, confrontandole simultaneamente e in totale tranquillità.

La buona qualità della texturing ci permette anche di visualizzare dettagli difficili da osservare direttamente sul campo.

Infine, la modellazione 3D si rivela un eccellente mezzo di comunicazione per condividere elementi che sono sempre difficili da evidenziare in una rappresentazione bidimensionale.

Inoltre, la modellazione 3D rappresenta un elemento interessante per sviluppare la sensibilizzazione del pubblico, migliorare la conservazione delle grotte e proporre nuovi modelli economici basati sulle tecnologie attuali (3Dflow, Unreal Engine 5, Oculus Quest 2, NeRF e GaussianSplatting).

Gli speleologi L. Barriquand e J-Ph. Dégletagne dalla Francia, insieme al dott. S. Moutaouakil del Marocco, hanno realizzato modelli 3D di alta qualità delle grotte di Nira.

Questi modelli sono stati basati su studi di casi di biocorrosione nelle grotte di Kef Aziza (Marocco, novembre 2022), NGovo (RD del Congo, luglio 2023) e Kef Hordaifa (Marocco, novembre 2023).

La modellazione 3D si conferma quindi uno strumento indispensabile per lo studio e la comprensione dei fenomeni carsici, contribuendo all’avanzamento della ricerca speleologica e alla sensibilizzazione del pubblico verso la conservazione delle grotte e della biodiversità.

Fonte:
L. Barriquand – Speleologo, Carsologo – Francia
J-Ph. Dégletagne – Speleologo, Tecnico VR/3D – Francia
Dott. S. Moutaouakil – Speleologo, Biospeleologo, Responsabile Progetto Biodiversità – Marocco
(2023, novembre)


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *