Paolo Crosa Lenz, scrittore e alpinista, spiega l’importanza della citizen science nella preservazione dei territori montani

Nel contesto del 101º congresso del Club Alpino Italiano, la redazione de ‘Lo Scarpone’ ha avuto l’opportunità di intervistare Paolo Crosa Lenz, noto scrittore e alpinista ossolano, sul tema della citizen science e del suo ruolo nella conservazione del capitale naturale dei territori montani.

Crosa Lenz, con le sue radici walser, incarna una sensibilità e una conoscenza profonda dei territori montani, che si riflettono nelle sue opere e nei suoi interventi.

Secondo lui, la responsabilità per la salute delle montagne e della natura che le circonda appartiene a tutti coloro che vivono e frequentano questi luoghi.

E la citizen science si presenta come uno strumento fondamentale per aumentare la consapevolezza del proprio ruolo e delle proprie possibilità.

La citizen science, o “scienza partecipata”, è un concetto consolidato a livello internazionale che si basa sulla raccolta e sull’analisi di dati relativi al mondo naturale da parte di un pubblico che collabora attivamente con scienziati professionisti.

In questo modo, i cittadini diventano parte integrante del processo scientifico finalizzato alla conservazione della biodiversità.

Durante l’intervista, Crosa Lenz ci ha spiegato il ruolo chiave che il Club Alpino Italiano può svolgere nel campo della citizen science, diventando un attore strategico per la raccolta di segnalazioni, soprattutto in ambiente montano e nelle aree protette.

Uno dei temi affrontati nel contesto del congresso è il ruolo del Cai nel preservare il capitale naturale.

Crosa Lenz ha sottolineato che la recente revisione degli articoli 9 e 41 della Costituzione italiana ha rafforzato il principio della tutela dell’ambiente come valore costituzionale.

Questo principio sarà il punto di partenza per i lavori del Tavolo 1, intitolato “Il Cai per il capitale naturale”.

Le montagne rivestono un ruolo privilegiato nell’osservazione dei cambiamenti ambientali.

Le Alpi, in particolare, sono un termometro sensibile dei fenomeni climatici che si manifestano su scala globale.

La verticalità di questi territori amplifica gli effetti dei cambiamenti climatici, rendendo evidenti le sfide che dobbiamo affrontare.

Tuttavia, la citizen science ha bisogno di essere validata e interpretata dal mondo scientifico.

Crosa Lenz ha sottolineato l’importanza della costruzione di una consapevolezza diffusa riguardo ai cambiamenti climatici e alla responsabilità che tutti abbiamo nel preservare i territori montani.

La conoscenza e la partecipazione attiva alla ricerca scientifica sono fondamentali per raggiungere questo obiettivo.

Il Club Alpino Italiano può svolgere un ruolo chiave nella costruzione di reti di relazioni tra i cittadini, gli enti di ricerca e le istituzioni di tutela.

I soci del Cai, coordinati da sezioni e organizzazioni territoriali, possono contribuire attivamente al monitoraggio e alla documentazione dei cambiamenti che avvengono nei territori montani, come la deglaciazione, l’innalzamento degli orizzonti vegetazionali e il monitoraggio delle specie animali.

Il Club Alpino Italiano si trova di fronte a una sfida epocale.

La “terza generazione” del Cai è chiamata a affrontare nuove sfide, come la costruzione di una nuova cultura dei territori montani, il confronto con una società digitalizzata e globalizzata, l’ancoraggio all’alpinismo e la tutela assoluta della natura e della biodiversità.

La citizen science si rivela uno strumento prezioso per coinvolgere i cittadini e promuovere una conservazione responsabile dei territori montani.

Grazie a questa partecipazione attiva, possiamo lavorare insieme per preservare la biodiversità e garantire un futuro sostenibile per lecomunità montane e per l’intero pianeta.

Fonte e articolo originale: https://www.loscarpone.cai.it/dettaglio/la-scienza-partecipata-per-favorire-la-conservazione-della-biodiversit%C3%A0/

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