In diretta da Urbino, è stata approvata all’unanimità in questo momento dai presenti al Convegno una importante mozione che chiede la partecipazione dei vari organismi speleologici nella gestione, tutela e salvaguardia degli ipogei, che sottolinea il continuum della superficie con il sottosuolo.
Di seguito, il testo della mozione approvata:

MOZIONE
Nei giorni 4/8 Dicembre 2010 si è svolto in Urbino, presso l’ex Collegio Raffaello, il VII Convegno Nazionale di Speleologia in Cavità Artificiali, organizzato dalla Commissione Nazionale Cavità Artificiali SSI e dal Gruppo Speleologico Urbinate, con il riconoscimento dell’Unione Internazionale di Speleologia e con il patrocinio di Regione Marche, Provincia di Pesaro-Urbino, Comune di Urbino, Ordine Geologi delle Marche, Associazione Nazionale Ingegneri Minerari, Associazione consortile Italia Sotterranea, Federazione Speleologica delle Marche e Comunità Montana dell’Alto e Medio Metauro.
Il VII Convegno ha visto la partecipazione, sia tra i relatori, sia tra gli uditori, di eminenti speleologi, geologi, archeologi, ingegneri minerari e studiosi afferenti ad altri settori scientifici. Durante i lavori è stata espressa viva preoccupazione per le recenti proposte di stoccaggio di rifiuti nelle cavità del sottosuolo napoletano e al termine del Convegno, anche riprendendo gli auspici scaturiti dal III Simposio Internazionale (Napoli, 1991), tutti i partecipanti hanno sottoscritto la seguente mozione.
1. La speleologia, ed in particolare la speleologia in cavità artificiali, è una disciplina imprescindibile per la conoscenza del territorio e per la pianificazione territoriale;
2. Ai fini della pianificazione territoriale, superficie e sottosuolo devono essere considerati un tutt’uno;
3. Le cavità artificiali, per le loro caratteristiche proprie, devono essere considerate a tutti gli effetti parte del patrimonio storico-archeologico e pertanto necessitano di studi interdisciplinari a cui debbono concorrere le diverse competenze scientifiche, le forze e gli ambiti professionali.

Per quanto sin qui espresso si invitano gli Enti Locali a non porre in essere azioni di svilimento territoriale attraverso l’utilizzo improprio e non corretto del sottosuolo di origine antropica e d’interesse storico.
Si auspica, inoltre, che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, anche attraverso gli esempi provenienti da alcuni casi già esistenti, che vedono coinvolti suoi organi periferici (Soprintendenze per i Beni Archeologici e Direzioni Regionali per i Beni e le Attività Culturali):
1. riconosca nell’ambito dello studio delle cavità artificiali – di qualsiasi tipo e periodo – l’apporto tecnico conoscitivo che può essere fornito dalla componente speleologica;
2. attui – anche attraverso apposite convenzioni – azioni di sinergia con la Commissione Nazionale Cavità Artificiali della SSI, le rappresentanze ed i coordinamenti speleologici nazionali e locali al fine di raggiungere una incisiva attività di controllo strutturale, monitoraggio e valorizzazione del territorio.

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