Ripresi in un video mentre spingono massi da una formazione geologica nel Parco Nazionale di Lake Mead: rischiano fino a un anno di carcere e 100mila dollari di multa.

Introduzione: atto vandalico nel cuore del deserto del Nevada

Due escursionisti sono stati dichiarati colpevoli per aver danneggiato una formazione geologica protetta all’interno del Parco Nazionale di Lake Mead, in Nevada.

L’episodio risale ad aprile 2024, ma ha fatto il giro del mondo grazie a un video virale pubblicato sui social.

Le immagini mostrano i due uomini mentre abbattono grossi massi di arenaria rossa, parte di un delicato ecosistema risalente a oltre 140 milioni di anni fa.

La legge federale statunitense prevede per questi reati pene severe: entrambi rischiano una condanna fino a dodici mesi di carcere e una multa fino a 100mila dollari.

Dettagli delle scoperte: le rocce distrutte erano dune pietrificate antiche milioni di anni

Le strutture rocciose distrutte da Wyatt Clifford Fain e Payden David Guy Cosper facevano parte del Redstone Dunes Trail, un’area del parco nota per le sue spettacolari formazioni di arenaria, residuo di antiche dune di sabbia pietrificate.

Queste formazioni, modellate dal vento e dall’erosione nel corso di decine di milioni di anni, rappresentano un patrimonio geologico di grande valore scientifico e paesaggistico.

Durante l’escursione, i due uomini si sono arrampicati su alcune delle rocce più fragili e, con gesti volontari, hanno spinto massi verso valle, tra le risate, ignorando la presenza di altri visitatori, tra cui una bambina che nel video li implora di fermarsi.

L’intervento immediato delle autorità, reso possibile dalla diffusione del filmato, ha permesso di identificare i responsabili e avviare l’iter giudiziario.

Contesto: la tutela del patrimonio geologico nei parchi nazionali americani

Il Parco Nazionale di Lake Mead, situato tra Nevada e Arizona, ospita un paesaggio arido e ricco di formazioni geologiche uniche.

L’area è gestita dal National Park Service (NPS), che ne tutela il patrimonio naturale e archeologico.

In questo contesto, le rocce danneggiate non sono semplici pietre, ma elementi chiave per lo studio della storia geologica del continente nordamericano.

L’accesso al Redstone Dunes Trail è libero, come in molte aree protette statunitensi, ma regolato da normative federali che vietano esplicitamente ogni forma di danneggiamento o alterazione dell’ambiente naturale.

Il caso ha sollevato una discussione sulla necessità di rafforzare la vigilanza nei parchi nazionali e di migliorare la sensibilizzazione dei visitatori sui rischi del turismo irresponsabile.

Implicazioni: pene severe e riflessione sul vandalismo ambientale

Il verdetto di colpevolezza per i due escursionisti è stato pronunciato dopo mesi di indagini e dibattimenti.

La sentenza definitiva è attesa per l’8 luglio 2025. Nel frattempo, l’opinione pubblica e le autorità statunitensi riflettono sull’impatto crescente dei comportamenti irresponsabili legati alla ricerca di visibilità online.

Secondo l’accusa, i due uomini hanno agito senza alcuna consapevolezza del danno causato, e hanno poi dichiarato di non conoscere l’importanza delle formazioni rocciose abbattute.

Le autorità federali, supportate dal NPS, ribadiscono però che la legge prevede pene severe per chi danneggia proprietà naturali tutelate, e che la protezione dei parchi passa anche dalla responsabilità individuale dei visitatori.

L’episodio si inserisce in un fenomeno crescente di vandalismo ambientale che interessa molti parchi naturali nel mondo, spingendo gli enti gestori a rivedere strategie di educazione e prevenzione.

Conclusioni: educazione ambientale e rispetto del patrimonio naturale

Il caso del Lake Mead rappresenta un monito per tutti coloro che frequentano ambienti naturali fragili e protetti.

La consapevolezza del valore del patrimonio geologico, insieme a una corretta educazione ambientale, si confermano strumenti essenziali per prevenire danni irreversibili.

In un’epoca in cui le immagini e i video hanno grande risonanza mediatica, cresce l’urgenza di diffondere una cultura del rispetto, non solo delle leggi, ma anche dell’equilibrio naturale che i parchi tutelano da secoli.

Fonte: Lo Scarpone https://www.loscarpone.cai.it/dettaglio/lake-mead-distruggono-rocce-di-14mila-anni-fa-condannati-2-uomini-rischiano-carcere-e-maxi-multa/

In Italia

Guardando in casa nostra, nel panorama italiano si registra un aumento significativo dei reati contro l’ambiente e il patrimonio naturale, con casi che vanno dalla distruzione di formazioni geologiche fino al vandalismo di monumenti e alberi monumentali.

In Italia, i dati del Rapporto Ecomafia 2024 segnalano oltre 35 000 illeciti ambientali nel 2023 (+15,6 % rispetto all’anno precedente) con danni stimati in circa 8,8 miliardi di euro  .

Accanto alla consapevole azione dei gruppi criminali, si aggiungono comportamenti di visitatori e attivisti che, spesso mossi dall’ignoranza o dalla ricerca di visibilità, compromettono irreparabilmente ambienti protetti e beni culturali.

Il fenomeno del vandalismo ambientale: trend e numeri

Secondo il Rapporto Ecomafia 2024 di Legambiente, tra il 2022 e il 2023 sono cresciuti del 9,1 % gli illeciti nelle filiere agroalimentari e del 58,9 % i furti di opere d’arte, ma rimane consistente anche il danneggiamento del paesaggio naturale  .

Le stime parlano di quattro reati ambientali ogni ora, un segnale dell’allarme crescente sul fronte della tutela del territorio  .

Esempi di danneggiamento in aree protette in Italia

Selfie pericolosi e danni alla flora del Parco Nazionale d’Abruzzo

Il Parco Nazionale d’Abruzzo ha denunciato escursionisti che, per uno scatto più suggestivo, oltrepassavano recinzioni e calpestavano vegetazione protetta, rischiando di provocare erosione e danneggiare specie rare.

Un video diffuso sui social mostrava persone a ridosso di cascate vietate con cartelli ben visibili, richiamando l’attenzione sull’inciviltà in aree naturali sensibili  .

Imbrattamenti e blitz “eco-attivisti”

Altri episodi noti riguardano l’imbrattamento di sedi istituzionali a scopi dimostrativi: nel maggio 2024 sei attivisti di Ultima Generazione hanno verniciato di nero le colonne del Ministero della Giustizia a Roma, attirando critiche per il metodo e sollevando il dibattito su attivismo e rispetto dei beni pubblici  .

A Venezia, un’azione con fango e cacao contro la Basilica di San Marco ha destato indignazione, pur se finalizzata a richiamare l’attenzione sui cambiamenti climatici  .

Casi di danneggiamento di beni naturali e culturali

Abbattimento di alberi monumentali

L’articolo 734 del Codice Penale punisce la distruzione colposa di bellezze naturali, compresi gli alberi monumentali, con sanzioni fino a 10 000 euro e possibili pene detentive nei casi più gravi  .

Non mancano segnalazioni di tagli non autorizzati in aree urbane e riserve, spesso legati a interessi privati o a gravi forme di ignoranza normativa.

Vandalismo di monumenti storici

Il Codice Penale (art. 733) incrimina chiunque danneggi monumenti o cose di pubblico interesse, con reclusione fino a sei mesi o ammenda fino a 2 065 euro  .

Episodi celebri, come il lancio di vernice rossa nella Fontana di Piazza di Spagna da parte di Graziano Cecchini nel 2007, hanno mostrato quanto costose e complesse siano le operazioni di ripristino  .

Cause e conseguenze del vandalismo per ignoranza

Molte azioni non nascono da intento criminoso, ma da scarsa informazione sulle restrizioni nelle aree protette e sulla rilevanza scientifica di rocce, piante o monumenti.

La ricerca di “like” e visibilità aumenta il rischio di danni: video virali e foto social incentivano comportamenti avventati, con conseguenze irreversibili sul patrimonio naturale e culturale.

Misure normative e strategie di prevenzione

Negli ultimi anni il Parlamento italiano ha adottato norme più severe contro gli “eco-vandali”, con decreti che prevedono sanzioni amministrative tra 20 000 e 60 000 euro per chi distrugge o deturpa beni paesaggistici .

Legambiente e altre associazioni sottolineano l’importanza di campagne di sensibilizzazione nelle scuole e di segnaletica chiara nei parchi, auspicando un approccio educativo condiviso  .

Il contrasto al vandalismo ambientale richiede un duplice impegno: da un lato l’inasprimento delle pene e un controllo più capillare delle aree protette, dall’altro la diffusione di una cultura di rispetto e conoscenza del patrimonio naturale e culturale italiano.

Solo con l’educazione e la partecipazione attiva dei cittadini sarà possibile ridurre significativamente i danni e preservare per le future generazioni gli ecosistemi e i monumenti che costituiscono l’identità del Paese.