Myanmar 2005
Alla fine di febbraio si è conclusa la prima spedizione dell’associazione La Venta in Myanmar.

Grazie ai contatti intrapresi con l’Università di Yangon si è dato inizio alla prima parte di un progetto pluriennale che prevede l’esplorazione e lo studio di vaste aree carsiche del Myanmar.
La spedizione di quest’anno ha interessato per una ventina di giorni del mese di febbraio un’area di circa 100 chilometri quadri nei pressi della cittadina di Kalaw e nella zona carsica a ovest di Pinlaung, nello stato di Shan. Del gruppo facevano parte, oltre a Tim Statford (speleologo inglese) che ha reso possibili i contatti iniziali con le autorità birmane, dodici componenti del team La Venta e alcuni geologi, archeologi e zoologi ricercatori dell’università di Yangon.

Dopo le formalità ufficiali la spedizione si è divisa in due gruppi in modo da coprire, nelle ricerche sul campo, quanto più territorio possibile. Un primo gruppo si è stabilito nella cittadina di Kalaw con il compito di esplorare le cavità presenti in quest’area, quasi tutte nel conglomerato, e verificare l’attendibilità di alcune segnalazioni reperite sul campo; un secondo gruppo, munito di permessi speciali, si è spostato nella zona di Pinlaung a sud di Kalaw, un territorio definito a rischio dal governo per la presenza di attività di guerriglia. Da qui, successivamente, data l’impraticabilità delle strade e la lontananza delle cavità da esplorare, quest’ultimo si è spostato nel piccolo villaggio contadino di Pinhton, ospite di un monastero buddhista.

L’area, paesaggisticamente molto suggestiva, è caratterizzata da notevoli forme di carso tropicale a coni (cockpits) e numerosi ingressi naturali di notevoli dimensioni. In complesso sono state esplorate e topografate una quindicina di cavità per un totale di circa 4-5 chilometri di sviluppo, la maggior parte ad andamento sub orizzontale e con presenza di acqua; alcune di queste di interesse archeologico e cultuale con altari e antiche statue di Buddha (a volte
centinaia) al loro interno.
Raggiunto e percorso con estrema difficoltà per qualche centinaio di metri un grande portale avvistato dall’aereo durante la prespedizione dell’anno scorso. Le ricerche hanno, inoltre, portato alla scoperta di un maestoso inghiottitoio in cui scompare un intero fiume e del quale è stata anche individuata la risorgenza qualche chilometro più a valle. Un potenziale enorme quindi, tanto che l’esplorazione di quest’ultimo sarà uno degli obbiettivi principali della prossima spedizione nel febbraio del 2006.

A parte le scoperte emozionali: paesaggi, ambientazioni, ospitalità ed estrema cordialità della gente, la spedizione si è rivelata altamente fruttuosa sia per il numero di grotte esplorate sia per la notevole quantità di dati raccolti nel poco tempo a disposizione (topografia, geologia, ricerche naturalistiche, documentazione video-fotografica).
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Notizia di Corrado Conca

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