Speleologi sacilesi e pordenonesi capitanati da “Felpe” Filippo Felici scoprono un nuovo ramo che supera i 400 metri di profondità e punta verso le sorgenti del Livenza. Le esplorazioni procedono incalzanti tra periodi di lockdown e aperture, ma nel “Ramo Pandèmia” la via verso il Gorgazzo è aperta.

In anteprima il rilievo dell'Abisso Col della Rizza sul Cansiglio

L’Abisso Col della Rizza sull’Altopiano del Cansiglio è stato scoperto ed esplorato fino alla profondità di 110 metri nel 1957 dagli speleologi triestini. Oggi dopo ripetute rivisitazioni da parte di speleologi sacilesi, ferraresi, reggiani e pordenonesi, punta decisamente in basso, raggiungendo gli 800 metri di profondità con le esplorazioni del 2007 e si sviluppa sottoterra con 5 km di condotti misurati e percorsi.
In questo rilievo inedito, gentilmente fornito da Filippo Felici, è possibile osservare la pianta e la sezione della cavità.

La maggiore grotta del Cansiglio è il Bus della Genziana, che si apre a soli 2 km di distanza ed è costituito da 10 km di pozzi e gallerie, ma l’Abisso Col della Rizza è quello che più si avvicina alla quota delle sorgenti del Livenza, 1000 metri più in basso dell’ingresso.

Alcuni mesi fa, alla profondità di -150 metri nel “Ramo Dal Cin” è stato trovato un nuovo importante ramo.
E’ il ramo “Pandèmia”, che si presenta come uno stretto meandro percorso da molta acqua. Il passaggio di un sifone allagato e di una serie di salti con cascata rende la progressione difficoltosa e richiede l’uso di mute stagne.
in questo ramo, le nuove esplorazioni di Gennaio procedono con scavi e passaggi da allargare.

Filippo Felici la settimana scorsa scrive: “Prima dell’inizio della Pandemia ci eravamo arrestati alla profondità di -385 m sopra una grossa frana. La scorsa settimana, al termine di uno scavo di oltre 6 metri abbiamo intercettato nuovamente il meandro attivo e ci siamo arrestati sull’orlo di un grosso pozzo valutato almeno 30 metri e 10-12 di diametro.”
Era venerdì 8 Gennaio quando Felpe, Gianmarco Ceschin e Daniele Ceschin scavando per 5 ore filate superano la frana e si affacciano sul vuoto.
Passano pochi giorni e un nuovo messaggio di Felpe annuncia: “Appena uscito da una bella punta in Abisso del Col della Rizza. Disostruito l’accesso al nuovo pozzo ed esplorati un P30, un P5 e fermato a metà di un ulteriore P30 per mancanza di corde. Sempre più giù!!!!” – Per i non addetti ai lavori, P30 è una verticale di 30 metri – “La via verso la sorgente del Gorgazzo è di nuovo aperta.”

Lo speleologo Filippo Felici, ha iniziato a praticare la speleologia 30 anni fa, e svolge esplorazioni principalmente nelle aree geografiche dei Piani Eterni, delle Prealpi veneto-friulane e dei massicci delle dolomiti friulane.
Laureato in Scienze Ambientali è membro attivo della II delegazione del CNSAS e del Comitato Esecutivo Regionale Scuole di Speleologia.

Attualmente stanno contribuendo alle esplorazioni il Gruppo Speleologico Sacile e l’Unione Speleologica Pordenonese.
L’esplorazione tutt’altro che conclusa riserverà sicuramente nuovi sviluppi.

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