Dromedary camels walk through sand dunes in the Arabian Desert near Margham, Dubai, United Arab Emirates. A new study adds evidence to theories that this region was once a wet, green climate. PHOTOGRAPH BY BROOKE WHATNALL, NAT GEO IMAGE COLLECTION

Una sorprendente scoperta nelle grotte saudite svela che la penisola arabica è stata un tempo, e per milioni di anni, una terra rigogliosa e attraversabile da animali e primi esseri umani

Articolo di Tom Metcalfe – National Geographic, 9 aprile 2025

Oggi la penisola arabica evoca immagini di dune infinite, siccità e paesaggi aridi. Ma un nuovo studio pubblicato su National Geographic rivela un passato sorprendentemente verde e fertile: per lunghi periodi degli ultimi otto milioni di anni, quella che oggi è una delle zone più inospitali del pianeta era invece un ambiente umido, ricco di laghi e vegetazione.

Questa ipotesi, nota da tempo come “Green Arabia”, trova ora solide conferme grazie all’analisi di stalagmiti provenienti da sette grotte nella regione di As Sulb, un altopiano calcareo eroso situato a nord-est di Riyadh, in Arabia Saudita. I ricercatori hanno raccolto 22 campioni di roccia, datandoli con metodi avanzati come la datazione uranio-piombo, che consente di risalire a quasi 7,5 milioni di anni fa.

Secondo gli autori dello studio, tra cui l’archeologo Michael Petraglia dell’Australian Research Centre for Human Evolution, questi dati rappresentano un vero punto di svolta: “I mari di sabbia che conosciamo oggi non sono sempre esistiti. Ci sono stati periodi in cui l’Arabia era verde e vivibile, e questo ha influenzato profondamente l’evoluzione e la diffusione degli esseri umani.”

Le stalagmiti, cresciute lentamente in presenza di acqua che filtrava dal terreno, conservano nel loro interno indizi chimici sulle condizioni climatiche del passato. Gli isotopi di uranio, torio e piombo contenuti nei campioni permettono di ricostruire con grande precisione i periodi di umidità, durante i quali la regione era attraversabile da animali e ominidi.

Il team ha identificato almeno sei fasi climatiche umide, durate da tens of migliaia a oltre un milione di anni, e forse altre due ancora da confermare. Durante queste fasi, l’ambiente era simile a una savana, capace di sostenere la vita e facilitare le migrazioni da nord-est dell’Africa verso l’Eurasia. Secondo Petraglia, è probabile che, quando l’Arabia era verde, anche altri grandi deserti – come il Sahara e il deserto del Thar in India – fossero più ospitali.

Uno degli aspetti più affascinanti della scoperta è il collegamento con l’evoluzione umana: Homo sapiens, insieme ad altre specie di ominidi, potrebbe aver sfruttato questi “corridoi verdi” per espandersi oltre il continente africano. Eppure, fino a poco tempo fa, l’Arabia veniva spesso ignorata nelle mappe delle grandi migrazioni preistoriche.

Anche Paul Wilson, paleoclimatologo all’Università di Southampton (non coinvolto nello studio), ha definito i risultati “sbalorditivi”: “È la prima volta che otteniamo un archivio climatico di tale profondità e dettaglio per questa regione. Conferma molte ipotesi a lungo discusse ma mai dimostrate.”

E non finisce qui. Secondo gli autori, siamo solo all’inizio: sono in corso nuove spedizioni in altre zone della penisola, e numerosi dati provenienti da grotte nel nord dell’Arabia Saudita devono ancora essere pubblicati. Come sottolinea Huw Groucutt, coautore dello studio, “questa è solo la prima grande ondata di risultati. I prossimi anni potrebbero rivoluzionare ciò che sappiamo sull’antico clima della regione – e forse anche sull’origine dell’umanità stessa.”

Fonti

Foto Facebook Nation Geographic  https://www.facebook.com/natgeo/posts/a-new-study-of-stalagmites-from-caves-in-central-saudi-arabia-provides-strong-ev/1231408831689878/

National Geographic 9/4/2025 by Tom Metcalfe https://tinyurl.com/4smh79xr

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *