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A Roma, nel mese di maggio 2013, è stato realizzato un intervento di bonifica e svuotamento dall’acqua nella conserva sita a S dell’acquedotto, tra il Grande Ninfeo e la Grande Cisterna della VILLA DEI QUINTILI sulla Via Appia Antica: le operazioni sono state condotte dall’associazione onlus A.S.S.O. (Archeologia Subacquea Speleologia Organizzazione) di Roma e seguite dall’archeologa Giuliana Galli, assistente collaboratrice della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma che qui conduce gli scavi insieme all’archeologo Riccardo Frontoni dal 1998. 
Il monumento (24,40 m. x 5,90 m) è realizzato su fondazione in scapoli di basalto, elevato in laterizio e sopraelevazione in blocchetti di peperino d’età medievale.
La planimetria è quella classica polinave con due navate divise da una serie di 7 pilastri in laterizio ed è su due livelli sovrapposti.
Internamente è completamente rivestita di intonaco di coccio pesto sul quale si possono notare ancora le teste dei chiodi di ferro (claves muscarii) che lo serravano al muro, in alcuni casi visibili entro dei buchi realizzati per estrarli, di epoca successiva.
Particolare interessante è la presenza di un laghetto permanente esterno a S della cisterna, il quale è meta di passaggio di uccelli come l’airone ed è habitat naturale di una specie di tritone.
Gli operatori della A.S.S.O. onlus, con le proprie attrezzature, hanno svuotato completamente dall’acqua il livello inferiore della cisterna ed hanno recuperato centinaia di bottiglie di vetro, frammenti di vetri di ogni genere, plastica e frammenti ceramici di piatti dei primi anni del ‘900.
Quindi hanno effettuato i consueti rilievi metrici del monumento venendo a scoprire che nel piano inferiore sono stati realizzati altri pilastri intermedi per rinforzare le volte di copertura, sollecitate comunque dalla presenza di un’enorme quantità d’acqua della cisterna superiore, arrivando fino al numero di 17, dei quali 6 disassati rispetto al centro in particolare in corrispondenza del primo “pozzo”.


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