Siamo convinti che solo mettendo tutti intorno ad un tavolo si potrà discutere serenamente sulle proposte per gli anni prossimi riguardo alla salvaguardia del patrimonio della Todi sotterranea. Siamo convinti anche che sia necessario diffondere e far conoscere lo stato attuale del colle che ogni giorno che passa ci preoccupa ed a ragione vista la scarsa attenzione a questo tema, mentre se ne enfatizzano altri di dubbio impatto sulla conservazione dei beni monumentali. Non basta mettere una transenna per risolvere il problema , ne prenderci in giro con interventi sul decoro urbano…quando è l’urbe che tra breve perderà, come nel passato, pezzi della sua storia. Dunque un grido d’allarme ma anche una disponibilità a ragionare intorno ai temi contenuti nel nostro comunicato.

La Mostra “L’acqua dei Nobili”, il 9 gennaio, ha chiuso i battenti con grande soddisfazione degli organizzatori per il numero dei visitatori e per il rilievo avuto nei mezzi di comunicazione.
Una iniziativa, è bene ricordarlo, organizzata grazie all’apporto volontario di molti speleo e subacquei e alla disponibilità del proprietario del Palazzo Arch. Carlo Pensi da sempre vicino alle iniziative del Gruppo Speleologico di Todi.
Durante il periodo di apertura sono stati molti i tuderti che, al termine della visita, ci hanno chiesto quali iniziative avremmo intrapreso per valorizzare il patrimonio geologico,archeologico e storico messo in risalto e documentato dalla ricerca svolta.
La risposta è in questa nostra nota finale indirizzata a chi può realmente cogliere l’occasione per avviare un progetto di tutela e valorizzazione.
In primis l’amministrazione comunale, il Sindaco e l’Assessore alla Cultura, ai quali chiediamo di dare un segno tangibile del loro amore per la Città ed in particolare per la sua storia cercando un dialogo che sia produttivo di scelte condivise.

Noi siamo preoccupati ed allarmati, e non è la prima volta che lo affermiamo pubblicamente, rispetto alle priorità date in questa nostra città per quel che riguarda la tutela del patrimonio culturale. Preoccupati nel constatare di continuo, durante le nostre esplorazioni ed indagini, un progressivo deterioramento del sistema di drenaggi antichi, (nel caso oggetto della Mostra il crollo del cunicolo sotto Piazza Garibaldi e l’ostruzione del cunicolo di sfioro del Pozzo della Torre in direzione del parcheggio dell’ Hotel Fonte Cesia).
Allarmati per i fenomeni di scollamento e cedimento del terreno in varie aree , le stesse oggetto di crolli in epoche lontane, che vengono interpretati e di conseguenza trattati come episodi e non come segnali preoccupanti di un sistema di drenaggio collassato. Ed allora ecco gli interventi tampone sul viadotto dei giardini e le transenne in via del mercataccio. Del resto nessuno ha messo in evidenza come le cisterne di piazza del Popolo non siano più agibili per i turisti e nessuno ancora ha spiegato il perché. Alcuni anni fa pensavamo di poter coinvolgere l’Amministrazione Comunale in una operazione di ricerca e valorizzazione del patrimonio sotterraneo, inutile dirlo unico nel suo genere, ma al di la del contentino di una riunione informale poi nella sostanza i due Assessori presenti si sono “dimenticati” delle urgenze loro comunicate. Infatti, dopo aver investito somme ingentissime per la salvaguardia del colle, sono ancora oggi presenti situazioni di rischio e di abbandono che ancora una volta ci permettiamo di evidenziare:

1- Area della Rocca- mancata bonifica parte sottostante i vecchi bagni pubblici demoliti, mancato approntamento di un piano di valorizzazione e tutela (l’area è stata oramai identificata come discarica!), elemento di pericolo per essere sovrastante la via di accesso al centro storico
2- Situazione di dissesto-infiltrazioni nel cosidetto muro etrusco inferiore
3- Dissesto muro nei pressi di Porta Orvietana
4- Segni di scollamento Porta Orvietana
5- Pozzo del Palazzo dei Priori- impossibilità di controllo lesione delle fondazioni
6- Porta Perugina-Porta Romana- Divieto di coltivazione nei pressi delle mura
7- Monastero delle Milizie, stato di abbandono e crolli nell’area sovrastante l’ex Mattatoio
8- Terreni a monte delle fontane Scannabecco , segni di lesioni e scollamenti.

La spiegazione di tale situazione sta nel fatto che i lavori effettuati sul colle, mettendo in sicurezza e salvaguardando l’abitato, abbiano poi messo in crisi le aree più deboli e isolate dal contesto generale. Tutti osservano con preoccupazione la zona che va da Porta Perugina a Porta Romana in cui ogni giorno si notano danni alle mura causate da un controllo delle coltivazioni e delle aree limitrofe praticamente inesistente (e non da oggi) e in cui, come abbiamo già avuto modo di sostenere, occorre invece una azione energica del pubblico attraverso anche l’acquisizione delle aree per giungere alla realizzazione di un parco integrato alla città murata. Così come è evidente che l’area di Porta Orvietana sia lasciata a se stessa in una condizione di precarietà mentre ha tutte le potenzialità per diventare il contenitore di una esposizione permanente che racconti insieme alla sua storia anche quella delle frane della città di Todi. Su questi temi cercheremo il dialogo con le associazioni che vorranno pensare insieme a noi in modo positivo alla salvaguardia della città attraverso non critiche ma proposte concrete e tenendo alto l’allarme per situazioni di rischio che come ci ha insegnato la storia sono sempre iniziate con piccoli “segni premonitori”.
Per completezza dell’informazione alleghiamo la lettera inviata nel 2008 all’Amministrazione Comunale di Todi.
Maurizio Todini
Todi li 10 gennaio 2011

Al sindaco del Comune di Todi
E p.c. Assessore alla cultura del Comune di Todi

Oggetto :segnalazione situazioni di dissesto e di mancato controllo sul colle di Todi
Continuando nella preparazione della Mostra “L’Acqua del Convento” mi sono imbattuto ,sempre più frequentemente, in situazioni di degrado dei sistemi drenanti antichi ed anche ho potuto accertare una totale disattenzione per quelli che sono ,da secoli ,i criteri più elementari per la salvaguardia del colle
Non è mio costume sollevare “polveroni” ma cercare di trovare delle soluzioni ai problemi lavorando in silenzio ma proficuamente. Avevo proposto di poter creare un tavolo di discussione sui temi di cui sopra , ma a distanza di mesi non ho ricevuto alcun “segnale” ed allora per correttezza ci tengo ad informare con questa mia l’Amministrazione Comunale su alcune situazioni particolarmente urgenti:
Allagamento ed infiltrazioni nel cunicolo di Palazzo Pongelli
Nell’androne del Palazzo Benedettoni Pongelli si apre un cunicolo drenante che ho esplorato diversi anni fa ed ho sempre trovato asciutto, in particolare in corrispondenza di un pozzo ellittico posizionato al limite esterno della Via Cesia e dunque al di fuori delle fondazioni del palazzo. Ultimamente ho potuto constatare la presenza di notevole acqua che si infiltra nel riempimento di sassi del pozzo e che sta pian piano risalendo verso l’interno del Palazzo. Nei rami laterali del condotto sotterraneo vi sono poi dei danni causati dalla palificazione che in alcuni casi ha demolito la foderatura in laterizio del cunicolo ed in altri ha rilasciato del cemento sul pavimento creando delle sacche di acqua. E’ fuor di dubbio che la presenza di acqua sia un potenziale pericolo non solo per i danni che arreca al palazzo (infiltrazioni per capillarità) ma perché nel passato proprio a causa di una mancata regimazione crollarono tutte le mura davanti al palazzo stesso.
Area del “Parco della Rocca”
La “costa” che si eleva sopra la strada delle cerquette davanti ai giardini pubblici è instabile da secoli, e da secoli vi sono sotterrati i resti archeologici di diversi edifici (mura,fondazioni abbazia S.Leucio etc.). Ultimamente vi sono stati effettuati dei lavori di contenimento e di sistemazione dell’area del Piazzale purtroppo la zona che va dal Maschio al muro delle suore non è stata mai bonificata e oramai viene utilizzata come discarica. Nel sopralluogo fatto per il rilievo del perimetro dell’orto delle suore (il monastero fa parte dell’impianto di ricerca della Mostra) ho potuto constatare che:
esistono dei tratti di conduttura con dei pozzetti di controllo forse appartenenti alla fognatura dei bagni demoliti che oltre che essere pericolanti e pericolosi non si capisce se drenino ancora qualcosa e soprattutto dove vadano le acque che vi si incanalano per la realizzazione del terrapieno è stata tagliata una parte della costa senza poi terrazzarla opportunamente con dei muri creando un pericoloso ingresso nel sottosuolo per le acque meteoriche i muri di contenimento a valle sono tutti sul punto di crollare così come la parte a monte del terrapieno presenta lacerti di mura instabili ed incoesi
L’area andrebbe comunque bonificata e andrebbe controllato lo scarico di detriti che viene effettuato da privati come se fosse un immondezzaio. Vista la delicatezza del sito l’operazione dovrebbe essere fatta sotto il controllo della Soprintendenza competente.
Le Mura
A parte la condizione pietosa del paramento esterno di Porta Orvietana ,ormai colonizzata da piante che ne disgregano le pietre, vi sono delle situazioni a rischio ,in generale,per le coltivazioni fatte a ridosso delle mura stesse (non mi soffermo qui sugli editti emessi dalla nostra città per evitare tale sciagurata consuetudine ) sino ad arrivare alla colorazione con il verde rame di parti di esse! Sono a conoscenza dei piani di restauro e recupero ma non si può attendere l’avvio dei lavori lasciando che il danno si amplifichi anche perché occorreranno poi più soldi per risarcirlo. In particolare:
Situazione di spanciamento per infiltrazione parete sx fognatura muro etrusco (per intenderci lo scivolo vicino alle fontane del cunicolo inferiore)
Situazione di degrado ed abbandono torretta scivolo Valle bassa
Coltivazione tratto mura da Porta Perugina sino alla salita di Simoncino
Coltivazioni sotto il Monastero delle Milizie
Il Pozzo del Palazzo dei Priori

Nel vicolo della Corona si apre uno stanzino da cui si accede al Pozzo del Palazzo dei Priori. Tale Pozzo, a parte la copiosa mole di documentazione storico archivistica raccolta sulle sue nobili vicende,doveva essere oggetto di un piano di restauro che ne mettesse in risalto la bellezza e la perizia costruttiva. Durante le immersioni effettuate,ad una delle ricognizioni ha partecipato anche l’architetto Corradi, si era notato che le fondazioni del palazzo passavano sopra il pozzo appoggiandovisi direttamente. Una delle travi presentava dei segnali di cedimento tanto da far convenire, se non altro, sulla necessità di una sorveglianza ad intervalli regolari. Oggi lo stanzino non è praticabile ed ho a malincuore scoperto che vi è stato installato ,non un apparato didattico ad uso dei turisti (tanto noi siamo una città con tutt’altra vocazione!) ma una attrezzatura per la telefonia mobile le cui antenne sono state collocate sul tetto del Palazzo stesso. La cosa che non quadra è sapere chi controlla le lesioni e lo stato dell’acqua conservata nel pozzo e soprattutto se non sembra incongruente scrivere sulla porta dello stanzino di non usare acqua in caso di incendio quando tutto è sospeso sopra una delle conserve più capienti della città!!!! Sono solo alcuni dei temi che mi ero ripromesso di discutere con i tecnici al fine di arrivare ad una conclusione positiva delle situazioni osservate. Approfitto allora della disponibilità e della cortesia del primo cittadino nonché della competenza della professoressa Bergamini in tema di sistemi idrici antichi per chiedere ,senza creare allarme,quale sia l’intenzione dell’Amministrazione Comunale rispetto alle problematiche presentate sperando di non dover attendere mesi per sapere se le mie osservazioni hanno un fondamento .
In attesa di un riscontro Le porgo i miei sinceri saluti
Maurizio Todini
Todi 3/07/2008

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