Da alcuni anni, l’Università degli Studi di Urbino sta svolgendo studi e ricerche sui principali sistemi carsici italiani, sono in corso progetti di ricerca incentrati sulla geologia, l’idrogeologia, la speleogenesi ed il microclima sotterraneo di questi sistemi.
I sistemi carsici ipogei di Capo Caccia costituiscono un sito ideale per poter studiare in maniera dettagliata l’interazione tra il sistema marino e l’ecosistema sotterraneo. Per effettuare questi studi, l’Università Urbino, ed in particolare il Dipartimento di Scienze della Terra, della Vita e dell’Ambiente, ha chiesto la collaborazione del Grup Espeleològic Alguerès, che ormai da molti anni esplora e studia le grotte dell’algherese e le loro parti sommerse delle quali è profondo conoscitore.

Nel dicembre 2016, gli speleologi sono ritornati per completare il recupero degli ultimi strumenti rimasti e carichi di preziosi dati accumulati nell’arco di quattro anni, posizionati nel Lago Semilunare, il più lontano e profondo della grotta.

I primi dati ricavati dai sensori ed elaborati da Marco Menichetti, docente dell’Ateneo urbinate, hanno dato risultati molto interessanti e, dopo l’elaborazione completa, saranno oggetto di una prossima pubblicazione scientifica. Anche nella Grotta della Dragunara e nella Grotta Verde, nella quale il Gea ha impiegato due generazioni di speleologi per esplorarla sistematicamente ed al momento è impegnato con il monitoraggio della fauna cavernicola presente al suo interno, verranno posizionati dei sensori nei profondi laghi interni, così da ottenere una ampia mappatura delle variazioni di temperatura del sottosuolo sommerso algherese e dell’influenza dell’ingressione marina all’interno delle grotte allagate presenti nel promontorio di Capo Caccia; un importante ed impegnativo progetto mai effettuato prima sul territorio. Alla luce dei risultati ottenuti, oltre alla Grotta di Nettuno, la grotta Verde e la grotta della Dragunara, anche altre grotte minori verranno studiate nei prossimi approfondimenti esplorativi e scientifici del Grup Espeleològic Alguerès.

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