L’annuncio che in Sardegna si sta preparando una missione speleonautica ha fatto risvegliare interrogativi che gli speleologi si chiedono da sempre: Studiare un uomo che rimane isolato in una grotta per diversi mesi, è speleologia? è scienza? è auspicabile incentivare o meno questi studi? servono a qualcosa? a chi? La scintilena non risponderà a queste domande, ma analizza i fatti cercando di aiutare il lettore a capire o a farsi una sua idea in proposito.
La Cronaca:
I giornali pubblicano la notizia che sabato lo speleologo sardo Giancarlo Sulas di Santadi entrerà per un anno circa nella grotta del Campanaccio per battere un record di permanenza in grotta per effettuare importanti esperimenti scientifici.
La risposta del resto degli speleologi italiani non si fa attendere, perchè la speleologia, come dice la parola stessa, è lo studio delle grotte, non degli uomini che vi entrano, quindi per linee generali e nazionalspeleopopolari viene subito messo un primo veto.
La smentita grossa riguardo alla notizia arrivata dalla stampa, è che un anno di permanenza non è record mondiale, come testimonia Giovanni Badino, che invia subito notizie, articoli e fonti che inequivocabilmente attestano che il record di permanenza in una grotta appartiene allo speleonauta Yugoslavo Milutin Veljkovic.
Un pò di storia della speleonautica
Dal 24 giugno 1969, al 30 settembre 1970, per 463 giorni consecutivi, Milutin Veljkovic rimase nella Grotta di Samar, nell’est dell’Ex Yugoslavia, in compagnia di 1000 pacchetti di sigarette, un pò di galline e altri animali, in contatto con l’esterno con un telefono militare. Questo è il record mondiale di permanenza in grotta, come attestano gli articoli di giornale che ci ha fornito Giovanni Badino, ecco un articolo dell’epoca, del Corriere della Sera che lascia pochi dubbi e uno scritto dello stesso Milutin che nel 1985 lascia una ventina di pagine della sua esperienza su British Caver, vol94-95, 1985.
Sono gli anni della conquista spaziale e la scienza è interessata allo studio dei cicli circadiani, si vuole studiare quali sono gli effetti dell’assenza di alternanza giorno/notte sul fisico umano.

Le esperienze italiane
Lo speleonauta italiano per eccellenza è senza dubbio Maurizio Montalbini, www.mauriziomontalbini.it che nel 1986 inizia gli esperimenti di permanenza in grotta, prima con 210 giorni a Frasassi in solitaria, poi per 48 giorni con un gruppo di 14 compagni, uomini e donne, nel 1992 rimase per 366 giorni nella Grotta di Nerone (PS) dando inizio ad una fase controversa con il laboratorio Underlab, grossi sponsor alle spalle e una risonanza mediatica enorme. Risonanza mediatica che richiamò l’attenzione degli speleologi stranieri, che quando sentirono che in Italia si stava battendo un record di isolamento spazio-temporale di 366 giorni, giustamente ci ricordarono che Milutin aveva passato molti più giorni in grotta, se pur in compagnia delle galline.
La newsletter che ci indica Giovanni Badino, del Red Rose Cave & Porthole Club pubblicata nell’ottobre 2007 riporta una serie di imprese speleonautiche con dati oggettivi privi di prese di posizione.
La Società Speleologica Italiana venne chiamata in causa dalla comunità internazionale, finchè non vennero prese le distanze da Montalbini con un articolo su Speleologia, mentre imperversavano le polemiche sulla necessità vera e scientifica di continuare esperimenti dal forte potere mediatico. Lo Sponsor Sector finanziò le successive permanenze all’interno della Grotta Grande del Vento a Frasassi nel laboratorio Underlab, per lo più esperienze di gruppo.
Anche i successivi soggiorni, come quello di Stefania Follini nel Nuovo Messico, furono criticati dalla comunità degli speleologi italiani e da una parte della comunità scientifica italiana in generale, come riassume questa intervista de “la Stampa” del 1989, dove praticamente si afferma che dei cicli circadiani si sa praticamente tutto e le lunghe permanenze sono solo delle ripetizioni alla ricerca del record.
In diversi scritti che sono pubblicati sul sito de “La Venta” Giovanni Badino affronta il tema della Speleonautica e riassume quegli anni controversi:
Speleonautica e speleologia: Analisi critica delle ricerche di speleonautica, e anche un po’ di storia di esse – G. Badino, La Stampa , 1993
Da parte sua, Montalbini risponde con una serie di pubblicazioni indicate ed elencate sul suo sito che dimostrano l’effettiva collaborazione con dottori, Università e Istituti di ricerca italiani e stranieri, materiale pubblicato e diffuso con i risultati delle analisi effettuate nel corso di una ventina d’anni.
L’ultimo esperimento dello speleonauta marchigiano risale a meno di due anni fa, quando Montalbini ha dovuto interrompere per problemi fisici un’altra esperienza di lunga permanenza in grotta ad Acquasanta (AP) ed è dovuto uscire prima del tempo stabilito a causa di una eccessiva perdita di peso corporeo. Se non sbaglio, al termine di questi esperimenti, Montalbini può vantare più di mille giorni della sua vita trascorsi da speleonauta.


La prova di Giancarlo Sulas

Siamo di nuovo tornati alla cronaca odierna; Sabato lo speleonauta di turno entrerà nella grotta che sta attrezzando in queste ore, ne uscirà solo tra un anno, seguito da un’equipe medica che controllerà le reazioni del suo fisico all’isolamento, alla temperatura costante di circa 14 gradi.
Gli speleologi, noi di oggi, restiamo un pò così, non abbiamo niente in contrario al fatto che qualcuno passi un anno all’interno di una grotta. Vorremmo solo ricordare, visto che sicuramente i media ne faranno una storia da delirio grandefratelliano, che la speleologia, intesa nel senso stretto della parola, è lo studio delle grotte e dei processi che ne comandano lo sviluppo. Quindi, generalmente uno speleologo fa dell’altro, mentre lasciamo agli speleonauti tutto il tempo per le loro “immersioni temporali”.
Da parte sua, anche il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico della Sardegna, chiamato eventualmente ad intervenire in caso di problemi, su richiesta di collaborazione da parte di Sulas ha effettuato nei giorni scorsi una simulazione di intervento in quella grotta, dando prova di elevata professionalità e correttezza.

Visto il riproporsi delle imprese degli speleonauti, sabato prossimo la Scintilena andrà a Castelluccio di Norcia, in provincia di Perugia (Perchè Santadi in Sardegna è troppo lontano…) per incontrare Maurizio Montalbini e parlare un pò della sua esperienza davanti ad un bicchiere di vino…

Alla prossima puntata…

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