Francesco Maria Cifarelli 1, Antonio Grossi 2, Marina Marcelli 1, Gianni Mecchia 3,
Giorgio Pintus 3, Cristiano Ranieri 3, I.C. Restifo 4, Elettra Santucci 4 & S. Troisi 4
1 Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali – francescomaria.cifarelli@comune.roma.it, marina.marcelli@comune.roma.it
2 ACEA ATO2 – Antonio.Grossi@aceaspa.it
3 Gruppo Speleo Archeologico Vespertilio – cristiano_ranieri@alice.it
4 Associazione Roma Sotterranea – segreteria@romasotterranea.it

Un progetto pilota per lo studio e la conservazione dell’acquedotto Traiano – Paolo: problemi e metodologie nella documentazione delle strutture sotterranee fra archeologia e speleologia

RIASSUNTO
Le ricerche degli ultimi anni condotte dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali sull’acquedotto Traiano, in collaborazione con ACEA ATO2, stanno rivelando come, ad eccezione dei tratti in elevato, pertinenti per la gran parte al restauro seicentesco di Papa Paolo V, le parti in sotterraneo, che compongono la quasi totalità della struttura, siano ancora quelle dell’acquedotto inaugurato da Traiano nel 109 d.C. Quest’incredibile stato di conservazione offre la possibilità unica di osservare e studiare, dai sistemi di captazione, con le loro diversificate soluzioni costruttive via via adattate, ai cunicoli secondari, alle camere di derivazione fin allo speco principale, le strutture di un acquedotto romano in piena funzione.
Per preparare un più ampio e ambizioso progetto volto alla conoscenza integrale di questa incredibile macchina idraulica dell’antichità è in corso di svolgimento un progetto pilota di documentazione sistematica e di studio di un piccolo tratto dell’acquedotto, un chilometro circa del suo condotto principale posto a cavallo dei comuni di Bracciano e Trevignano Romano, lì dove confluiscono su di esso tre rami di adduzione. Lo studio, condotto in collaborazione con l’Associazione Roma Sotterranea e il Gruppo Speleo-Archeologico Vespertilio, sta portando alla mappatura completa delle condutture dell’acquedotto in quest’area, con l’individuazione di un incredibile numero di manufatti di captazione di età traianea, restituendo una casistica di strutture di inattesa ampiezza e di enorme valore per la conoscenza dell’ingegneria idraulica antica. Parallelamente, si stanno testando diverse procedure e metodologie utili al lavoro di documentazione di strutture archeologiche in un ambiente sotterraneo così particolare, che verranno illustrate nell’intervento quale puntuale esempio del rapporto intercorrente fra lo studio di un manufatto antico “in ambiente confinato” e la speleologia.

Relazione presentata alla conferenza “Archeologia e Speleologia, Subterranean Speleology” svoltasi a Roma il 2 Luglio 2019.
https://www.scintilena.com/conferenza-a-roma-su-archeologia-e-speleologia-subterranean-archaeology/07/03/

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