Tullio Bernabei – Antonio de Vivo Costacciaro 2023 – Raduno Internazionale di Speleologia

Nel nostro Paese sono note oltre 40.000 grotte, alcune delle quali superano i 60 km di estensione e i 1.000 metri di profondità.

Un vero e proprio universo sotterraneo che rappresenta non solo un mondo di fragile, straordinaria bellezza, ma anche un inestimabile archivio del tempo: le grotte infatti possono raccontarci nel dettaglio, oltre al clima del passato, anche cosa sta avvenendo oggi. Ma non solo.

Gli ambienti sotterranei sono fondamentali per la vita poiché da un lato ospitano ecosistemi complessi, con molte specie ancora sconosciute alla scienza, e dall’altro costituiscono riserve d’acqua dolce.

Secondo studi della FAO nei prossimi anni circa l’80% delle acque potabili del Pianeta proverrà da sistemi carsici.

Il progetto UCC nasce dalla comunità speleologica italiana sulla scorta delle intuizioni e degli studi del compianto fisico Giovanni Badino, e vede la partecipazione di decine tra ricercatori ed esploratori che frequentano le grotte anche a grandissime profondità.

L’idea base è quella di dare un contributo alla comprensione del fenomeno del cambio climatico mostrando ciò che sta avvenendo nel sottosuolo “abitato”, perché le grotte sono anche ecosistemi complessi.

UCC, acronimo di Underground Climate Change, è uno studio che ha come principale obiettivo misurare e monitorare l’entità e gli effetti del cambio climatico nelle profondità degli ambienti sotterranei.

Lo stesso fenomeno che sta avvenendo in superficie a livello globale, con conseguenze spesso devastanti.

In anni recenti si è sviluppato, ed è in crescita costante, il monitoraggio degli ambienti sotterranei in termini di misurazione delle temperature di aria e acqua, oltre allo studio dei flussi d’aria e d’acqua interni.

Lo scopo di tali ricerche, condotte prevalentemente da singoli speleologi ma spesso in ambito universitario o comunque con appoggio di enti vari, è utile alla comprensione – a volte anche per fini esplorativi – dei sistemi carsici profondi che si sviluppano all’interno delle montagne.

Differenze di temperature interne in alcuni punti e/o l’inversione dei flussi d’aria possono infatti significare la presenza di parti ancora sconosciute dei reticoli carsici e quindi promuovere la loro ricerca ed esplorazione.

Esistono già diversi studi e sono molti i monitoraggi in corso.

L’esigenza di monitorare il clima delle grotte è presente da decenni.

Sono però tutti studi singoli, spot. Manca quindi un fattore essenziale: lo sguardo d’insieme.

E’ necessario condividere, rendere omogenei i sistemi di misurazione e i dati, mettere in rete. Partendo dal passato.

Il rilevamento delle temperature di aria e acqua in grotta è una consuetudine abbastanza vecchia: dal secondo dopoguerra in poi abbiamo registrazioni spot in molte importanti grotte italiane.

E’ quindi possibile andare a ricercare i dati “antichi” e, con tutte le precauzioni del caso, compararli con quelli moderni.

Risultato minimo: avere cognizione di tutti i dati storici, e su uno stesso database.

Dal punto di vista pratico, il progetto UCC consiste nel creare una banca dati nazionale che raccolga tutte le temperature sotterranee dell’aria (dove possibile anche di acqua e roccia) misurate in passato e attualmente, con l’implementazione del monitoraggio futuro in molte più grotte, condiviso in una rete unica.

Su questa base,saranno condotte analisi e studi approfonditi per comprendere i cambiamenti climatici che si verificano nel sottosuolo e le loro implicazioni.

Il raduno internazionale di speleologia, Costacciaro 2023, ha rappresentato un momento di incontro e scambio tra esperti, ricercatori ed esploratori provenienti da tutto il mondo.

Durante questo evento, sono stati presentati i risultati preliminari del progetto UCC e sono stati discussi i passi successivi per la sua implementazione.

L’obiettivo principale del progetto UCC è quello di comprendere come il cambiamento climatico influenzi gli ambienti sotterranei e come questi a loro volta possano fornire informazioni utili per comprendere il cambiamento climatico a livello globale.

Le grotte, infatti, possono fungere da indicatori sensibili dei cambiamenti che si verificano sia in superficie che nel sottosuolo.

Il monitoraggio delle temperature dell’aria e dell’acqua nelle grotte, insieme allo studio dei flussi d’aria e d’acqua interni, fornisce indizi preziosi sulle dinamiche climatiche sotterranee.

Ad esempio, variazioni nelle temperature interne possono indicare cambiamenti nelle condizioni atmosferiche esterne, mentre gli studi sui flussi d’acqua possono rivelare modifiche nei regimi idrologici regionali.

Attraverso la creazione di una banca dati nazionale che raccoglie dati storici e attuali sulle temperature sotterranee, il progetto UCC mira a fornire una visione più completa e integrata del clima sotterraneo nel corso del tempo.

Questa banca dati sarà uno strumento prezioso per gli scienziati e i ricercatori che studiano il cambiamento climatico e contribuirà a migliorare la comprensione dei processi che si verificano nel sottosuolo.

Inoltre, il progetto UCC si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza degli ambienti sotterranei e dei loro ecosistemi nel contesto del cambiamento climatico.

Le grotte ospitano una vasta gamma di specie uniche e fragili, molte delle quali dipendono da condizioni ambientali stabili.

Comprendere come il cambiamento climatico influisce su questi ecosistemi sotterranei è fondamentale per la conservazione della biodiversità e la salvaguardia delle risorse idriche dolci.

Il raduno internazionale di speleologia ha rappresentato quindi un’opportunità per condividere conoscenze, esperienze e risultati di ricerca riguardanti il cambiamento climatico sotterraneo.

Attraverso la collaborazione tra scienziati, speleologi ed esperti di varie discipline, il progetto UCC mira a fornire una base solida per la comprensione e la gestione dei cambiamenti climatici sia in superficie che nel mondo sotterraneo.

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