Post realizzato con l’aiuto di Andrea Gaviano.
Giancarlo Sulas è entrato in grotta alle 16.35, accompagnato da una equipe medica e salutato da amici e parenti, sabato scorso. Li rivedrà tra un anno.

Dall’Unione Sarda:

Santadi. Giancarlo Sulas è da sabato nella cavità del Campanaccio. Sarà seguito da una équipe di studiosi
Per un anno dentro una grotta
Speleologo tenterà di battere il record mondiale di isolamento spazio-temporale

Uno speleologo di Santadi si è calato ieri nella grotta del Campanaccio, nelle campagne del paese, deciso a battere il record di permanenza in isolamento: un anno. A seguire l’esperimento un team di ricercatori dell’Università di Cagliari.
DAL NOSTRO INVIATO
SANDRO MANTEGA
SANTADI L’ultima ad abbracciarlo, prima che si facesse inghiottire dalla montagna, è stata l’anziana madre: «È mio figlio ma non lo capisco», ha sussurrato Adelina Ghessa, 72 anni, mentre il suo Giancarlo varcava l’ingresso della grotta del Campanaccio.
Come dare torto a tzia Adelina? Giancarlo Sulas, 51 anni, (Carletto per gli amici accorsi numerosi alle falde di Monte Meana, nelle campagne di Santadi) ha iniziato ieri pomeriggio un’avventura estrema: un anno dentro una grotta. Trecentosessantacinque giorni senza vedere il sole, senza udire lo scroscio della pioggia e la carezza del vento, senza vedere anima viva a parte i topi che saranno i suoi unici compagni di avventura. Dodici mesi di black-out con il mondo, quasi fuori dal mondo.
LA DISCESA Nessun ripensamento. Poco dopo le sedici Giancarlo Sulas, in tuta da speleologo e casco con lampada ad acetilene si è infilato nel cunicolo che si insinua fino al cuore della montagna. Quattrocento metri tra stalattiti, e arabeschi di calcare fino alla Sala dell’Argilla dove si trova la tenda, tre metri per tre, che sarà la sua casa per il prossimo anno. Dentro una branda, un tavolino con il computer e un angolo con la cucina a gas. Lo scenario è suggestivo ma non altrettanto ospitale. La temperatura è costante: 14 gradi estate e inverno. L’umidità relativa raggiunge il 93 per cento. Condizioni limite: un anno in fondo a quella grotta potrebbe essere molto lungo.
LA SCELTA Carletto non è preoccupato. «La mia è stata una scelta». Racconta di essere sempre stato affascinato dalle grotte: «Lì mi sento veramente “io”». E, poi, c’è la scommessa: Giancarlo Sulas tenterà di battere il record di permanenza in grotta (un anno) stabilito da Maurizio Montalbini nel 1993 nella grotta di Frassassi. «È una sfida con me stesso che voglio vincere». Per la verità, Carletto ci ha provato altre due volte. Nel 1993 resistette 88 giorni nella grotta di Monte Meana («dovetti abbandonare per motivi logistici e di sicurezza») e nel 2000 con una nuova breve clausura finalizzata alla sperimentazione.
L’UNIVERSITÀ Stavolta è diverso. Giancarlo Sulas sarà seguito da un’équipe di ricercatori dell’Università di Cagliari che lo terranno sotto controllo per registrare le reazioni sia fisiche che comportamentali. «È un’esperienza unica, in un campo quasi sconosciuto», commenta il dottor Carmelo Masala, del Dipartimento di Neuropsichiatria. Con lui Donatella Petretto e il cardiologo Mohammed Ahmad e due laureande, Claudia Desogus e Veronica Murgia. Ma Carletto non si sente una cavia: «Lo faccio soprattutto per me».
Gli unici contatti che avrà con il mondo saranno un computer per comunicare con il campo base e le due telecamere a circuito chiuso che non lo perderanno d’occhio un istante. Cibo e vestiario gli verranno lasciati in una sorta di camera di compensazione, mentre un loobrecord , otto centimetri di elettronica inseriti sotto cute sul petto, registrerà tutti i principali parametri fisici pronto a rilevare qualsiasi anomalia. Libri (avventura) e musica (folk) saranno l’unica distrazione di Giancarlo: «Mi mancherà il sole ma troverò pace e silenzio: l’ideale per rilassarsi».

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