Val Clusa diventa “il canyon con più calate attrezzate d’Italia” superando Val di Bares, Val Serviera e Rio Menta. Il team Vertical Water aggiunge 28 nuove calate su corda alle già conosciute 39 presenti, per un totale a 67calate, su 1100 m di dislivello e 5 km circa di sviluppo orizzontale.

La Val Clusa (anticamente Crusa) fino a un decennio fa era la gola più tecnica d’Italia, spodestata nel tempo da altri percorsi più lunghi ed impegnativi.
Da uno studio cartografico del territorio, unito al successivo sopralluogo di Luca Fumarola e Sara Lovato, ha avuto inizio la nuova impresa del team Vertical Water in Veneto, più precisamente nella Valle del Cordevole, nel Comune de La Valle Agordina, un paese incastonato nelle Dolomiti Bellunesi.

Per raggiunge quello che sin da subito appare un gran torrente, si costeggia il monte Zelo per 6 Km e si procede per circa due ore di avvicinamento con una salita sino a 1860 mt per poi ridiscendere a 1500 mt. (un dislivello totale di circa 700 metri tra i 300 di salita e 400 di discesa).

Il potenziale del torrente si mostra sin dalle prime calate battezzate dal team “parte Altissima”. L’assenza di precedenti chiodi o fori conferma che si tratta di un posto mai esplorato.
L’ambiente è molto suggestivo, la progressione costante, il trapano e gli armi studiati da Vertical Evolution rendono sicura la discesa che si snoda per le prime quindici calate sino alla prima via di fuga situata a quota 1300mt.

Ci si trova di fronte ad un grosso nevaio ed un ghiaione, subito dopo inizia un nuovo leggero inforramento. L’acqua gelida proveniente dal nevaio rende terribili le soste obbligate per attrezzare.
Seguono altre dieci brevi calate e varie disarrampicate, sino a raggiungere la bellissima cascata ora chiamata “Valalla”. “Il nome è stato dato in ricordo della nonna del primo percorritore; una donna dall’elegante, rigido e al contempo affettuoso temperamento veneziano, che ben ricorda la rigidità e la fermezza degli ‘schiaffi’ d’acqua che si possono subire attraversando questo tratto di forra”. ha spiegato Andrea Forni a Scintilena.

La particolare conformazione della roccia in quel meandro crea una “doppia S” di circa 25 metri e porta al salto finale.
Discensore alla mano Luca Fumarola tenta l’entrata in Valalla immergendosi completamente nella violenza dei 70 lt/sec e su una superficie estremamente scivolosa. Una volta fuori, suggerisce al resto del team l’allestimento di una teleferica per evitare la pericolosità della cascata.

L’esplorazione si chiude con l’arrivo a Casera Prima di Val Clusa, fino ad oggi considerato dai forristi l’attacco alto del torrente.

Complessivamente la forra si sviluppa per un totale di 67 calate, (28 nuove e 39 già conosciute), su 1100 m di dislivello e 5 km circa di sviluppo orizzontale; Val Clusa ad oggi diventa “il canyon con più calate attrezzate d’Italia” superando Val di Bares, Val Serviera e Rio Menta.

La grandiosa scoperta di questa perla, custodita nello scrigno di pareti verticali che hanno visto la nascita dell’alpinismo, conserva un sapore originale, lontano, non turistico.
Il perché abbiamo deciso di intraprendere questa esplorazione, come al solito, è difficile da spiegare. E‘ l’amore per uno sport, per la natura e il territorio, la voglia di scoprire, di mettersi alla prova, di sentir scorrere l’adrenalina o semplicemente di voler evadere in una dimensione diversa dello stesso mondo dove la natura ti risucchia senza possibilità di uscita e tu puoi solo ascoltarla e rispettarla ritrovando quell’emozione che nelle città ormai è perduta. E’ con questo spirito che ogni volta il team Vertical Water, già conosciuto per la discesa del Chamje Khola, studia i territori alla ricerca di posti inesplorati in Italia e nel mondo” ha dichiarato il capo spedizione Andrea Forni a Scintilena.

Il progetto Vertical Water è nato nel 2012 dall’idea di creare un gruppo torrentistico interregionale con il fine di organizzare spedizioni internazionali; ad oggi il gruppo conta oltre 25 componenti che collaborano e partecipano attivamente a spedizioni internazionali ed un’altra cinquantina che partecipano saltuariamente a qualche evento nazionale. Dal 2012 il team ha partecipato a numerose spedizioni: Reunion 2012; Madeira, Maiorca e Sardegna 2013; Azzorre, Maiorca e Corsica 2014; Reunion , Tenerife e Sardegna 2015; Isole Antille: (Martinica, Dominica, Guadalupa) e Creta 2016/17; Islanda e Messico 2017; Marocco, Madeira e Guatemala 2018; Chamje Khola (Nepal) 2019.
Attualmente la grande sfida del Vertical Water Canyoning Team è il progetto EWA, (Endless Waterfall Adventure) che si prefigge di scendere i canyon con le 13 più alte verticali al mondo, 13 Big falls dislocate in cinque continenti, 13 grandi avventure, 13 grandi sfide tecniche, logistiche e fisiche per le quali sarà necessario studiare nuove tecniche di progressione, nuovi materiali e si dovranno risolvere grosse problematiche anche a livello psicofisico.

L’associazione non si limita a promuovere solo eventi legati al torrentismo ma anche attività inerenti la montagna in generale come la speleologia, le vie ferrate, lo sci e tutti quegli sport connessi all’acqua come immersioni subacquee e canoa. Il Vertical Water canyoning team vanta 3 Istruttori di Torrentismo (CAI), numerosi Istruttori Sezionali di Torrentismo (CAI), un istruttore CRI (Croce Rossa Italiana), un soccorritore del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, esperti di cartografia, rilievo, media e video maker.

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