Il suggestivo Gargano continua a regalare sorprese: tra le sue meraviglie, la grotta di Venere Sosandra è uno scrigno di tesori antichi che rivela la vita religiosa dei marinai e dei viaggiatori che solcavano il mar Adriatico. L’ASSO di Massimo D’Alessandro sta realizzando un documentario sullo svolgimento delle ricerche

L’importanza di questo luogo sacro è stata evidenziata dal progetto “Il mare e il sacro. Approdi degli uomini e degli dei. La grotta di Venere Sosandra a Vieste”, condotto dall’équipe di Archeologia dell’Università di Foggia.

Grazie a questo ambizioso progetto, è stata avviata un’elaborata ricerca che potrebbe contribuire a limitare il degrado dell’area e il rischio di distruzione del patrimonio archeologico.

La grotta di Venere Sosandra, scoperta nel lontano 1987, è stata utilizzata come luogo di culto cristiano nel Medioevo, ma le sue pareti rocciose conservano ancora oggi un ampio repertorio epigrafico con decine di iscrizioni in greco e in latino, incise dai marinai e viaggiatori di passaggio.

Numerose sono anche le raffigurazioni, croci e altri disegni poco leggibili presenti sulle pareti della grotta.

Tra le dediche presenti, quella a Venere Sosandra, una delle divinità legate alla sfera del mare e soprattutto al viaggio marittimo, suggerisce la presenza di un luogo sacro dedicato al suo culto.

L’iscrizione del doge Pietro II Orseolo, risalente al 3 settembre 1002, è solo una delle numerose tracce che rendono questo luogo unico e magico, dove sacro e profano si fondono in uno spettacolo naturale che toglie il fiato.

Il documentario per la regia di Massimo D’Alessandro, che sta seguendo le riprese del progetto, promette di svelare ulteriori dettagli su questo affascinante luogo.