Circolo Speleologico e Idrologico FriulanoLa terza scoperta fatta dagli speleo del Circolo Speleologico e Idrologico Friulano negli ultimi mesi si trova nella parte S dell’altopiano del Bernadia (Prealpi Giulie). Fino all’ estate 2015 era una vecchia grotticella di una decina di metri di sviluppo ( soprannominata “la Gleseute “) rivista per il progetto di targhettatura degli ingressi delle cavità messe a Catasto.
Vista la circolazione d’ aria uscente nella stagione calda (ingresso basso) sono state effettuate alcune uscite di scavo poi, rotto l’ultimo diaframma di roccia si entra e si percorrono un centinaio di metri di comodo meandro, molto concrezionatodi terminante in fessura soffiante.
Ritorniamo ad inizio anno aprendo la fessura e scoprendo altri grandi ambienti ben concrezionati che però, verso valle, chiudono in frana. Ennesimo scavo e si trova un pozzetto da una decina di metri che perfora il pavimento di flysch ed entra nei calcari. Dopo un primo tratto a meandro, la grotta prosegue alla grande con una galleria in discesa (dimensioni 8 x 6 m) che necessiterà un aereo traverso per essere raggiunta. Per il momento la grotta ha uno sviluppo vicino al mezzo chilometro con un dislivello di circa 80 m con interessanti prospettive future.

(Notizie da Andrea Borlini – CSIF)

Nota del redattore: nell’area delle Prealpi Giulie molte grotte si sviluppano entro bancate di flysch, ovvero un’alternanza di arenarie e marne intercalate a banconi di conglomerato, ricordo di antiche frane sottomarine. In genere le grotte che si sviluppano in queste bancate sono in qualche modo “confinate” in una sorta di panino, dove due bancate di arenarie fanno la parte delle fette di pane. Le grandi gallerie della Grotta Nuova di Villanova si trovano ad esempio al contatto fra un bancone di conglomerato calcareo (soffitto) e uno di arenarie e marne (pavimento). La scoperta fatta nella grotta Gleseute è molto interessante perché in questo caso gli speleo del CSIF hanno osservato una cavità dove il bancone più basso del flysch viene perforato e si entra nel calcare massiccio del Bernadia. La scoperta è molto importante anche perché in quell’altipiano sono noti un enorme quantità di punti di assorbimento, ma nessuno aveva ancora trovato delle gallerie che facessero capire in che modo l’acqua potesse andare verso le risorgenze, oltre tutto in buona parte sepolte sotto le ghiaie della vicina pianura. Se la fortuna continuerà ad assistere gli audaci, si potrà finalmente dare un’occhiata al cuore di questa importantissima zona carsica.

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