Notizia segnalata da Michele Tommasi
Fonte: Il Giornale di Vicenza di mercoledì 12 settembre.

MONTE DI MALO

LA SCOPERTA NEL “BUSO DELLA RANA” DEL GRUPPO SPELEOLOGICO DEL CAI MALADENSE

Un chilometro di grotte inesplorate
di Bruno Cogo

Il Buso della Rana “concede” mille metri di nuovi rami e così l’insieme delle gallerie finora esplorate va a raggiungere la lunghezza di 27 chilometri. E pensare che si è appena superata la metà visto che gli studi idrogeologici effettuati finora ipotizzano un reticolo complessivo di circa 50 chilometri. La nuova galleria è stata scoperta casualmente dal Gruppo speleologico del Cai di Malo che, a vent’anni dalle prime esplorazioni, ha effettuato un sopralluogo al “Camino dell’eco” per sostituire corde, moschettoni e placchette ormai irrimediabilmente fuori uso. Durante la risalita, superato un tratto fangoso semi-orizzontale e sbucata nel ramo superiore che corre in direzione ovest, la squadra incrocia una conoide di frana che risale verso nord. Pochi metri prima della frana finale intercetta una frattura che a destra chiude subito mentre a sinistra è completamente sommersa dalla frana stessa. Tra i blocchi rocciosi gli speleologi maladensi intravedono delle macchie nere; incuriositi, decidono di infilarsi tra le rocce. Scesi di qualche metro, con grande sorpresa scoprono che la galleria continua. La settimana successiva un’altra squadra torna nella nuova galleria che punta dritta verso ovest; dopo un tratto con fondo fangoso piuttosto difficile da percorrere e forzata una zona di crollo gli speleologi del Cai si immettono in una sala incentrata su un pozzo-camino profondo 15 metri ed alto 20 da cui partono tre diramazioni. Questa abbondanza di nuove gallerie fa crescere tra gli appassionati la voglia di esplorarle tanto che vengono programmate anche delle uscite notturne. Viene scoperto un altro pozzo alto 25 metri da cui proviene una forte corrente d’aria ed una galleria molto ampia, dal fondo piatto, con alcune pareti rivestite da cristallizzazioni di aragonite. Imboccata la galleria che va dalla parte opposta gli speleologi percorrono un cunicolo basso e concrezionato dove tutta l’aria viene risucchiata. «Le uscite nei rami lontani dalla Rana sono davvero massacranti e ti obbligano ad un impegno fisico costante – assicurano -. Si alternano tratti in cui si può camminare in stazione eretta ad altri in cui bisogna strisciare; aggirare blocchi rocciosi, piccoli traversi e immergersi nel fango melmoso». Nel corso delle esplorazioni successive vengono spianati i percorsi e allargate le strettoie; in una saletta viene scoperto un bellissimo fiore di gesso, come di gesso sono le cristallizzazioni a punta di lancia che ricoprono le pareti. Ora verranno effettuati dei rilievi e delle prove di contatto sonoro per capire dove sono dirette le gallerie e quanto distano dal sovrastante “Buco del Soglio”. «I pozzi che scendono fanno pensare ad un ritorno nei sottostanti “Rami nord” ma la presenza di un notevole giro d’aria lascia aperta qualsiasi possibilità – concludono gli speleologi del Cai di Malo -. Se sommiamo i 27 chilometri scoperti finora ai 7 della “Pisatèla” siamo a quota 34 e quindi ci sono altri 16 chilometri che aspettano di essere esplorati».

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