Nel comune di Poggio Catino (Rieti) in località La Canale per circa 300 metri sono rintracciabili, a fianco del sentiero collinare, i resti di una canaletta idraulica in terracotta delimitata da un muretto in pietra. Seguendo la canaletta verso monte si arriva all’opera di raccolta dell’acqua, un moderno bottino sul quale e’ stata apposta una lapide seicentesca. Nella lapide si ricorda che la vena d’acqua venne rintracciata e condotto nel paese di Poggio Catino per utilità pubblica dal marchese e barone Settimo Olgiato nell’anno del Signore 1616.

Bottino di captazione

All’interno del bottino c’è un cunicolo a sezione ogivale, con un piccolo marciapiede ed una canalina lungo cui scorre l’acqua. Nell’ultimo tratto del condotto numerose bocchette di captazione si aprono sulla parete sinistra. Il cunicolo chiude su un muro da sotto il quale esce la vena d’acqua. Nel condotto, già oggetto di ricerche speleologiche, è stato effettuato un nuovo sopralluogo esplorativo da parte degli speleologi di Egeria Centro Ricerche Sotterranee (gli stessi che avevano rilevato per la prima volta il cunicolo) in collaborazione con gli speleologi sabini del Gruppo Speleo Archeologico Vespertilio. Scopo del sopralluogo verificare lo stato del cunicolo e fare un’ulteriore documentazione fotografica.

Dalle cronache si evince che l’acqua alimentò la fontana della piazza di Poggio Catino, le fontane del giardino e il lavatoio pubblico. L’acquedotto aveva una lunghezza complessiva di circa 2 km, che richiese la messa in opera di cunicoli, condotte in piombo e di terracotta e la costruzione di un ponte in pietra su più arcate. Seguendo infatti la canaletta verso valle si arriva nelle vicinanze di un burrone nel quale scorre un ruscello, attraversato da un ponte diruto a più arcate su cui passava la canaletta. Al di là del ponte la canaletta non è più visibile probabilmente a causa dei lavori di ampliamento della strada stessa.

Primo tratto del condotto sotterraneo

Un’importante opera idraulica che è ben tutelata e valorizzata da parte del Comune di Poggio Catino, ma il ponte verte oggi in cattive condizioni e sarebbe opportuno procedere ad un eventuale restauro conservativo. Alle ricerche speleologiche hanno preso parte gli speleologi Carlo Germani, Tullio Dobosz, Carla Galeazzi e Cristiano Ranieri.

Ulteriori approfondimenti sul blog di Egeria:
http://speleology.wordpress.com/2012/04/13/lacquedotto-di-poggio-catino-unopera-del-xvii-secolo/

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