La Speleologia Spaziale non è più fantascienza;
Bill Stone Anni fa in un cassetto del mio Gruppo Speleologico UTEC Narni, tra le riviste da sistemare e mettere in biblioteca trovai la fotocopia di un articolo di giornale che era stata archiviata chissà da chi; Nell’articolo si parlava di possibili grotte e sistemi sotterranei su Marte. Erano i primi anni ’90, facevo il bibliotecario, e chissà dove avrò mai messo quel ritaglio, forse lo buttai via in una delle tante rassegne di svecchiamento della biblioteca, cestinata come stranezza priva di connessione con la realtà.
“Speleologia” su Marte
La realtà delle esplorazioni spaziali sotterranee invece incomincia a diventare una cosa seria, soprattutto ora che siamo (forse) ad un passo dal trovare la vita fuori dal nostro pianeta. Marte è li che ce lo dimostra, qualche mese fa è stata scoperta una foto che confrontata con quella di pochi mesi prima ha una differenza inequivocabile: Ad un certo punto è uscita dell’acqua dal fianco di una scarpata e ha inciso il letto di un torrente marziano. Questa benedetta acqua non l’abbiamo ancora vista, ma da qualche parte c’e’, come c’è qualcosa che genera in continuazione un gas volatile che dovrebbe essere ormai volatilizzato da milioni di anni… Batteri? può darsi, ma bisogna trovarli, e uno dei post più robabili dove trovare segni di vita è vicino all’acqua. Su Marte potrebbero trovarsi in profondità. Il robottino che ha cercato di fare delle buche sgommando è stato insufficiente a rivelare la presenza di acqua, presto nuovi robots cercheranno più in profondità. In particolare su Marte dovrebbe esserci ghiaccio sotto la superficie che secondo le stagioni e le temperature altissime del giorno può anche sciogliersi temporaneamente e generare piccoli torrenti d’acqua che scorrono nel sottosuolo. Torrenti, laghi sotterranei, fiumi, ghiacciai, tutto sotto terra, anzi, “sotto Marte”, significa solo che ci sono grotte che contengono il prezioso liquido. Già da un anno gli speleologi statunitensi stanno collaborando con la Nasa per studiare un sistema di rilevamento di cavità in zone desertiche con l’ausilio di un satellite. Il gemello del satellite terrestre sarà lanciato in orbita su Marte e grazie anche ai nostri colleghi “spelunker” cercherà in profondità le grotte marziane.
Da Marte a Europa
Mentre su Marte c’e’ il problema di arrivare sottoterra, su Europa, una delle lune di Giove, il problema a prima vista non si pone… Il pianeta è completamente ricoperto di ghiaccio, sotto il quale c’e’ sicuramente un immenso oceano d’acqua… Li l’acqua c’e’, ma sta troppo in profondità per arrivarci comodamente. Si calcola che lo spessore di giacchio sia dell’ordine del chilometro… chissà, forse 500 metri, oppure magari 2 chilometri… Per adesso non abbiamo la tecnologia per fare un buco di un chilometro sul ghiaccio a qualche anno di distanza dalla terra, però stiamo provando la sperimentazione di un robot completamente autonomo nelle nostre acque.
DeptX, questo il suo nome, ha portato a termine giorni fa una “missione completa” nelle grotte messicane di Taumalipas. Il sistema rivoluzionario dello speleologo Bill Stones ha permesso al robot di immergersi per 300 piedi, filmare, fotografare e topografare in 3D l’interno del sistema carsico sottomarino, dimostrando le gradi capacità e l’affidabilità del sistema.
Nei prossimi mesi sono previste nuove prove, e a maggio il DeepthX sarà impiegato nell’esplorazione del Sinkhol di Zapaton, 1000 piedi di profondità, probabilmente uno dei più profondi del mondo.
Su yuo tube, l’immancabile video del grande successo dell’immersione “spaziale”

La notizia proviene da Speleonet che l’ha presa da Popsci.com

Su Popsci c’e’ un altro interessante articolo sempre a proposito dell’esplorazione con DepthX

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