Pubblicato su “L’Adige” del 2 dicembre 2008, segnalato da Mauro Regolini

SPORMINORE
La grotta sarà rilevata con il laser e dalle immagini nascerà un film

SPORMINORE – Conosciuta dal Medioevo e studiata da Cesare Battisti, la grotta del Bus de la Spia, a Sporminore, è stata esplorata a fondo dal ’900. Ma da alcuni anni il suo raro sistema idrologico è al centro di rilievi più accurati e difficili, quelli condotti in immersione da alcuni «speleosub».
Per scoprire il «segreto» del Bus de la Spia, un fenomeno che rende unico questo cunicolo che sprofonda negli strati calcarei, occorre addentrarvisi per circa 400 metri. È così che si arriva al sifone pensile che, ad intervalli regolari, durante le 24 ore fa salire e scendere il livello interno dell’acqua a intervalli di alcune ore. È un fenomeno suggestivo e molto raro. Quando si innesca, è come se la grotta emettesse una sorta di muggito: l’acqua comincia a salire e a riempire la cavità. Poi, così come si è allagata, inizia a svuotarsi: l’acqua defluisce e il meandro sembra tornato nella sua oscura immobilità. Ma è una calma apparente, perché esaurito un ciclo ne inizia un altro, per circa sei volte nelle 24 ore. «Il cunicolo di accesso al sifone si riempie totalmente per circa 60 metri di lunghezza e un dislivello di circa 12 metri», informa il Catasto regionale delle grotte. «Successivamente dopo un periodo di stasi, il sifone inizia lo svuotamento fino a ritornare al punto di partenza minimo». Lo chiamano «doppio sifone intercalare intermittente ansimante», a causa dei rumori emessi dai vuoti d’aria durante il carico e lo scarico. Ma sono stati gli speleosub Mauro Bombardelli e Thomas Hofer ad esplorare per un lungo tratto il difficile sifone per circa 750 metri, ad una profondità di 86 metri. «Grazie agli studi del geologo Andrea Borsato – si legge nella scheda della grotta – è stato possibile determinare il collegamento della grotta con la sorgente dell’Acqua Santa a Maurina (Spormaggiore), che ha portata media di 1000 litri al secondo e subisce fluttuazioni regolari simili a quelle riscontrate nel sifone del Bus della spia». Le immagini della cavità sono già visibili in El Bus della Spia, un dvd realizzato dalla Blackfishtek dopo le immersioni subacquee, ma ora la Provincia ha incaricato una ditta specializzata di rilevare la cavità con la tecnica laser scanner e di effettuare delle riprese per un filmato divulgativo. Il lavoro è stato affidato dal Servizio geologico alla Imageo srl di Torino, per 12.240 euro. La grotta – si legge nella determinazione – «costituisce, tra l’altro, uno dei primi esempi di cavità naturale esplorata con intendimenti scientifici ed è tuttora una delle mete più frequentate per i suggestivi fenomeni legati ai movimenti del lago-sifone sul fondo».
Anche l’amministrazione comunale di Sporminore è conscia dell’unicità della grotta, che è chiusa da un cancello ed è accessibile solo agli speleologi: «Intendiamo valorizzarla – spiega il sindaco Fabrizio Franzoi – attraverso il progetto Geopark dell’Adamello Brenta. I gruppi di speleologi, fra l’altro, già vi accompagnano scolaresche o persone interessate». In passato, l’imbocco era stato utilizzato dai signori del vicino castello di Sporo Rovina come magazzino viveri.

Lo sviluppo totale del Bus de la Spia, secondo il Catasto regionale delle grotte è di 1.070 metri: 320 metri per il tratto aereo, 750 per quello subacqueo. La grotta, sito di importanza comunitaria, si apre alla quota di 610 m nei calcari grigi del Monte Corona. La prima citazione è dei primi del 1600, allorquando Marx Sittich von Wolkenstein la ricorda nel suo «Landesbeschreibung von Südtirol» come «…un grande buco che sembra inoltrarsi molto sotto terra ma in cui nessuno si è mai fidato di entrare».
La prima esplorazione scientifica è di Cesare Battisti (1905). Chi desiderasse visitare la cavità può chiedere di essere accompagnato da
uno dei sette gruppi grotte affiliati alla Sat.

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