L’ombra millenaria di certe grotte è un viaggio nel passato fatto di silenzi assordanti, enormi baratri spazzati dal vento, gallerie e fiumi color smeraldo che scompaiono fra le rocce.
Sto esagerando?
Assolutamente NO, perché qui siamo a W LE DONNE, una porta magica verso luoghi spettacolari e lontanissimi, dove il ruggito delle acque ha scavato labirinti ancora difficili da decifrare.
Ed eccoci qua, di ritorno dall’ennesima punta – da tempo progettata con cura maniacale – tutto doveva filare liscio e tutto ha funzionato al meglio, ed anche i risultati non si sono fatti attendere.
Sono nella prima squadra, staremo dentro una settimana, i lavori da fare sono tantissimi.
Anche se appesantiti, filiamo così veloci nella prima parte fino a CAMPO 2, a -900, risistemando armi e sostituendo corde.
Il giorno successivo invece ci infiliamo le stagne e ci catapultiamo dritti verso CAMPO 3, anche qui risistemando armi lungo la strada.
Raggiunto il sifone però, inizia il VERO LAVORO di pompaggio acqua. Ma che grazie ad un alternanza perfetta con la 2ª squadra, con cui si andrà avanti no-stop, dopo appena 15 ore (due in meno del previsto) riusciamo ad abbassarlo il tanto che basta per passare.
L’ultimo turno “di notte” tocca a noi, e già la 2ª squadra parte per montare, oltre, CAMPO 4.
Nelle ore successive però, la voglia di esplorare cresce a dismisura, e mentre cerco di riposare, avvolto nel caldo del mio sacco a pelo, mi rigiro invece continuamente pensando a quello che ci aspetta.
La cosa deve essere stata reciproca, perché dopo poche ore siamo già nuovamente operativi.
Raggiungiamo infatti velocemente la 2ª squadra proprio in prossimità della partenza della Forra delle Femminucce, ma per dirigerci altrove, verso le regioni più lontane dei freatici di -1200.
Qui l’aria è pazzesca, cerchiamo di seguirla nel labirinto di vie che si intrecciano e rigirano su se stesse, ma non è facile.
In un primo momento lungo la faglia principale, poi oltre un laminatoio, poi ancora scendendo alcune verticali e imboccando alcune gallerie sabbiose che lasciano aperti molti punti interrogativi.
Ci sarebbe da smazzettare un po’ per proseguire o semplicemente togliere sabbia di riempimento, oltre si sente un fiume, c’è aria, tanta aria, ma poi si è fatto tardi ed é meglio rientrare ..
Quando ripasseremo in prossimità dell’attacco della Forra delle Femminucce anche la 2ª squadra è già rientrata. A tutti però sale il desiderio di vedere dove sono arrivati e così decidiamo di andare a dare un’occhiata.
Ma scese le prime verticali, con nostro grande stupore, ci accorgiamo che le corde e gli attacchi sono buttatti lì, su un sasso, e il bellissimo pozzo successivo ancora da scendere ..
Immaginiamo immediatamente ad un problema con il trapano (come ci confermeranno successivamente i ragazzi) e allora non ci sembra vero, e anche se stanchi, procediamo ad oltranza con l’armo e la discesa.
Cercando di rimanere il più possibile fuori dall’acqua, ci abbassiamo di circa 100 metri. Intuiamo che dovremmo essere intorno ai 1300 metri di profondità, ma poi successivamente la grotta retroverte ed entriamo in una zona orizzontale, completamente allagata e stupenda.
Qui la cavità cambia completamente aspetto, e per un lungo tratto sembra di essere sul “Wite Nile” di Su Palu, in Sardegna, non ci posso credere ..
Il luogo é veramente unico, le vasche sono di un color smeraldo mai visto, e la volta completamente nera e ricoperta di scallops .
Purtroppo la macchina fotografica è rimasta sopra e visto che stiamo disarrampicando in libera da un po’, non me la sento proprio di andarmela a riprendere .. sarà per un’altra volta ..
Procediamo così per circa un centinaio di metri attraverso laghi e gallerie allagate fino ad un basso restringimento dove passiamo a nuoto per un pelo, ma poi, dopo poco, arriva un vero e proprio sifone che ci blocca la strada.
Per oggi finisce qui a -1309 metri dalla superficie, in uno dei fondi sicuramente più belli della Grigna.
Del resto W LE DONNE non si é mai concessa facilmente ..
Il giorno successivo, dopo aver riposato, arriva a darci supporto anche la 3ª squadra.
Ora ci spetta l’ultimo lavoro, deviare per sempre lo stillicidio che alimenta il sifone. E così, mentre in due se ne vanno a rilevare le nuove zone esplorate, assieme agli altri iniziamo a sistemare i tubi e il grande telo di raccolta.
Il rientro avverrà con qualche piccolo imprevisto, a cui però riusciamo a mettere una pezza (o meglio, una fascia) ed anche la 3ª squadra è costretta ad una sosta forzata di due ore e mezza a causa di una piena improvvisa.
W le donne rimane in definitiva una grotta nella grotta, che ha per molti un effetto magico, mistico forse, e che va aldilà della semplice esplorazione di una caverna.
Alle prossime avventure ..
Fabio Bollini

HANNO PARTECIPATO
1ª squadra: Pamela Romano, Fabio Bollini, Paolo Ramò, Daniele Maugeri.
2ª squadra: Filippo Felici, Lorenzo Rossato, Francesco Caprile (SKEGGIA), Marco Poletto.
3ª squadra: Alex Rinaldi, Mau Calise, Andrea Maconi, Renzo Gaiti.
(progetto InGrigna)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *